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L’importanza che le dee
dell’antica Grecia possono rivestire per le donne di oggi è nel fatto di
incarnare, ciascuna, specifici aspetti della psicologia femminile, con caratteristiche
talmente marcate da consentire ad ogni donna di riconoscerli, se sente che le
appartengono, e anche di farci i conti, quando è necessario.
Le dee dell’Olimpo sono molto
diverse l’una dall’altra, e ciascuna ha tratti sia positivi sia potenzialmente
negativi. I miti che le riguardano indicano cosa per loro è importante ed
esprimono in forma di metafora ciò che può fare una donna che assomiglia a una
certa dea.
Si può anche dire che ogni dea è la
personificazione di un archetipo della femminilità (clicca qui) ed ogni donna
può comprendere meglio se stessa, se riesce a riconoscere quali archetipi sono
dominanti nella sua natura, quali stabilmente, quali occasionalmente (cioè in alcune fasi della vita o in
certe situazioni), e quali sono stati messi a tacere perché incompatibili con
le richieste del mondo.
A volte infatti le attese di una
certa cultura, di una certa famiglia, di una certa classe sociale tendono a
valorizzare alcuni modelli della femminilità a scapito di altri, con la conseguenza di spingere una
donna a soffocare la sua natura autentica in ossequio al modello di femminilità
accettato dal suo contesto, e quindi a fingere di essere una dea, mentre in
realtà ne è… un’altra.
Per esempio, se papà e mamma
desiderano una figlia tutta grazia e dolcezza, tenderanno probabilmente a
premiare una bambina che esprime le qualità di Persefone (“figlia della
mamma”/donna ricettiva) e di Demetra
(madre/nutrice) e a disapprovare una
figlia Artemide (sorella/competitiva/femminista) che sa quello che vuole e
pretende di avere le stesse opportunità e gli stessi privilegi di suo fratello. Oggi peraltro, che al modello
femminile della mamma-casalinga non viene tributata una grande considerazione sociale, una bambina potrebbe venir dissuasa dal restare a casa
a giocare “alla mamma” o “alle signore” (come magari per sua natura amerebbe fare) e spinta piuttosto a praticare sport
competitivi o ad andare a scuola prima del tempo, perché quelli sono gli ambiti
in cui i genitori desiderano che emerga, e quelli sono i ruoli che le
promettono una buona posizione nel mondo.
La questione però è che le nostre “vere
dee interiori” (le nostre vere attitudini, i nostri "archetipi dominanti"), anche se imprigionate, continuano a vivere nelle secrete della
nostra natura, per cui una bambina – e poi una donna – continuerà a sentirsi
quello che è, nonostante si sia piegata per compiacenza ai modelli altrui.
La disapprovazione del mondo, infatti, non modifica il modello interno: gli dà solo un marchio d’infamia; con la conseguenza che la donna si vivrà come inadeguata e carente per via delle reali caratteristiche della propria natura e dei propri reali interessi, e dolorosamente inautentica, perché continua a fingersi diversa da quello che realmente è. Tutto ciò con inevitabili ricadute sulla sua autostima che ne risulterà minata, come testimoniano le tantissime "donne di successo", a cui non bastano mai titoli, medaglie e riconoscimenti pubblici per riconoscere a sé stesse un reale valore.
Tutto questo per dire che anche le nostre "dee interiori", come le vere dee dell'Olimpo, sono capaci di attuare la loro vendetta se le tradiamo. Conviene allora rispettarle, onorarle e farsele amiche. Il che significa, fuor di metafora, che conviene avere cura delle parti di noi che ci appartengono profondamente e che rappresentano la nostra autenticità e unicità, a prescindere dal fatto che corrispondano o meno ad un un modello socialmente e culturalmente desiderabile.
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Le divinità femminili su cui prossimamente ci soffermeremo sono sette.
