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martedì 4 giugno 2013

Il fatto che io sia io, e non un altro... Un pensiero di Haruki Murakami sull'essere sé stessi

"Come ho già detto, sia nella vita quotidiana sia in campo professionale, lanciarmi in una competizione con qualcun altro per stabilire chi vale di più e chi meno non è nel mio stile di vita. So di dire una banalità, ma il mondo è bello perché è vario. Ognuno ha il proprio sistema di valori, e in base a questo sistema si comporta nel corso dell'esistenza. Io ho il mio, ed è quello a cui mi attengo. Questa disparità di opinioni ingenera nella vita di ogni giorno delle piccole sfasature, e può succedere che l'accumulo di tante piccole sfasature porti allo sviluppo di grandi incomprensioni. Il risultato è che si ricevono critiche prive di fondamento. Di certo non ne nasce nulla di piacevole. Anzi, può accadere di sentirsi profondamente feriti. E questa è un'esperienza molto dolorosa.
Tuttavia, man mano che avanzo negli anni, a poco a poco sono arrivato ad ammettere che dolori e ferite di questo genere in una certa misura sono necessari. A pensarci bene, una persona riesce a costruire la propria personalità e a preservare la propria autonomia proprio perché è differente da tutte le altre. Nel mio caso, tanto per fare un esempio, se riesco a scrivere dei libri è perché in un paesaggio vedo cose diverse da quelle che ci vede un altro, sento cose diverse e scegliendo parole diverse riesco  a costruire storie che hanno una loro originalità. Si creano così delle circostanze straordinarie per cui un numero non esiguo di persone si procura i libri in cui queste storie sono narrate e li legge. Il fatto che io sia io, e non un altro individuo, per me costituisce un patrimonio prezioso. Le ferite spirituali non rimarginate sono il prezzo che gli esseri umani devono pagare per la loro indipendenza." (Haruki Murakami, L'arte di correre)