lunedì 22 aprile 2013

C'è un tempo per essere Yin e un tempo per essere Yang

"V'è una marea nelle questioni umane,
 valendosi della quale si giunge alla fortuna;
 invece trascurandola, tutto il viaggio della vita
trascorre tra scogli e sventure."
(William Shakespeare, Giulio Cesare)
***
C'è un famoso passo dell'Ecclesiaste che recita: "Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo" e procede elencando varie cose che vanno fatte al momento giusto, a cominciare dal nascere e dal morire.
Oggi vi propongo un elenco analogo, ma molto più analitico e organizzato, riportato da David Richo, nell'ambito di un più ampio discorso sulla tempestività. Noterete che si tratta di coppie di atteggiamenti o comportamenti opposti, ciascuno dei quali non può dirsi giusto o sbagliato in sé e per sé, ma acquista qualità e senso diversi secondo che venga posto in essere al momento giusto o al momento sbagliato. Del resto, anche aprire e chiudere una porta sono due azioni opposte, ma non si può certo dire in assoluto quale delle due sia giusta e quale sbagliata: dipende dal momento.
Noterete che, nell'elenco che segue, la colonna di sinistra contiene comportamenti o atteggiamenti di tipo attivo, mentre la colonna di destra contiene comportamenti o atteggiamenti di tipo passivo/ricettivo. Qualcuno potrebbe essere tentato di considerare una colonna preferibile in assoluto rispetto all'altra, ma  in realtà non bisogna dimenticare che Yin e Yang (il principio femminile, ricettivo, e quello maschile, attivo) sono entrambi aspetti imprescindibili della natura e dell'esperienza umana. 
Un viaggio esistenziale completo richiede la visita di entrambe le sponde del fiume della vita: l'unica cosa importante è la scelta del momento giusto per andare di qua o di là.
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(sponda attiva) (Yang)
(sponda ricettiva) (Yin)
ESISTE UN TEMPO 
PER:
E UN TEMPO
 PER:
conquistare o resistere
cedere
combattere
ritirarsi
accettare un carico maggiore
disfarsi di un carico prezioso
tenere stretta una mano
lasciare la presa
colpire
incitare
agire
essere
cogliere l’occasione
fermarsi
agire in base alla logica
agire in base alla fede
mirare alla conquista
comprendere più a fondo
attendere il successo
uscire elegantemente di scena
essere coinvolti
essere soli
controllare
lasciare che sia
estirpare con forza le erbacce
cogliere delicatamente i fichi
dire la propria
stare in silenzio
pianificare
essere spontanei
impastare il pane
lasciare che lieviti
colpire la palla
smorzare il colpo
sapere
non sapere
creare
imitare
infrangere le regole
rispettare le regole
trascendere i limiti
rispettare i limiti
dimostrare mascolinità/energia Yang
dimostrare femminilità/energia Yin
sfruttare il tempo
oziare
ricostruire, resuscitare
lasciar crollare, disintegrare
sentirsi completi
sentirsi frammentati
essere malinconici (Saturno)
essere raggianti (Mercurio)
operare una scelta
lasciare al caso
ottenere tramite lo sforzo
ricevere la grazia
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Un'idea per utilizzare questo elenco può essere passare in rassegna gli eventi, le scelte e le azioni che hanno caratterizzato la nostra vita negli ultimi tempi (ultimi sei mesi, ultimo anno) e osservare quale delle due colonne contiene atteggiamenti e comportamenti a cui abbiamo fatto ricorso più spesso.
Se ci sembra che la nostra situazione attuale sia per noi insoddisfacente, possiamo valutare se per caso  ci siamo soffermati troppo su una sponda rispetto all'altra e considerare se non sia il momento di riequilibrare le cose. Forse stiamo resistendo, mentre ormai è il momento di cedere, ce ne stiamo fermi mentre è arrivato il momento di cogliere le occasioni, stiamo continuando a combattere una vecchia lotta, mentre è ora di ritirarsi e così via.
Riconoscere il momento giusto per ogni cosa forse è una questione di capacità, forse è una questione di fortuna, o forse è un misto delle due cose:  quel portentoso connubio che qualcuno chiama  "rivelazione". E a questo punto, proprio a proposito di quest'ultima, concludo per buon augurio e incoraggiamento, con un  pensiero di Bernadette Roberts, secondo cui "la rivelazione conosce il suo tempo e si manifesterà quando non può essere scambiata per nessun'altra cosa".
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sabato 20 aprile 2013