A mano a mano che le incontreremo, mi riprometto di mettere il link al post che le riguarda sotto il rispettivo nome in quest'elenco. Esse sono:
- Era (= Giunone)
- Demetra (= Cerere)
- Persefone (= Proserpina)
- Atena (= Minerva)
- Artemide (= Diana)
- Estia (= Vesta)
- Afrodite (= Venere)
- Era, Demetra e Persefone costituiscono il gruppo delle DEE VULNERABILI;
esse rappresentano le qualità femminili dell'orientamento al rapporto; la loro identità e il loro benessere dipendono dalla presenza nella loro vita di relazioni significative; esse rivestono rispettivamente i ruoli archetipici di:
- Atena, Artemide ed Estia costituiscono il gruppo delle DEE VERGINI;
esse rappresentano le qualità femminili dell'indipendenza e dell'autosufficienza; gli attaccamenti emotivi non le distoglievano da ciò che per loro era importante; non si innamoravano mai perdutamente e non si facevano vittimizzare; esse rivestono rispettivamente i ruoli archetipici di:
- Afrodite costituisce l'unica DEA ALCHEMICA;
ha sia alcune caratteristiche delle dee vulnerabili sia alcune caratteristiche delle dee vergini, ma non rientra in nessuno dei due gruppi; per esempio, dava maggior valore all'esperienza emotiva con gli altri, piuttosto che al vincolo con essi (com'era invece per le dee vulnerabili) o alla propria indipendenza dagli altri (com'era invece per le dee vergini); Afrodite mantenne l'autonomia, come una dea vergine, ma ebbe anche molti amori e molti figli, come una dea vulnerabile; le sue relazioni furono sempre una libera scelta e non fu mai vittimizzata da nessuno. Dea della bellezza e dell'amore, incarna il mito dell'attrazione erotica, della sensualità e della sessualità, ma rappresenta anche una forza immensa di cambiamento: attraverso di lei fluiscono attrazione, unione, fertilizzazione e nascita di una vita nuova, sequenza che, nell'unione tra un uomo e una donna, porta al concepimento di un bambino, mentre in altri processi creativi può portare alla nascita di una nuova teoria, di un'opera d'arte, di un progetto e di qualsiasi altro prodotto della creatività umana concepito in uno stato paragonabile all'innamoramento. Riveste il ruolo archetipico di:
Quando esamineremo più in dettaglio le caratteristiche di ogni singola dea, ogni donna potrà verificare a quale di esse sente di assomigliare di più. Probabilmente nessuna di noi si rispecchierà completamente in una sola divinità e ci capiterà di riconoscere in noi stesse, in misura maggiore o minore, stabile o occasionale, aspetti di dee diverse.
Questo da un lato può restituirci una visione poliedrica della nostra unicità (come miscuglio originale e irripetibile di attributi e potenzialità impersonati da varie dee) e dall'altro può portarci a riconoscere meglio anche certi nostri conflitti interni.
Dopo tutto anche la mitologia ci racconta che alcune dee dell'Olimpo erano in competizione tra loro, e questa mi sembra una buona metafora di quando ci troviamo sballottate tra aspetti confliggenti della nostra personalità che facciamo fatica a conciliare, e che ci impongono di decidere quale di loro esprimere e quando, se non vogliamo rimanere travolte dalla nostra personalissima... guerra epica.
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La disapprovazione del mondo, infatti, non modifica il modello interno: gli dà solo un marchio d’infamia; con la conseguenza che la donna si vivrà come inadeguata e carente per via delle reali caratteristiche della propria natura e dei propri reali interessi, e dolorosamente inautentica, perché continua a fingersi diversa da quello che realmente è. Tutto ciò con inevitabili ricadute sulla sua autostima che ne risulterà minata, come testimoniano le tantissime "donne di successo", a cui non bastano mai titoli, medaglie e riconoscimenti pubblici per riconoscere a sé stesse un reale valore.
Tutto questo per dire che anche le nostre "dee interiori", come le vere dee dell'Olimpo, sono capaci di attuare la loro vendetta se le tradiamo. Conviene allora rispettarle, onorarle e farsele amiche. Il che significa, fuor di metafora, che conviene avere cura delle parti di noi che ci appartengono profondamente e che rappresentano la nostra autenticità e unicità, a prescindere dal fatto che corrispondano o meno ad un un modello socialmente e culturalmente desiderabile.
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Le divinità femminili su cui prossimamente ci soffermeremo sono sette.
A mano a mano che le incontreremo, mi riprometto di mettere il link al post che le riguarda sotto il rispettivo nome in quest'elenco. Esse sono:
- Era (= Giunone)
- Demetra (= Cerere)
- Persefone (= Proserpina)
- Atena (= Minerva)
- Artemide (= Diana)
- Estia (= Vesta)
- Afrodite (= Venere)
Secondo il modello teorico di Jean Shinoda Bolen (esposto nel suo libro Le dee dentro la donna), che viene qui adottato come principale riferimento teorico sull'argomento, queste sette dee sono rispettivamente classificabili in tre diverse categorie, e cioè: dee vulnerabili, dee vergini, dee alchemiche.
