I sensi ci forniscono informazioni preziose sull'ambiente in cui viviamo, ci dicono che forma/colore/dimensione hanno le cose, che rumore fanno, quanto sono morbide/dure/ruvide/lisce/calde/fredde, di cosa odorano, di cosa sanno.
Il nostro cervello elabora queste informazioni e a un certo punto sentenzia: "Mi piace", "Non mi piace", "Insomma...". Cose così.
Il fatto che ciò che i nostri sensi percepiscono ci risulti gradevole o sgradevole, non è ininfluente rispetto al nostro "star bene". A volte può influire meno, a volte di più.
A volte, come si dice, noi non siamo "connessi", non facciamo caso a ciò che abbiamo davanti agli occhi, sotto il naso o nelle orecchie: non ne siamo pienamente consapevoli.
Siamo talmente altrove con l'attenzione da non accorgerci della differenza tra ciò che ci piace e ciò che non ci piace in ciascun momento della nostra vita, e quindi neanche della differenza tra ciò che contribuisce a farci sentire bene e ciò che contribuisce a farci sentire male.
Questo può capitare con tutti i sensi.
Oggi, in particolare, faremo due chiacchiere riguardo alla vista.
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C'è un racconto di Michel Faber in cui una venditrice si reca a casa di una donna per offrirle un’alternativa alle solite finestre Per darle una dimostrazione, installa a ridosso di una di queste uno schermo dotato di telecomando. Quando la donna lo accende per provarlo, vede dalla sua finestra, al posto del solito paesaggio squallido cui è abituata, un bel giardino di campagna, pieno di verde e pace, con tanto di passerotti che svolazzano qua e là.
La venditrice le spiega che ciò che sta vedendo non è un video registrato, bensì un programma satellitare che riprende in diretta un parco nel Rochester; la signora resta talmente affascinata da quel nuovo magico panorama, che l'affare si conclude su due piedi.
Il racconto si intitola "Gli occhi dell'anima", alludendo a ciò che sostiene la venditrice per promuovere il prodotto: che le finestre, cioè, sono gli occhi dell'anima.
Ora, parafrasando Michel Faber, mi verrebbe da dire che i nostri stessi occhi sono come finestre. E - perché no? - proprio finestre dell'anima!
Ovunque io posi lo sguardo, qualcosa mi entra "dentro".
Può essere un bel panorama o la vista di un gatto morto.
Fa qualche differenza vedere una cosa o l'altra? Direi proprio di sì.
Se vogliamo coltivare la serenità del nostro spirito, dobbiamo tener conto anche della qualità del nutrimento che assumiamo attraverso la vista.
Poter posare lo sguardo su una cosa che ci piace - anche una cosa semplice, come una rosa fresca che abbiamo colto in terrazza, la fotografia della persona amata o dei nostri figli, un biglietto d'auguri con una bella immagine - è una piccola iniezione di positività che ci giova sempre e che può anche amorevolmente soccorrerci nei momenti di... bisogno.
Pensate, per esempio, a quando ricevete una telefonata pesante a cui non potete sottrarvi. Dove posate lo sguardo per consolarvi? Non so voi, ma io vado diritta sulla cosa più bella che ho intorno, e ristoro lo spirito almeno attraverso gli occhi, visto che me lo stanno martoriando attraverso l'udito. Il mio udito mi sta suggerendo un pensiero del tipo: "il mondo non mi piace"; la mia vista lo compensa suggerendomi un pensiero di segno opposto: "il mondo mi piace".
Del resto non sarà un caso che, soprattutto un tempo, molte persone mettessero sulle scrivanie le foto dei propri figli o dell'amato coniuge. Allo stesso modo non è un caso che in molti ambienti si usi attaccare quadri alle pareti o che ci siano immagini di ogni tipo sui calendari, quasi a voler soddisfare il bisogno di qualcosa di bello per ogni giorno dell'anno.
L'elenco degli esempi sarebbe infinito e mi fermo qui.
Potete fermarvi qui anche voi, se volete, e cominciare a fare più attenzione alla qualità dei vostri paesaggi abituali, migliorandola nei limiti del possibile e ricordando sempre che anche piccoli cambiamenti su questo fronte possono aggiungere qualcosa alla qualità della vostra vita; oppure potete proseguire nella lettura, nel caso abbiate voglia oggi di fare un un bel regalo alla vostra vista e alla vostra anima e siate in cerca di ispirazione.
Dopo tutto questo blog nasce proprio con l'idea di elargire ispirazioni per migliorare la qualità della vita.
