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mercoledì 14 settembre 2016

Le campane del tempio. Un racconto di Anthony De Mello


Il tempio sorgeva su di un’isola a due miglia dalla costa.
E aveva mille campane. Campane grandi, campane piccole, campane modellate dai migliori artigiani del mondo. Quando soffiava il vento o infuriava la tempesta, tutte le campane del tempio suonavano a distesa, all’unisono, producendo una sinfonia che mandava in estasi il cuore dell’ascoltatore.
Ma con il passare dei secoli l’isola sprofondò nel mare e, con essa, il tempio e le campane. Un’antica leggenda narrava che le campane continuavano però a suonare, senza sosta, e che chiunque ascoltasse attentamente poteva udirle. Ispirato da questa leggenda, un giovane percorse migliaia di miglia, deciso ad udire quelle campane.
Per giorni sedette sulla spiaggia, di fronte al posto dove una volta sorgeva il tempio, e ascoltò, ascoltò con tutto il suo cuore. Ma tutto  ciò che riusciva a sentire era il rumore delle onde che si frangevano sulla spiaggia. Fece ogni sforzo per scacciare il rumore delle onde così da poter sentire le campane. Ma tutto invano; il suono del mare sembrava invadere l’universo.
Perseverò per molte settimane. Quando si perdeva d’animo si recava ad ascoltare i sapienti del villaggio che parlavano con devozione della leggenda delle campane del tempio e quelli che le avevano udite e dimostravano che la leggenda era vera. E il suo cuore s’infiammava nell’ascoltare le loro parole… solo per scoraggiarsi di nuovo quando settimane di ulteriori tentativi non davano alcun risultato.
Alla fine decise di rinunciarci. Forse non era destinato ad essere uno di quei fortunati che sentivano le campane. Forse la leggenda non era vera. Sarebbe tornato a casa riconoscendo il proprio fallimento. Era il suo ultimo giorno, e si recò nel suo posto preferito sulla spiaggia per dire addio al mare e al cielo e al vento e agli alberi di cocco. Si sdraiò sulla sabbia, con lo sguardo rivolto verso il cielo, ascoltando il fragore del mare. E non oppose resistenza a quel rumore quel giorno. Invece, si abbandonò ad esso e trovò che era un rumore piacevole, rasserenante, questo fragore delle onde. Ben presto si perse talmente in quel rumore da non essere quasi più cosciente di sé, tanto profondo era il silenzio che quel suono produceva nel suo cuore. Nella profondità di quel silenzio lo sentì ! Il tintinnio di una campanella seguito da un’altra, e un’altra, e un’altra ancora…. Ed ecco che ognuna delle mille campane del tempio suonava a distesa in un glorioso unisono, e il suo cuore fu rapito dalla meraviglia e dalla felicità.
Se vuoi sentire le campane del tempio, ascolta il rumore del mare.