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martedì 11 novembre 2014

A proposito del... mago della pioggia. Due citazioni

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Richard Wilhelm si era trovato in un remoto villaggio cinese colpito da una tremenda siccità. Gli abitanti avevano fatto di tutto per mettervi fine, ricorrendo a preghiere e a incantesimi di ogni sorta, ma sempre invano, sicché gli anziani del villaggio avevano detto a Wilhelm che l’unica soluzione possibile era di far venire un mago della pioggia da lontano. La cosa interessò enormemente Wilhelm, il quale era riuscito ad essere presente all’arrivo del mago della pioggia. Questi, un vecchietto grinzoso, era giunto a bordo di un carro coperto. Scesone, aveva fiutato l’aria con espressione disgustata e quindi chiesto che gli fosse assegnata una capanna alla periferia del villaggio, ponendo come condizione che nessuno lo disturbasse e che il cibo gli fosse lasciato fuori dell’uscio. Per tre giorni non se n’era saputo più nulla. Poi, il villagggio era stato svegliato da un vero e proprio diluvio; era persino nevicato, cosa del tutto insolita in quella stagione.
Wilhelm, rimastone grandemente impressionato, era andato dal mago della pioggia uscito dalla sua volontaria reclusione, al quale aveva chiesto meravigliato: «Sicché, tu puoi far davvero piovere?».  Il vecchio s’era messo a ridere rispondendo che «naturalmente» non poteva far piovere affatto. «Ma finché tu non sei venuto»  gli aveva fatto osservare Wilhelm «c’era una terribile siccità. Poi passano tre giorni, ed ecco che si mette a piovere». E il vecchio:  «Ma no, le cose sono andate in tutt’altro modo. Vedi, io provengo da una regione dove tutto procede per il meglio, piove quando è necessario e fa bel tempo quando occorrre, e anche la gente è a posto e in pace con se stessa. Non così invece con la gente di qui, la quale è fuori dal Tao e fuori di sé. Quando ho messo piede  nel villaggio sono stato subito contagiato, per cui ho dovuto starmene da solo finché non sono tornato nel Tao, e allora com’è ovvio s’è messo a piovere.»”
(Barbara Hannah, Vita e opere di C.G.Jung)
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“I maghi della pioggia non fanno nulla per far piovere; si limitano ad andare al villaggio e a restarvi e la pioggia viene. Non fanno espressamente venire la pioggia; la lasciano venire o, più esattamente, la loro atmosfera interiore del consentire e sostenere la realtà, crea un clima in cui ciò che dev’essere si attua. […]
Spesso la gente qualunque usa senza saperlo i principi base della magia e non pensa neppure lontanamente di star facendo della magia. Il genitore che sa che il modo migliore per acquietare un figlio troppo agitato è quello di calmarsi profondamente lui stesso, si comporta da mago della pioggia o da guaritore. La calma è contagiosa esattamente come lo è l’isteria. Probabilmente tutti abbiamo conosciuto persone che emanano pace e affettuosità, e certe volte ci basta stare vicino a loro per sentirci meglio. Viceversa conosciamo persone il cui mondo interiore è caotico e disperato, e quello stato interno si riflette su chiunque li circonda.
In questo senso siamo tutti Maghi. 
(Carol S. Pearson, Risvegliare l'eroe dentro di noi)
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