Sguardo ultracinquantenne

Una delle cose che possono venirci in mente verso i cinquant'anni (e più) è che stiamo "scendendo una china", che cioè siamo nella fase calante del nostro ciclo di vita: il culmine della bellezza e dell'efficienza appartiene al passato, ed il massimo che possiamo fare d'ora in avanti è... conservarci bene.
Ok, conserviamoci bene, se ci va e se ci riusciamo. Dopo tutto anche questa è una declinazione delle  nostre regole della serenità (curare il proprio corpo, il proprio spirito, il proprio ambiente di vita, le proprie relazioni, i propri interessi, eccetera). 
Ma non è questo il punto.
Il punto è superare l'idea che il massimo che possiamo fare è "conservarci".
Un po' perché ogni sforzo in tal senso dovrà sempre fare i conti con qualche insuccesso (siamo  deperibili  per natura, per quanto buone siano le modalità di conservazione che mettiamo in atto) e un po' perché l'impegno conservativo rischia di distogliere la nostra attenzione dai doni che possono venirci dalla maturità.
Esempio: il nostro sguardo sulla vita e sul mondo.
Può mai essere lo stesso di quando avevamo vent'anni?
E sarebbe di qualche utilità se fosse così?
Chi oggi ha uno sguardo sulle cose deluso e sfiduciato forse potrebbe effettivamente rimpiangere le illusioni e le speranze della giovinezza. Ma il rimpianto è un sentire sterile se non diventa molla per passare ad altro: cioè a uno sguardo maturo ma anche positivo.
Forse non è un caso che la natura con l'avanzare degli anni ci renda presbiti.
Forse è la lungimiranza che reclama il suo posto nella nostra vita.
Sembra quasi che l'età matura ci porti la presbiopia, per invitarci a guardare le cose distanziandocene a sufficienza. Perché?
Forse perché così possiamo comprenderle meglio.
Dopo tutto abbiamo vissuto abbastanza a lungo da aver sperimentato, tra alti e bassi, molte condizioni dell'esistenza, da aver conosciuto sulla nostra pelle il vero significato di parole come "decennio" e "ventennio",  da aver fatto i conti con la complessità delle situazioni, con ciò che evolve su tempi lunghi, e quindi forse è ora di trasformare tutto questo bagaglio in saggezza e rendere in tal modo prezioso, proprio perché dotato di autonomo senso, anche il capitolo 2 della nostra vita.
Tutto questo non significa che potremo finalmente sentirci arrivati.
Infatti continueremo comunque e sempre ad imbatterci nel nuovo e nell'imprevedibile (il futuro è anche questo!), ma la consapevolezza adulta  può portarci, come direbbe Murakami Haruki, ad accettare più serenamente la realtà così com'è e nel frattempo...continuare a vivere.
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Ed ora qualche riga dal libro "L'arte di correre" di Murakami Haruki 

"Adesso sono nella seconda metà della cinquantina. Siamo entrati nel XXI secolo, e io ho superato i cinquant'anni, cosa che quando ero giovane, senza scherzi, non riuscivo nemmeno a concepire. E' ovvio che razionalmente davo per scontato che il XXI secolo sarebbe giunto (a meno di qualche evento straordinario) e che a quell'epoca avrei avuto cinquanta e passa anni, ma per il giovane che ero a quel tempo immaginare l'aspetto che avrei avuto a cinquant'anni era impossibile, era come figurarmi concretamente il mondo dopo la morte. [...]
Ed ecco che ora mi trovo a vivere in un mondo che non potevo neppure immaginare. Quando ci penso mi sembra davvero strano. Se sia felice o meno di essere in questa situazione non lo so, ma ho l'impressione che farmene un problema non sarebbe una buona cosa. Per me - e probabilmente non soltanto per me - invecchiare è un'esperienza nuova, e anche il sentimento che provo è una novità. Se l'avessi già sperimentato, almeno una volta, adesso ci vedrei un po' più chiaro, ma poiché non è così, non è facile, credetemi. Di conseguenza non posso far altro che rimandare a più tardi le analisi circostanziate, accettare così com'è la realtà e nel frattempo continuare a vivere. Esattamente lo stesso atteggiamento che ho nei confronti del cielo, delle nuvole, dei fiumi. Inoltre ho l'impressione che esista in tutto ciò, senza possibilità di dubbio, una certa comicità, e che da un certo punto di vista questa comicità abbia il suo valore."

