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venerdì 22 luglio 2016

Mindfulness. Consapevolezza del respiro. Una traccia audio da14 minuti per incominciare


La meditazione seduta di consapevolezza del respiro è una pratica base della mindfulness.
Essa consiste nel mettersi per un certo tempo seduti (non necessariamente a terra a gambe incrociate, ma anche semplicemente seduti su una sedia) e portare intenzionalmente l'attenzione al proprio  respiro spontaneo, senza  giudicarlo, senza cercare di forzarlo o di correggerlo, ma incontrandolo così com'è e accettandolo, standoci insieme intimamente, con curiosità, interesse, sollecitudine, gentilezza, apertura. 
Prima o poi può capitare di distrarsi (certamente capiterà, e nemmeno una sola volta...), ma non è un problema. Basta accorgersene.  
Quando ci accorgiamo che la nostra attenzione si è allontanata dal respiro,ci limitiamo a notare quali pensieri occupano la nostra mente e, senza lottare contro di essi o cercare di cacciarli, semplicemente li lasciamo andare,  riportando dolcemente  l'attenzione al respiro. 
All'inizio una pratica formale di osservazione del respiro può non risultare tanto semplice.
Per questo motivo, prima di avventurarsi in una meditazione sul respiro di venti, trenta o più minuti, può essere utile accostarsi alla pratica  gradualmente cominciando a sedersi con il respiro per periodi più brevi. 
Per agevolare i principianti, ho registrato una traccia audio che guida la pratica per circa dieci minuti. 
Potete ascoltarla qui di seguito,
                                             oppure trovarla su YouTube cliccando qui.


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Dal nostro primo vagito e fino a che moriamo, non c'è momento della nostra vita in cui non siamo in compagnia del nostro respiro.
Respirare o non respirare fa la differenza tra essere vivi o morti.
Non è una cosa da poco, eppure di solito non facciamo caso al fatto che stiamo respirando, come non facciamo caso al fatto che siamo vivi.
E questo la dice lunga sul nostro abituale livello di consapevolezza.
Nel libro della Genesi si dice che "il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente".
Mi piace pensare che ogni volta che inspiriamo ed ogni volta che espiriamo noi continuiamo a far fluire  quel soffio vitale e a passarcelo l'uno con l'altro. La stessa aria che ora è dentro di me, un momento fa era dentro di te, e ce la passiamo tutti gli uni con gli altri,  continuamente, di bocca in bocca, di naso in naso, di polmone in polmone.
Questo crea un'intimità incredibile tra tutti noi.
Di solito neanche a questo facciamo caso. O ce lo ricordiamo all'improvviso quando qualcuno assieme all'aria ci passa l'influenza... 
Quanti altri aspetti della realtà con cui conviviamo giorno dopo giorno, momento dopo momento, sono completamente fuori dalla nostra consapevolezza, non li vediamo, non li sentiamo?
Ancorarci alla realtà del nostro respiro è un modo per ricordarci di essere consapevoli, di essere svegli, di esserci davvero, qui, ora, con tutto quello che c'è.
Finché siamo vivi abbiamo sempre a disposizione un nuovo respiro a cui ancorarci per ritornare ad essere presenti.
Ogni respiro è una nuova possibilità per ricominciare.
Finché siamo vivi abbiamo sempre una nuova possibilità.