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martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale! E anche un'ispirazione per stanotte: il vassoio della Natività

Buon Natale a voi tutti, cari amici di Ciò che si muove non congela!
Troverete una cartolina animata con i miei auguri musicati e danzati cliccando qui.
Ma il mio più sentito augurio di Natale per voi e anche per me è che stanotte, dietro gli addobbi, le luci, i canti, i pacchetti e il caos conviviale, ci sia per ciascuno di noi un momento di pace e di quieta riflessione, in cui ricordare che le cose, per quanto belle, sono soltanto cose; e che noi siamo stati creati non soltanto per fare ma anche, ogni tanto,  semplicemente  essere.
Come ha detto efficacemente un anonimo autore, "se, come Erode, riempiamo la nostra vita, e poi la riempiamo d'altre cose ancora; se ci consideriamo tanto insignificanti da dover riempire d'azione ogni momento della nostra vita, quando avremo il tempo di fare quel lungo, lento viaggio attraverso il deserto, come i Re Magi? O di sedere a guardare le stelle come fecero i pastori? O di riflettere sulla venuta del bambino come fece Maria? Per ciascuno di noi c'è un deserto da attraversare. Una stella da scoprire. E una creatura in noi alla quale dare luce".
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A seguire, alcune righe di una simpatica signora americana che ci racconta un suo rituale un po' speciale per la notte di Natale.
Chissà che non ispiri anche qualcuno di noi, stanotte...
Chissà che non ci avvicini a una saggia rivisitazione dell'idea un po' appannata di Babbo Natale, al senso cioè del dono offerto senza preferenze - e appunto, al buio - a destinatari sconosciuti, a prescindere da quanto siano stati buoni o cattivi, o di quanto siano belli o brutti, o anche di quanto ci siano simpatici o antipatici...
In fondo è così che sarebbe programmata a fare anche la natura, se lasciata libera da leggi umane che la piegano alle ragioni del possesso esclusivo e quindi dell'esclusione.
Anche la natura è portata a fare doni a destinatari sconosciuti, ogni volta che produce un frutto sopra un albero "abbandonato", oppure un fiore spontaneo sul bordo di un marciapiede, o acqua sorgiva che sgorga da una fonte spontanea, o un canto d'uccelli liberi nell'aria leggera e luce di stelle di tutti nel cielo di tutti.
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Il vassoio della Natività
di Sarah Ban Breathnach
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"La leggenda vuole che, la notte della Natività, chiunque si avventuri fuori nella neve per portare un osso prelibato a un cane sperduto e gemente, una manciata di fieno a un cavallo tremante, un caldo mantello a un viaggiatore solitario, una ghirlanda di bacche lucenti per chi ha portato le catene, un piatto di briciole per tutti gli uccelli intirizziti che credevano morto il loro canto e caramelle per i bambini che spiano da solitarie finestre, chiunque prepari questo vassoio di Semplice Abbondanza «sarà ricambiato con doni degni di uno stupore che compete con i colori del pavone e le armonie del cielo».
Così, zitta zitta, tiro giù da sopra l'armadietto un enorme vassoio di salice, lo fodero di stoffa e ci metto sopra un osso succulento delle costolette arrosto della cena; una ciotola di cibo per gatti; del fieno dalla balla che ho usato per le decorazioni autunnali; un caldo cappotto diventato troppo piccolo o di cui qualcuno si è stancato; dei mirtilli; un piatto di briciole di pane fresco e semi di girasole; un piatto di caramelle.
Esco quatta quatta e lo poso sul muro di pietra davanti a casa.
A volte c'è la neve, altre no, ma fa sempre freddo.
Guardo in su in cerca di una stella luminosa; è la stella cometa? Ai miei occhi sì.
Sto gelando. E' impossibile in questa notte santa non pensare ai senza tetto, mentre sistemo il vassoio nella neve o per terra. Duemila anni fa un'altra famiglia senza casa si affidò alla carità degli estranei. Non ne trovarono finché una donna come tante, stanca e travagliata, si fermò abbastanza a lungo per provare una stretta al cuore.
Anch'io ora provo una stretta al cuore, ma per il senso di colpa; il fatto che prima, questo pomeriggio, sia stato lasciato  un cesto con dei regali davanti a un ospizio attenua un po' il rimorso, ma provo delusione e tristezza per non aver fatto e non fare di più.
Prometto che l'anno prossimo lo farò. A volte le promesse a fin di bene le mantengo, altre volte la vita reale mi distrae dalla Vita Reale. Non faccio abbastanza, e lo sappiamo tanto io quanto lo Spirito.
Ho cominciato a preparare il vassoio della Natività perché la leggenda sembrava circondata da un misticismo quasi impercettibile.
Mi interessava anche la promessa di doni strabilianti che competono con le armonie del cielo.
Ogni anno, quando la mattina di Natale vado a riprendere il vassoio, molte offerte sono sparite. Una volta perfino il cappotto.
Per quanto ne so, sono il Babbo Natale degli scoiattoli. Ma sono felice di fermarmi a domandarmi chi mai avrà visto realizzarsi i suoi sogni, questo Natale.
E i doni strabilianti che competono col cielo?
Sono ovunque io posi lo sguardo.
Ma il dono migliore è che posso vederli veramente."
(Sarah Ban Breathnach)


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