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foto del lago di Garda tratta dal sito: https://www.traum-ferienwohnungen.de/50309/



domenica 14 aprile 2013

Pensieri del mattino di Omar Falworth



Ogni mattina, appena ti alzi dal letto
ricordati di rivolgere un pensiero alla vita
e alla grande fortuna che hai di esistere
affinché esso ti accompagni durante la giornata
ampliandoti le gioie e riducendo i dispiaceri.

Ogni mattina, mentre ti vesti
ricordati di rivolgere un pensiero al mondo
e all'immensa bellezza di cui ti fa dono
affinché tu possa riempirti gli occhi del bello
che c'è in ogni cosa che vedi.

Ogni mattina, mentre ti bagni il viso
ricordati di rivolgere un pensiero all'amore
affinché colori d'arcobaleno la tua mente
e ti spinga a donare il meglio di te agli altri.

Ogni mattina, mentre bevi il tuo caffè
ricordati di rivolgere un pensiero alla morte
affinché ti faccia apprezzare ogni istante del giorno
e ti sproni ad agire per favorire la vita.

Se sai vivere bene un solo giorno
riuscirai a vivere bene tutta la vita.

Ricordati che oggi incontrerai
uno stolto che metterà a dura prova
la tua bontà e la tua pazienza,
un maldicente che sparlerà di te,
un furbo che cercherà di usarti,
un presuntuoso che pretenderà
di aver ragione ad ogni costo,
un prepotente che cercherà di sopraffarti,
un iracondo che ti trasmetterà rabbia.

Ma tu non ti lascerai turbare più di tanto
perché sarai in compagnia di
un moderato che frenerà le tue reazioni,
un buono che tramuterà in bene
tutto il male che riceverai,
un saggio che ti guiderà sulla retta via
e ti farà prendere delle buone decisioni,
ovvero sarai in compagnia
di te stesso.

Omar Falworth

venerdì 12 aprile 2013

L'attraversamento del fango - una citazione da "Lo Zen e l'arte di innamorarsi"

Contadino indonesiano al "Buffalo Race"
foto di Chan Kwok Hung, 

***
"Molti credono che la loro vita sia stata rovinata da rapporti sbagliati e da situazioni che non sono riusciti a cambiare o a controllare.
Quando ci veniamo a trovare in una situazione che non ci piace o in un rapporto che ci ferisce o non va come vorremmo, cerchiamo tutte le spiegazioni probabili (...)  ma soprattutto perdiamo di vista il fatto che il fango è semplicemente fango.
Dogen Zenji, un grande maestro zen, sapeva affrontare qualunque situazione senza lasciarsi toccare, perché non vi aggiungeva niente. Era esattamente lì dove stava, e sperimentava direttamente ogni cosa. Il fango non era cattivo né inquinante. Era semplicemente fango. Ci camminava dentro continuando per la sua strada, e prima o poi si ritrovava di nuovo a camminare  sull'erba. Ma quando raggiungeva di nuovo l'erba, non era il paradiso: era semplicemente erba. Quando arrivava l'inverno e l'erba seccava, non stava subendo una punizione, non era maltrattata dalla cattiveria dell'inverno. Semplicemente era venuto il  momento per l'erba di seccarsi. Dopo l'inverno sarebbe arrivato qualcos'altro. 
La maggior parte di noi non sa attraversare in questo modo i fatti e gli eventi della vita. Cerchiamo di trasformare il fango in acqua pura. Quando troviamo un prato erboso vogliamo che rimanga verde, anche nel gelo invernale. Abbiamo paura di quello che la vita ha in serbo per noi, invece di procedere semplicemente nella sua direzione.
Ci comportiamo così anche nei rapporti. Restiamo attaccati a una situazione passata, ruminando sui torti che abbiamo subito e rifiutandoci di lasciarli andare. Siamo arrabbiati per non essere riusciti a tenere la situazione sotto controllo, e come risultato ci sentiamo impotenti.
Ma cos'è che possiamo controllare davvero? Non poter controllare questo insondabile mondo significa davvero che siamo impotenti o che siamo matti? Non ci sarà un altro modo per vivere tanto la bellezza che il dolore? 
Impegnandoci sinceramente nella pratica zen  diventiamo sempre più capaci di capire che il fango è semplicemente fango. Non è stato messo lì apposta per avvilirci, svalutarci o impedirci di procedere. Accettiamo di incontrarlo nel nostro viaggio, lo attraversiamo e semplicemente andiamo avanti. " (Brenda Shoshanna, Lo Zen e l'arte di innamorarsi)
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lunedì 8 aprile 2013

