giovedì 15 settembre 2022

Contemplazione di un altro essere umano: un incontro con la comune umanità. Première su YouTube domenica 18 settembre ore 11:00



Appuntamento su 
domenica 18 settembre alle 11:00
 per la première della
CONTEMPLAZIONE DI UN ALTRO ESSERE UMANO
UN INCONTRO CON LA COMUNE UMANITÀ

Ecco il link a cui collegarsi per seguire la pratica
 sia durante la première sia in seguito: 

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"Nulla di ciò che è umano mi è estraneo", dice una famosa frase di Terenzio. Eppure, quante volte abbiamo pensato di non avere nulla da spartire con certe persone...
Questa pratica è un invito a guardare attentamente un altro essere umano (anche in fotografia o mentalmente, se non ce l'abbiamo materialmente di fronte) e ad aprirci alla domanda: "Cosa ho da spartire io con questa persona?". E poi notare cosa cambia e cosa non cambia nella percezione che abbiamo di lei, nel nostro atteggiamento nei suoi confronti
La vita di relazione è una sfida continua, un campo dove l'incontro con l'altro può presentarsi come fonte di possibili attriti, competizioni, minacce piccole o grandi, che possono portarci istintivamente a chiuderci, corazzarci, metterci in protezione prima ancora di provare a conoscere e comprendere chi abbiamo di fronte. Il pregiudizio negativo sull'altro può creare barriere, separarci, isolarci, fino a farci sentire soli in mezzo alla gente, come separati e stranieri anziché membri di un'unica tribù fatta di persone che, pur nelle differenze individuali, conoscono tutte il dolore e la gioia, la rabbia e la paura, la vulnerabilità e il desiderio di stare bene, sentirsi amate, accettate e al sicuro.
Portando l'attenzione sugli aspetti di umanità che condividiamo con gli altri - tutti siamo stati bambini, tutti abbiamo avuto gioie e dolori, tutti abbiamo avuto momenti di rabbia, di paura, di piacere, tutti viviamo in un corpo che cambia nel tempo e che prima o poi si trasformerà in cenere - possiamo cominciare a cambiare il modo in cui percepiamo l'altro, riducendo così il senso di distanza e di separatezza, lasciandoci toccare dall'umanità dell'altro, che è anche la nostra umanità, dalla sua e nostra vulnerabilità e sperimentare un senso di maggiore vicinanza , solidarietà, calore tra esseri umani che può consentirci di sentirci meno soli nei mutevoli climi dell'esistenza.
Possiamo sentire che a questo mondo non siamo i soli a conoscere la sofferenza e la difficoltà, che siamo sulla stessa barca con altre persone, e che possiamo farci coraggio gli uni con gli altri tra le onde tempestose della vita e anche festeggiare insieme la bonaccia, quando arriva, condividere un sospiro di sollievo, sorridere insieme e insieme godere anche dei momenti di tranquillità e calma.
Che noi possiamo conoscere e apprezzare momenti di profonda sintonia con altri esseri umani, momenti in cui non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, non dobbiamo difenderci da nessuno e possiamo sentirci paghi delle cose semplicemente così come sono: con questo respiro, questo raggio di sole, questo cuore che batte senza fretta.



sabato 3 settembre 2022

Consulenza telefonica nel verde: tra psicologia, natura e tecnologia



È attivo un servizio di consulenza telefonica nel verde. 
Ecco di cosa si tratta e perché sceglierlo.
Il servizio si configura come possibile alternativa, in alcuni giorni e orari dedicati, rispetto alle sedute nel setting abituale online o in studio a Napoli