In particolare:- Era, Demetra e Persefone costituiscono il gruppo delle DEE VULNERABILI;
esse rappresentano le qualità femminili dell'orientamento al rapporto; la loro identità e il loro benessere dipendono dalla presenza nella loro vita di relazioni significative; esse rivestono rispettivamente i ruoli archetipici di:
- moglie (= moglie fedele) Era;
- madre (= madre nutrice) Demetra;
- figlia (= figlia della mamma/donna ricettiva) Persefone;
- Atena, Artemide ed Estia costituiscono il gruppo delle DEE VERGINI;
esse rappresentano le qualità femminili dell'indipendenza e dell'autosufficienza; gli attaccamenti emotivi non le distoglievano da ciò che per loro era importante; non si innamoravano mai perdutamente e non si facevano vittimizzare; esse rivestono rispettivamente i ruoli archetipici di:
- figlia del padre (= stratega) Atena;
- sorella (= femminista/competitiva) Artemide;
- zia nubile (= vecchia saggia) Estia
- Afrodite costituisce l'unica DEA ALCHEMICA;
ha sia alcune caratteristiche delle dee vulnerabili sia alcune caratteristiche delle dee vergini, ma non rientra in nessuno dei due gruppi; per esempio, dava maggior valore all'esperienza emotiva con gli altri, piuttosto che al vincolo con essi (com'era invece per le dee vulnerabili) o alla propria indipendenza dagli altri (com'era invece per le dee vergini); Afrodite mantenne l'autonomia, come una dea vergine, ma ebbe anche molti amori e molti figli, come una dea vulnerabile; le sue relazioni furono sempre una libera scelta e non fu mai vittimizzata da nessuno. Dea della bellezza e dell'amore, incarna il mito dell'attrazione erotica, della sensualità e della sessualità, ma rappresenta anche una forza immensa di cambiamento: attraverso di lei fluiscono attrazione, unione, fertilizzazione e nascita di una vita nuova, sequenza che, nell'unione tra un uomo e una donna, porta al concepimento di un bambino, mentre in altri processi creativi può portare alla nascita di una nuova teoria, di un'opera d'arte, di un progetto e di qualsiasi altro prodotto della creatività umana concepito in uno stato paragonabile all'innamoramento. Riveste il ruolo archetipico di:
- amante (= donna sensuale/donna creativa)
Quando esamineremo più in dettaglio le caratteristiche di ogni singola dea, ogni donna potrà verificare a quale di esse sente di assomigliare di più. Probabilmente nessuna di noi si rispecchierà completamente in una sola divinità e ci capiterà di riconoscere in noi stesse, in misura maggiore o minore, stabile o occasionale, aspetti di dee diverse.
Questo da un lato può restituirci una visione poliedrica della nostra unicità (come miscuglio originale e irripetibile di attributi e potenzialità impersonati da varie dee) e dall'altro può portarci a riconoscere meglio anche certi nostri conflitti interni.
Dopo tutto anche la mitologia ci racconta che alcune dee dell'Olimpo erano in competizione tra loro, e questa mi sembra una buona metafora di quando ci troviamo sballottate tra aspetti confliggenti della nostra personalità che facciamo fatica a conciliare, e che ci impongono di decidere quale di loro esprimere e quando, se non vogliamo rimanere travolte dalla nostra personalissima... guerra epica.
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PROSPETTO RIASSUNTIVO DELLE 7 DEE GRECHE CONSIDERATE
(cliccando sui nomi greci o romani delle dee si viene rinviati alle relative vicende mitologiche su Wikipedia) Religione greca | Religione romana |
Ruolo
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---|---|---|
3 DEE VULNERABILI | ||
Era | Giunone | Dea del matrimonio e della famiglia (moglie = moglie fedele) |
Demetra | Cerere | Dea della terra e della fertilità (madre = madre nutrice) |
Persefone | Proserpina | Dea della terra feconda, dea dei morti (figlia = figlia di mamma) |
Atena | Minerva | 3 DEE VERGINI Dea della sapienza, della saggezza, della guerra, delle arti e dell'intelligenza (figlia del padre = stratega) |
Artemide | Diana | Dea della caccia e della luna (sorella = femminista/competitiva) |
Estia | Vesta | Dea del focolare domestico (zia nubile = vecchia saggia) |
1 DEA ALCHEMICA | ||
Afrodite | Venere | Dea dell'amore, della bellezza e dell'arte (amante= donna sensuale, donna creativa) |
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Leggi anche:
4) Demetra e l'archetipo della madre
5) Sono una donna non sono una dea. Confronto tra la donna Atalanta e la dea Artemide sulla questione: matrimonio e figli o successo e carriera?
6) Perdere se stessi nelle relazioni. Persefone: figlia diletta della sua mamma e sposa del dio degl'Inferi
5) Sono una donna non sono una dea. Confronto tra la donna Atalanta e la dea Artemide sulla questione: matrimonio e figli o successo e carriera?
6) Perdere se stessi nelle relazioni. Persefone: figlia diletta della sua mamma e sposa del dio degl'Inferi
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