venerdì 1 gennaio 2016

La meditazione della montagna e il Vesuvio. Il mio augurio per il nuovo anno

Per il nuovo anno potrei augurarvi semplicemente un buon anno: cioè un anno prospero,  pacifico, pieno di salute, amore, ricchezza, fortuna e successo. E certo ve lo auguro di tutto cuore (e lo auguro anche a me), ma è giusto per cominciare. 
In realtà il mio vero augurio per il nuovo anno è che possiate sentirvi saldi, sereni e positivi, comunque vadano le vostre cose. Il che non è una banalità, anche quando va tutto bene.
Il mio augurio è che riusciate a sentirvi come una montagna - come direbbe Jon Kabat-Zinn - o magari,  se vivete dalle mie parti, a sentirvi proprio come il Vesuvio.
Chi come me è cresciuto all'ombra del Vesuvio spesso intrattiene con lui un rapporto amichevole e non lo teme come ci si aspetterebbe. Torna da un viaggio, lo vede e pensa "casa". Sta già a casa, lo vede e pensa altre cose  (tipo: "fa freddo oggi: c'è neve sul Vesuvio"; "oggi è nuvoloso, il Vesuvio non si vede"; "oggi l'aria è limpida, si vede ogni dettaglio"). 
Una volta da bambina dissi  a qualcuno che guardare il Vesuvio mi dava un senso di sicurezza. La risposta fu una bella risata: altro che sicurezza, è una minaccia costante!
Quando mia nonna ormai anziana rimase vedova, la sera si sedeva sul balcone con la corona del Rosario tra le dita e lo sguardo fisso sul Vesuvio. Sapevo che cercava la forza da qualche parte e sapevo anche che così la trovava, e rientrava in casa rasserenata.
Quando da adulta sono tornata a vivere qui, nei luoghi dell'infanzia, questa sensazione che la vicinanza del Vesuvio mi trasmettesse forza è diventata abbastanza netta anche per me. Era una presenza salda e stabile, un punto di riferimento fisso nel paesaggio: incrollabile sotto le bufere e bellissimo nella varietà dei colori che assumeva sotto il sole e nelle diverse stagioni.
E' un bel simbolo da portarsi nel cuore, quando abbiamo bisogno di sentirci forti, radicati, stabili, comunque vadano le nostre cose: che ci sia gelo o tepore nella nostra vita, che ci siano cieli limpidi e lucidità nella nostra mente oppure confusione e pensieri bui che ci annebbiano come cupi nuvoloni.
La nostra montagna ci insegna a stare con qualunque circostanza e in un certo senso a diventare più grandi delle circostanze stesse. E qui non si parla solo di circostanze esterne, come possono essere gli eventi esterni della nostra vita, ma anche degli eventi interni, come per noi i pensieri pesanti,  le sensazioni fisiche di disagio e le emozioni difficili,  che a volte sembrano lì lì per esplodere e magari ci spaventano. Quando ciò avviene, possiamo evocare nella nostra mente  il ricordo del Vesuvio - se non ce lo abbiamo direttamente di fronte - ed acquietarci proprio come fa lui,  nonostante le minacce incandescenti che ribollono nelle viscere della terra.
***
Prendendo spunto dalla meditazione della montagna di Jon Kabat-Zinn, ho registrato un'analoga meditazione ispirata specificamente al Vesuvio. Ve ne  faccio dono oggi perché ascoltandola possiate sentirvi come il  Vesuvio, ogni volta che vi serve.
Tanti auguri ancora a voi tutti! Buon anno nuovo!