A volte ci vuole l'abbraccio del sole per scaldarci il cuore e a volte ci vuole il movimento del vento per scompigliarci i capelli e sospingerci verso un cambiamento. 
A volte ci vuole la forza degli alberi per sostenerci e farci ritrovare l'equilibrio e a volte ci vuole lo scorrere dell'acqua per pulire le ferite e ricordarci che tutto passa e anche questo momento passerà. 
A volte ci vuole il colore dei fiori, il loro profumo,  per risvegliarci alla vita attraverso i sensi e a volte ci vuole un onesto e umile contatto del corpo con la Terra, per ricordarci che siamo suoi figli, facciamo tutti parte della grande famiglia della vita terrestre, che ha le sue leggi, i suoi tempi e i suoi cicli, che riguardano tutti e anche noi.
È di questo che facciamo esperienza (di solito come sfondo e ogni tanto con un insight in primo piano) quando camminiamo insieme, durante un colloquio psicologico al telefono, stando magari uno in un bosco di montagna e l'altra in un parco cittadino vicino casa, o lungo un viale alberato ai margini dell'abitato e al confine con la campagna. 
È su un viale così in effetti che è cominciata nel 2020 l'avventura della consulenza telefonica nel verde. Quando con l'arrivo della pandemia le sedute divennero tutte online, una cliente mi disse che non era tanto la mia presenza fisica che le mancava, perché in fondo le bastava la mia voce e il sentirsi accolta dal mio ascolto mentre parlava. Ciò che davvero le mancava era il nutrimento del viaggio, l'insieme delle cose che avvenivano durante il cammino per andare e tornare dal mio studio. Le mancava scendere da casa ed andare fisicamente ad un appuntamento con sé stessa, trovando conforto nei suoi passi, nell'aria aperta e in tutto ciò che incontrava per strada e che completava il senso della seduta.
E da lì, come si dice, l'ostacolo divenne opportunità, perché aprì la strada alla possibilità  di uscire di casa in occasione di una consulenza telefonica e di fruire così del supporto della natura come aspetto complementare del percorso di benessere psicologico. 
Dopotutto  è proprio questa l'idea alla base della creazione dei cosiddetti healing gardens, i giardini terapeutici, luoghi in cui il semplice contatto (anche 'passivo' o, per meglio dire, 'riflesso') con la natura è considerato di complemento alle cure mediche, a sostegno dei processi di guarigione. 
Ecco così riemergere d'improvviso la mia formazione in terapia orticolturale maturata dieci anni fa presso la Scuola Agraria del Parco di Monza e le parole di Cristina Borghi, il medico che teneva il corso sui giardini terapeutici nonché autrice del libro Il giardino che cura. Il contatto con la natura per ritrovare la salute e migliorare la qualità della vita (Giunti Edizioni).
L'esperienza della consulenza telefonica nel verde è partita dapprima con una sola cliente e poi via via si è ripetuta con altre persone che ne hanno fatto richiesta, complici anche le vacanze e le maggiori occasioni per tutti di passeggiare all'aperto in luoghi ameni.
Un paio di scarpe comode, il cellulare, gli auricolari, a volte una giacca a vento. 
E poi la seduta che diventa una camminata. Per entrambi: per chi eroga la consulenza e per chi la riceve. La natura è il nostro setting condiviso: siamo semplicemente in cammino sullo stesso pianeta, uno in una certa zona, uno in un'altra, entrambi all'aria aperta. E questo si percepisce e crea una particolare sintonia anche al telefono.
A volte io cammino sulla mia strada alberata a confine con la campagna, il Vesuvio da un lato e il Golfo di Napoli dall'altro, altre volte vado in un bosco vero e proprio o in un prato. Dipende dai giorni, dall'appuntamento prima e dall'appuntamento dopo, dal tempo che fa.
C'è un tempo per i colloqui all'aperto e un tempo per i colloqui al chiuso.
Un'agenda ben organizzata deve tener conto di tanti fattori, delle tante richieste del momento,  ma anche e soprattutto delle caratteristiche di ciascuna persona, del suo particolare momento di vita e del tipo di questioni che l'hanno portata a intraprendere un percorso di consulenza e sostegno psicologico.
I percorsi di alcune persone si prestano ad una modalità di questo tipo, altri percorsi invece no e nell'ambito del medesimo percorso possono esserci fasi in cui questa modalità può essere d'aiuto e fasi in cui può non esserlo. 
La consulenza telefonica all'aperto può essere insomma una bella risorsa nell'ambito dei servizi tesi alla promozione del benessere psicologico delle persone, purché venga proposta senza forzature e solo allorché sussistano le condizioni giuste,  quando cioè la persona, con le sue caratteristiche, i suoi bisogni, le sue problematiche, possa davvero permettersela, goderne e trarne beneficio. Cosa che chiaramente va valutata caso per caso.