domenica 17 gennaio 2016

Viaggi solitari


Un viaggio può donarci scoperte, esperienze,  imprevisti,  incontri, decisioni, fatalità.
Da un viaggio possiamo tornare con un bagaglio molto diverso da quando siamo partiti, alleggeriti di ciò che abbiamo perso per strada, arricchiti di ciò che abbiamo raccolto lungo la via. 
Un viaggio può mettere alla prova la nostra capacità di adattamento alle stranezze del mondo, riempirci di stupore e meraviglia per ogni scoperta, o rivelarci qualcosa di molto preciso sulla tenuta dei nostri nervi in situazioni difficili o paradossali. 
Questo e molto altro può essere un viaggio, come del resto la vita stessa, per ognuno di noi.
E che dire di un viaggio da soli? 
Alcuni di noi lo considerano un'esperienza di pienezza e libertà (talvolta addirittura l'unico modo di viaggiare davvero). Per altri è un'idea inconcepibile.
Un viaggio da soli  può rappresentare un momento di vero incontro con noi stessi, tanto più importante e salutare quanto più cerchiamo di evitarlo.
Fare un viaggio da soli ci può infatti chiarire molte cose sul rapporto che intratteniamo con noi stessi.
Come ogni viaggio, può anche non essere tutto rose e fiori.
Può darsi che dovremo fare i conti con i  limiti delle nostre forze e anche con il rapporto che intratteniamo con questi limiti (li conosciamo, li accettiamo, li rispettiamo, ce li rimproveriamo, li neghiamo?).
Può darsi che ogni tanto ci avviliremo. O magari ci scopriremo più forti di quanto credessimo. 
L'amicizia con noi stessi può essere alimentata e consolidata durante un bel viaggio in solitaria.
Potremmo regalarci momenti magnifici, assecondando di volta in volta i nostri bisogni di stimoli, riposo, deviazioni, ritmi lenti o veloci, ripensamenti e via dicendo.
Potremmo anche conoscere altre persone, condividere momenti con loro, camminare un po' insieme, ma anche sentirci liberi di andarcene al momento buono, lasciando a loro volta liberi anche gli altri di andare.
Insomma può valerne la pena, almeno una volta ogni tanto.
E non c'è nemmeno bisogno di andare tanto lontano, se non ci va.
Ciò che realmente conta è metterci comodi nella nostra pelle, scoprire e accettare le mille qualità della nostra personalissima andatura, e aprirci affettuosamente a tutte le  rivelazioni che possono giungerci lungo la via, una volta che ci siamo messi in cammino.
***

Ed ora, a seguire, due ispirazioni sul tema. 
La prima è un link a un sito, cioè questo: 
http://www.viaggiatorisidiventa.it/viaggiare-da-soli-ci-rende-piu-forti/.
Qui troverete qualcosa di  interessante nel caso voleste regalarvi un viaggetto solitario e vi servisse un po' di incoraggiamento.
La seconda ispirazione è invece una poesia di Mary Oliver, che mi è tornata in mente mentre scrivevo questo post. Ho deciso di trascriverla qui sotto senza commentarla. 
Ha a che fare con un viaggio solitario, indubbiamente. Ma proprio per questo lascio che ognuno sia libero di  percorrerla da sé e trovarci un senso, se per lui ce l'ha. 
Buona lettura, allora, e caso mai... buon viaggio!
***


Mary Oliver
IL VIAGGIO

Un giorno, finalmente, hai capito
quel che dovevi fare, e hai cominciato,
anche se le voci intorno a te
continuavano a gridare
i loro cattivi consigli -
anche se la casa intera
si era messa a tremare
e sentissi le vecchie catene
tirarti le caviglie.
“Sistema la mia vita!”,
gridava ogni voce.
Ma non ti fermasti.
Sapevi quel che andava fatto,
anche se il vento frugava
con le sue dita rigide
giù fino alle fondamenta, anche se la loro malinconia
era terribile.
Era già piuttosto tardi,
una notte tempestosa,
la strada era piena di sassi e rami spezzati.
Ma poco a poco,
mentre ti lasciavi alle spalle le loro voci,
le stelle si sono messe a brillare
attraverso gli strati di nubi
e poi c'era una nuova voce
che pian piano
hai riconosciuto come la tua,
che ti teneva compagnia
mentre procedevi a grandi passi,
sempre più nel mondo,
determinata a fare
l'unica cosa che potevi fare -
determinata a salvare
l'unica vita che potevi salvare.


***

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