martedì 3 settembre 2019

Nuovo studio, nuovo logo. Considerazioni sui traslochi, sui cambiamenti e sull'apertura di nuovi scenari


Inizio questo mese di settembre con una novità: ho trasferito il mio studio in Corso Avezzana 34, a Torre del Greco. Sarà un piacere per me inaugurarlo con quanti di voi vorranno partecipare ai prossimi eventi in programma (il 20 e il 24 settembre due presentazione gratuite a tema mindfulness, dal 1° ottobre il programma MBSR, a dicembre il nuovo ciclo di incontri dedicati alla compassione).

Prendo spunto dalla recente esperienza del trasloco, per qualche riflessione più generale in tema di cambiamenti.
Tanto per cominciare, va detto che questo trasferimento dello studio non è partito per mia iniziativa. In passato l'idea mi era anche balenata in mente di tanto in tanto ma poi, per amor di quiete, l'avevo sempre accantonata o dimenticata, scegliendo di restare dove stavo anziché complicarmi la vita. Poi un bel giorno il contratto di locazione è giunto a scadenza e, per via di certe necessità della parte locatrice, non è stato rinnovato. Così mi sono trovata sfrattata.
Quando veniamo sloggiati da una postazione che ci è familiare, come per esempio da una casa, da una posizione lavorativa, dal posto che occupiamo al fianco di un partner, è del tutto naturale che sulle prime l'esperienza possa presentarsi a noi come sgradevole. E ciò a prescindere da quanto fosse effettivamente soddisfacente per noi la posizione in questione (il mio vecchio studio per esempio non era più abbastanza capiente per i gruppi e poteva capitare di stare un po' stretti). A volte ci riesce più semplice restare in una situazione scomoda ma nota, che esporci deliberatamente a un cambiamento,  perché questo ci costringe ad uscire dalle nostre abitudini, a ripensare l'organizzazione della nostra vita, a fare i conti con l'incertezza.
Poi viene la volta che la vita ci impone di cambiare. E non ci domanda se siamo d'accordo. Non ascolta le nostre rimostranze. In certi casi non ci dà nemmeno il preavviso (come invece e per fortuna avviene per le finite locazioni).
Allora la questione non è più evitabile né procrastinabile: l'onda del cambiamento ci si para davanti e ci chiede di cavalcarla. Sta a noi scegliere se sprecare le nostre energie rifiutando la realtà e contrastando le richieste dei tempi oppure aprirci all'enorme potenziale di rinnovamento insito nella fine delle cose e nel tramonto dei vecchi scenari, per aprirci a scenari nuovi e a tutto ciò che può nascere proprio perché qualcos'altro muore. Per fiorire,  i semi del cambiamento hanno bisogno di un terreno che li sappia accogliere e i traslochi veri o simbolici della nostra vita sono un buon momento per estirpare le erbacce, dissodare la terra e dare modo ai processi di crescita di seguire i loro tempi. 
Mentre lo studio vecchio era mezzo smontato e lo studio nuovo in fase di allestimento, in una calda giornata passata a dividermi di qua e di là (i clienti nello studio vecchio con quattro mobili, gli operai in quello nuovo con trapani, scatole e scatoloni) mi arriva una telefonata. Mi propongono un'intervista in quanto life coach ed esperta di cambiamento. Mi viene un po' da ridere, dato il momento.  Beninteso loro non sanno che sono nel pieno di un cambiamento (è una coincidenza...) e quando glielo dico (dico cioè: dovrò ricevervi nella baraonda di un trasloco) la risposta è questa: "Non è importante dove ci riceve, signora: il luogo che veniamo a visitare è Lei".

Oggi, reduce soddisfatta di questa calda estate passata a ripensare l'organizzazione dei miei spazi lavorativi, finalmente alleggerita del peso di vecchi arredi, vecchie riviste, vecchie scartoffie, mi accorgo che questo cambiamento di scenario mi ci voleva.
Apro la finestra e il panorama è nuovo. L'esposizione è diversa, i rumori in strada anche. Ho nuovi vicini. Qualche nuovo arredo. Spazi liberi, senza ingombri casuali.
Con l'occasione ho cambiato anche logo.
Il nuovo logo (un albero che contiene una stella) è il punto d'incontro tra le due immagini precedenti:




quella utilizzata per il counseling psicologico e il life coaching, con gli omini in viaggio che fanno una sosta sotto un albero e che si orientano grazie a una stella in cielo;



e quella utilizzata per le pratiche di mindfulness, con una persona che medita sotto un albero, ferma in raccoglimento, connessa al più ampio universo di cui fa parte.


Il nuovo logo vuole mettere insieme l'andare e lo stare, dando al simbolo un valore unificante. Come a dire: che tu stia fermo in un luogo, in raccoglimento, o in viaggio nella vita, spostandoti di qua e di là, ciò che ti guiderà e ti farà sentire a casa è la luce che porti dentro. Prenditene cura. 

In questo spirito, voglio aprire il nuovo anno lavorativo con due auguri. 
Il primo è per tutti noi che ci dedichiamo alle pratiche di mindfulness. Che la luce della consapevolezza, che intendiamo alimentare e tenere accesa con la regolarità della pratica, possa illuminare le nostre menti e la nostra vita, farci sentire a casa nel nostro corpo ovunque siamo, fermi o in viaggio, radicati nella realtà come alberi e in contatto rispettoso e amorevole con l'universo vivente di cui siamo parte.
Il secondo è per quanti di noi, in questo momento, soffrono perché  fermi in una situazione scomoda o che ha fatto il suo tempo ma da cui, per amor di quiete o paura di trambusto, non osano uscire, come una relazione logora che va avanti per forza di inerzia, un luogo in cui si vive che non risponde più alle proprie esigenze, o  un lavoro che opprime il cuore e non lascia decollare il progetto lavorativo dei sogni.
L'augurio in questi casi non è di fare un passo per cui non ci si senta pronti, ma di saper riconoscere quando arriva il momento di farlo.
A volte la sorte ci viene incontro accompagnandoci (e magari anche un po' spingendoci) là dove non oseremmo andare in circostanze abituali. Concediamoci in questi casi un ascolto attento delle reali richieste che la vita ci pone quando ci lancia le sue sfide,  e anche il lusso, se i tempi sono maturi, di lasciar emergere la personalissima risposta del nostro cuore, che forse aspettava solo di essere interrogato per sentirsi libero di parlare e magari di stupirci, con la grande potenza che possono avere le risposte creative quando sono tempestive.



Quando soffia il vento del cambiamento
 alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.
(Proverbio cinese)

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