"Quando una relazione extraconiugale manda in frantumi la fiducia di un rapporto consolidato, le risposte vanno cercate nel mettere in discussione e cambiare il nostro modo di vedere e di trattare il partner, anziché incolparlo per tutto ciò che non è giusto.
Entrambi devono trovare il modo di parlare dei rispettivi malcontenti verso la vita e della natura della loro mutua dipendenza, senza spingere l'altro a sentirsi in colpa perché non li ha resi del tutto felici.
Ciascuno deve sentirsi in grado di parlare onestamente di come ha vissuto il rapporto, di ciò che non gli è piaciuto e di ciò che gli è piaciuto.
Ciascuno deve sentirsi ascoltato dall'altro, il che significa mettere da parte cliché quali "Come hai potuto farmi questo?" o "Se non fosse stato per il bambino...".
L'approccio tradizionale, in cui la colpa è tutta del "fedifrago" e l'empatia va solo al coniuge tradito, profondamente ferito, pregiudica i rapporti molto più dell'atto di tradimento sessuale stesso.
Mette i partner uno contro l'altro invece di riunirli.
Permette alla "vittima" di scagliare tutto il suo risentimento e la sua rabbia per la vita in generale contro il dramma della relazione e contro il modo in cui ha sofferto le conseguenze.
La "vittima" ricostruisce il racconto del tradimento per sottolineare, sia a se stessa sia al mondo, quanto si senta offesa e ferita, riducendo al minimo il suo contributo o il senso di colpa e quindi acquisendo forza nella politica di potere della coppia.
Cionondimeno, l'ipotesi che il "cattivo" traditore falsi maggiormente la storia rispetto al partner, per attenuare la portata della sua trasgressione, non è supportata da ricerche, perché sia le vittime sia i "colpevoli" sembrano distorcere il racconto di pari passo a sostegno della loro posizione.
Le "vittime" tendono a esagerare la gravità della trasgressione, mentre i "colpevoli" tendono a minimizzarla e a suddividere le colpe, presentando come comprensibili le loro motivazioni.
Il divario tra i due quindi si allarga e nessuno riesce a riflettere costruttivamente su quello che magari vuole realmente dal rapporto, perché le posizioni sono diventate decisamente contrapposte.
Più come "vittime" rimuginiamo sui dettagli della relazione, più è probabile che li useremo come arma nelle successive battaglie legali, lottando per ogni centesimo, ogni ora di contatto con i figli nelle cause di divorzio.
Rischiamo che tutta la nostra energia venga rivolta a cercare una punizione per il tradimento e a garantire che la nostra posizione venga vista come quella lesa, anziché usarla per scoprire tra le macerie un modo di vivere un futuro migliore, assieme o separatamente."
(Kate Figes, Amore, fedeltà, bugie e tradimento, Ed.Il punto d'incontro, 2014)