E tranquilli... nessuno cercherà di vendervi una finestra!
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Idee regalo per la nostra vista.
Oggi passa in rassegna le cose su cui puoi posare lo sguardo, quando sei nei luoghi dove passi abitualmente le tue ore (il tuo ufficio, il tuo laboratorio, la tua cucina, il tuo soggiorno, la tua camera da letto, addirittura il tuo bagno!).
Sono cose che ti piacciono quando le guardi? Ti sollevano lo spirito? Ti ricordano rapidamente (e senza ombra di dubbio) che al mondo c'è anche gioia e bellezza? O sono per lo più cose che non ti dicono niente, che magari addirittura detesti e che stanno lì , continuamente davanti ai tuoi occhi, non si sa bene perché, come un qualunque incidente della vita?
Magari è roba che quando l'hai messa lì ti piaceva, e ora non ti piace più.
Magari è un regalo che ti hanno fatto al matrimonio o tre Natali fa, o anche una cosa che mettesti lì un tempo senza tanta convinzione, solo perché l'ambiente ti sembrava sguarnito, e ce l'hai lasciata.
Bene.
Tra tutte le cose che hai sempre sotto gli occhi e che non ti piacciono, distingui quelle utili e necessarie da quelle inutili e non necessarie. Quindi prendi carta e penna e scrivi in stampatello in cima a un bel foglio la seguente frase:
"Ecco come mi libererò delle cose brutte e inutili che tengo continuamente davanti agli occhi".
A seguire, compilerai un bell'elenco di tutte queste cose e per ciascuna di esse stabilirai che tipo di "viaggio" hai in programma per lei (la collocherai in garage, la darai in beneficenza, la venderai al mercatino dell'usato, la butterai nella spazzatura). Quindi ce lo scrivi accanto.
Poi prenderai delle scatole (o, se preferisci, delle buste), scriverai su ciascuna una destinazione (garage, beneficenza, mercatino, spazzatura) e - senza pietà - metterai... ciascun viaggiatore sul suo treno! Cioè metterai ogni cosa brutta e inutile nella scatola che le spetta, quella con la sua destinazione, foss'anche semplicemente il garage.
Se per disfarti di alcune di queste cose ritieni di aver bisogno di tempo (perché per esempio vuoi approfittare di un'asta natalizia o di una fiera o di un'altra qualunque occasione, o semplicemente vuoi riflettere prima di liberartene per sempre), comincia a metterle comunque nella loro scatola, e trova il modo di ricordarti alla scadenza di portare la scatola a destinazione. Le agende degli appuntamenti serviranno pure a qualcosa: puoi scriverci di ricordarti di qualche scatola in partenza, ma anche come (e quando) ti libererai delle cose brutte e inutili che non possono entrare nelle scatole.
Fino a che il lavoro non sarà giunto a buon fine, conserva l'elenco e tienilo a portata di mano, come memorandum. Ma dopo liberati anche di quello e non pensarci più!
Bene.
Già dopo il semplice rituale dell'inscatolamento, ti accorgerai che per ogni cosa brutta/inutile di cui ti sei liberato, avrai creato un bello spazio vuoto.
Rispettalo.
Questo spazio liberato, già di per sé, ha un valore.
Non aver fretta di riempirlo con la prima cosa che capita.
Altrimenti, a quel punto, tanto valeva tenersi il vecchio ciarpame!
Aspetta che arrivi la cosa "giusta", quella che quando ci posi sopra lo sguardo ti faccia sentire bene.
Nel frattempo, ogni volta che capita, posa lo sguardo sulle cose belle che già possiedi, e che magari prima erano sopraffatte dall'ingombro di tutto il resto e nascoste chissà dove.
Metti anche a portata di sguardo qualcosa di bello ed effimero, che puoi cambiare quando vuoi, come un bellissimo salvaschermo o un bellissimo sfondo per il desktop, qualche fiore reciso, una bella foderina di una rivista, una cartolina che ti fa sognare terre lontane, penne e matite un po' allegre, e cose così.
Prima o poi, senza fretta, verrà anche il tempo della foto più bella della tua vita, della statuina fascinosa, della fontana zen, del quadro che ti toglie il fiato, dell'oggetto dal fascino antico. Tutte benedizione per i tuoi occhi e per il tuo spirito, che non sempre puoi ottenere a comando.
Bisogna dar loro il tempo di arrivare e, quando arrivano, onorarne l'importanza che hanno per la tua vista e per il tuo spirito, accogliendole in quello spazio vuoto che hai preservato e rispettato fino a quel momento e che stava aspettando proprio loro.
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