Nelle questioni relazionali, ed in special modo nelle questioni d'amore, c'è un tema ricorrente e inesauribile che è la capacità di essere soli anche quando si è in relazione con l'altro (ne abbiamo già parlato: clicca qui )
Restare differenziati anche quando si è in coppia, riuscire a non perdere se stessi in una relazione, non dissolvere la propria individualità nella massa indifferenziata del noi comune, è una cosa meno semplice di quanto possa sembrare e di cui a volte non siamo neanche consapevoli.
Ci sono coppie che anche dall'esterno sono percepite come un tutt'uno;
coppie che ci viene da chiamare "Annaepeppe" anziché "Anna & Peppe";
coppie che se dici una cosa alla moglie, non c'è bisogno di ripeterla anche al marito, perché ad "Annaepeppe" l'hai già detto;
coppie dove invitare il marito a una cena ci esonera dal telefonare anche alla moglie, per dirle che la sua specifica presenza - non come accompagnatrice, ma perché è proprio lei lei - ci è particolarmente gradita (... cosa che magari lei non mette in dubbio, ma sai);
coppie che hanno un unico indirizzo email, un unico profilo facebook, un unico conto corrente e poco ci manca che non abbiano pure un'unica carta d'identità.
E' poco poetico parlare d'amore in questi termini?
E' poco saggio se si vuole che la gente continui a investire seriamente sull'amore?
Oggi vediamo cosa ne pensa Gibran Kahlil Gibran, poeta e saggio.
***
"[...] Allora Almitra parlò di nuovo e disse: Che cosa puoi dirci del Matrimonio, maestro?...
Ed egli rispose, dicendo:
Voi siete nati insieme, e dovrete sempre stare insieme.
Starete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, starete insieme anche nella memoria silenziosa di Dio.
Ma che ci siano spazi nel vostro stare insieme,
E che i venti del cielo danzino tra di voi.
Amatevi vicendevolmente, ma il vostro amore non sia una prigione:
Lasciate piuttosto un mare ondoso tra le due sponde delle vostre anime.
Riempitevi la coppa uno con l'altro, ma non bevete da una sola coppa.
Scambiatevi a vicenda il vostro pane, ma non mangiate dallo stesso pane.
Cantate insieme e danzate e siate allegri, ma che ciascuno sia solo.
Come le corde di un liuto, che sono sole, anche se vibrano per la stessa musica.
Datevi il vostro cuore, ma non lo date in custodia uno dell'altro.
Perché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori.
E state insieme ma non troppo vicini:
Poiché le colonne del tempio sono distanziate,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro."
(da "Il Profeta" di Gibran Kahlil Gibran)
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