venerdì 17 maggio 2013

Dosi di inevitabile dolore

Per quanto intenso sia il nostro desiderio di serenità, e per quanto attivi possiamo essere nel cercare di  raggiungerla, c'è comunque una quota di dolore nel nostro vivere a cui non possiamo sottrarci, e che ci spetta quasi  per legge di natura.
Come certi dolori fisici, da bambini, ci venivano presentati  bonariamente come "dolori di crescita", senza che la cosa ci consolasse minimamente, così anche da grandi possiamo non trarre conforto alcuno dall'idea che vi possa essere una qualunque utilità in un dolore che ci tocca da vicino.
E' magari solo dopo che la tempesta è passata che, guardandoci indietro, possiamo scoprire di aver fatto un salto di qualità, nella nostra sensibilità, nella  nostra consapevolezza, nella nostra comprensione delle cose umane.
A volte, poi, può essere proprio un dolore il motore di un viaggio che non avremmo mai intrapreso, se la vita fosse stata più tenera con noi.
Lo scalpello che colpisce e ferisce la pietra può trarre da un blocco di marmo grezzo una fine scultura, come le cesoie che potano e mutilano una pianta possono consentire a tempo debito una splendida fioritura.
Si può fare, sì,  tutto il possibile per cercare di essere felici ogni giorno e va benissimo accogliere  ogni momento  della  nostra vita come possibile occasione di gioia.
Ma quando arriva il momento del dolore a cui non si può sfuggire, diventa inutile cercare di evitarlo o di resistergli. Non ci resta  che accoglierlo e accettarlo fino in fondo, così com'è, in tutta la sua durezza, e  anche, a volte, in tutta la sua ingiustizia e insensatezza: perché proprio questo? perché proprio a me? 
Ci sono misteri che sfuggono alla nostra comprensione. Ci sono misteri che non risolveremo mai. Le cose, certe volte, sono e basta. E alcune non le capiremo mai. 
Tuttavia se sapremo resistere abbastanza a lungo da vedere la notte che cede il passo al giorno,   potrebbe giungerci alla fine un dono inatteso; qualcosa che mai avremmo prefigurato nel passato; un bene magari molto diverso dalla stessa idea di bene che potevamo avere prima.  Come se proprio il dolore ci avesse affinati, rendendoci capaci di cogliere ciò che prima ci risultava impercettibile,  dandoci anche parametri nuovi di giudizio, e una maggiore profondità nel sentire. 
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"Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato."
(Fernando Pessoa) 
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"Vedo la città da questo strano vetro. Non sono mai stato dentro un’ambulanza. Un volontario della Croce Rossa mi tiene la mano sulla spalla e dice che devo stare calmo perché il Policlinico è vicino.
... Ripenso a quanto è bello il cielo, il traffico, la quotidianità o l’essere semplicemente vivi.
Quanti sorrisi non ho regalato, quante emozioni non ho ancora vissuto, quante volte ho offuscato i miei sogni dietro i fantasmi della paura…
Se dovessi uscire di qui, canterò con la Musica la gioia di vivere, ogni momento bello o brutto, qualunque sarà la mia condizione."
(Giovanni Allevi)
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"Ciò che non mi distrugge mi rende più forte."
 (Friedrich Nietzsche)
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