The Good Life, secondo Scott ed Helen Nearing

"The good life is never stable, never secure, never easy and never ended. It is a series of steps or stages, one leading into the other and all, in their outcome, adding, not subtracting; augmenting, not diminishing; building, not destroying; creating, not annihilating."(Scott Nearing, 1965)
Helen & Scott Nearing 1950 / Image by Rebecca Lefkoff
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I coniugi Scott ed Helen Nearing (pacifisti, vegetariani e autori di vari libri, tra cui “Living the Good Life”, divenuto best seller negli anni '70), nel 1932, durante la Grande Depressione, lasciarono New York e si trasferirono sulle Green Mountains, nel Vermont, alla ricerca di un’esistenza il più possibile libera, semplice e autentica.Tagliati i ponti con i ritmi, le abitudini e le false necessità della società civile, adottarono uno stile di vita autarchico e non conservarono altre dipendenze, se non dalla loro intelligenza, dal loro lavoro, dalla loro tenacia.
Successivamente, la civiltà da cui erano fuggiti li raggiunse anche nel Vermont, sotto forma di piste da sci.
Fu così che rifecero i bagagli e si trasferirono questa volta nel Maine, dove restarono fedeli alle loro scelte e, superando imprevisti e difficoltà, vissero a lungo e in buona salute, capaci fino a tarda età di costruire una casa in pietra con le proprie mani.
Nella sua autobiografia “Loving and Living the Good Life”, Helen Nearing condensa in una specie di decalogo i principi ispiratori del loro stile di vita, principi che ciascuno di  noi, volendo, può fare propri e mettere in pratica, per apportare tocchi di semplicità, autenticità e libertà nella propria vita di tutti i giorni, pur senza giungere a scelte drastiche. 
Ve li trascrivo qui di seguito, in versione italiana, augurandovi di farne... buon uso!
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"- Fa' del tuo meglio, qualsiasi cosa succeda;
- sii in pace con te stesso;
- trovati un lavoro che ti piaccia;
- vivi semplicemente per quanto riguarda i lavori di casa, la cucina, il vestiario; sbarazzati dei cumuli di cose inutili;
- stabilisci ogni giorno un contatto con la natura; senti la terra sotto i piedi;
- fa' del moto lavorando, curando il giardino o passeggiando;
- non preoccuparti, vivi una giornata alla volta;
- condividi tutti i giorni qualcosa con qualcuno; se vivi da sola, scrivi a qualcuno, regala qualcosa, aiuta qualcuno in qualche modo;
- trova il tempo per meravigliarti della vita e del mondo; quando puoi, cerca di cogliere gli aspetti umoristici della vita;
- percepisci l’unica vita che è in tutte le cose; sii gentile con le creature."
(Helen Nearing)

lunedì 1 aprile 2013

Un mio nuovo video e due citazioni sull'attesa

Oggi mi avventurerò su un terreno minato: parlerò dell'attesa ai lettori di un blog dedicato a persone che corrono e che, come tali, si presume che abbiano fretta quasi per definizione. Come mai ho deciso di farlo? Questa è la prima cosa che vi spiegherò, quasi ridendo, all'inizio del video, per cui è inutile anticiparlo qui. 
A seguire due citazioni ed una foto, per ringraziare i cacciatori di aforismi che, con la loro insistenza, hanno contribuito... ad ispirare il mio video. 
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"E stanno tutti aspettando che succeda qualcosa 
Che tolga il velo di polvere dalla realtà 
E stanno tutti aspettando che arrivi la sposa 
Coi fiori in mano e una promessa di felicità." 
(Jovanotti, Temporale)
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 Se tu vieni ... tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice...Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore. "
(Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe)


Nella foto: L'attesa, di Emanuela Bartolotti, Premio Celeste 2009