Si tratta di una meditazione dedicata al senso della vista,
senso che può essere onorato guardando deliberatamente una cosa con la semplice intenzione di "vederla".
La pratica ci invita ad aprire gli occhi, ma soprattutto ad aprire le porte della coscienza, ai colori, alle forme, alle luci, ai riflessi, alle ombre e a tutto ciò che possiamo cogliere visivamente nel paesaggio intorno a noi.
Guarderemo quindi le cose con attenzione, senza dare nulla per scontato, come chi sia stato cieco e, riacquistando all'improvviso la vista, contemplasse con muto stupore l’aspetto delle sue mani, dei suoi piedi, le immagini riflesse sul collo di una bottiglia o sul rubinetto della cucina, la danza di una tenda mossa dal vento, il volo di una mosca…
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Sabato 28 giugno alle 8:00 verrà pubblicata su YouTube un nuova pratica guidata dal titolo: “Inspiro e la pancia si gonfia. Espiro e la pancia si sgonfia”.
Si tratta di una pratica che ci aiuta a familiarizzarci con il leggero movimento generato nell'addome per effetto del respiro spontaneo.
Essa può costituire un primo passo verso l'adozione di una forma di respirazione, detta anche respirazione "di pancia" o"diaframmatica", che è più lenta e profonda rispetto alla respirazione "di petto".
In realtà tutti i tipi di respirazione coinvolgono il diaframma e quindi sono tutti in senso lato "diaframmatici".
Tuttavia, quando i muscoli delle pareti addominali sono contratti, la respirazione tende ad essere superficiale e alta nel petto, perché il diaframma non è in grado di scendere molto a fondo a causa della resistenza che incontra.
Se la pancia si rilassa, l'inspirazione può essere più lunga e i polmoni si riempiono di una maggiore quantità d'aria. E così anche con l'espirazione verrà espulsa una maggiore quantità d'aria, per cui l'intero ciclo respiratorio risulterà più lento e profondo. Allenando la nostra attenzione a riconoscere il movimento della pancia mentre respiriamo, favoriamo questo tipo di respirazione che molte persone trovano utile e calmante.
Vi suggerisco, prima di andare in vacanza, di dare uno sguardo sul mio sito al calendario degli eventi di gruppo programmati da settembre in poi.
Come sempre ci sono sconti e agevolazioni per chi si iscrive con ampio anticipo.
Oggi vi propongo una nuova meditazione guidata: la Meditazione del Fiore di Loto.
Questo fiore bellissimo, che affonda le sue radici nel fango e viene alla luce attraversando le acque oscure, è un simbolo potente dell’uscita evolutiva dalle difficoltà della vita e della possibilità di trasformare le nostre ferite in occasioni di crescita.
Il secondo appuntamento è invece per mercoledì 26 febbraio alle 18:00 sempre su YouTube per la première della pratica:
"Che noi possiamo stare bene".
Quest'ultima è una variante della meditazione di gentilezza amorevole, pratica in genere molto apprezzata da chi la conosce e che spero risulti gradita anche in un questa nuova edizione.
Vi lascio più sotto qualche parola di commento alla pratica di oggi e vi aspetto su YouTube.
Buona domenica!
Se vogliamo prenderci cura di noi stessi, fare qualcosa che ci giovi in generale o che specificamente lenisca qualche nostra sofferenza, è importante innanzitutto che prendiamo atto di come stiamo fisicamente, emotivamente, mentalmente.
A partire da questa consapevolezza, possiamo poi cercare anche una risposta alla domanda: "E allora, di cosa avrei bisogno, visto che sto così?"
A volte si presenteranno alla nostra coscienza bisogni abbastanza facili da soddisfare.
Per esempio, se fisicamente mi sento in condizioni di scomodità e mi rendo conto che avrei bisogno di dare un po' di conforto al mio corpo, posso cercare di fare qualcosa in tal senso, come togliermi le scarpe, allentare la cintura, fare un bagno caldo o altro.
Altre volte emergeranno di bisogni più generali, che hanno a che fare con le nostre direzioni di vita: avrei bisogno di ritmi lavorativi più dolci, avrei bisogno di più contatti umani, avrei bisogno di un maggior contatto con la natura, di più leggerezza, di più tempo per coltivare ciò che davvero conta per me.
Sembra una cosa elementare sapere di cosa abbiamo bisogno, ma molte persone non hanno una risposta immediata e chiara alla domanda: "Di cosa avresti bisogno per stare bene?". Ci devono riflettere.
Ecco quindi il senso di una pausa di raccoglimento, di ascolto sincero dei nostri bisogni, all'inizio di un incontro di gruppo, come all'inizio di una giornata qualunque.
La strada si fa camminando, la vita si costruisce passo dopo passo.
Qualunque cammino può essere illuminato da un'intenzione chiara circa ciò che auspichiamo di veder fiorire lungo la strada.
Se riconosciamo sinceramente i nostri bisogni e i nostri desideri profondi, ci si chiarisce meglio anche la motivazione a compiere certe scelte, certi passi, intraprendere certi cammini o restare dove si sta.
Perché mi trovo qui ora? Perché partecipo a questo gruppo? Perché ascolto questa meditazione? Perché mi alzo dal letto stamattina?
Di qualunque cosa si tratti, se c'è "un buon perché" per noi, ogni passo in una certa direzione avrà un valore e un senso, e la strada stessa ci nutrirà mentre la percorriamo.
Come avrà un senso anche il nostro restare, anziché andare, quando sarà una scelta intenzionale sostenuta da una motivazione di valore (il valore che ha per noi).
Oggi su YouTubeparliamo d’amore,cominciando dal noto proverbio napoletano che dice: “Ogni scarrafone è bello a mamma soja” (ogni scarafaggio è bello agli occhi di sua madre).
La questione di base è: “Ma l’amore ci rende ciechi o ci fa vedere meglio?”
È cieca la mamma dello scarrafone, se lo vede bello, oppure siamo ciechi noi che tante volte guardiamo la realtà (le cose, gli animali e anche le persone) attraverso la lente deformante dei nostri preconcetti?
Prossimo appuntamento il 14 febbraiosempre su YouTube per la Meditazione di San Valentino, che quest’anno sarà dedicata alla gratitudine per una persona amata. La première è fissata per le 00:15 in modo che la meditazione sia fruibile sul canale per l'intera giornata di San Valentino (e anche successivamete ovviamente).
La meditazione ci invita a fermarci un momento, a pensare ad una persona amata e a domandarci: quali sono gli aspetti di questa persona che rendono preziosa la sua presenza nella nostra vita e per cui possiamo essere grati?
Epoi segue un'altra domanda: possiamo esseregratia questa persona anchedel fatto stessodi aver suscitato un sentimento d’amore dentro di noi?
Amare in fondo è così bello cheforse potremmo esseredavvero grati a chiunque ci abbia fatto provare questo sentimento, tema che sviluppiamo appunto nella seconda parte (opzionale) della meditazione.
Per concludere, vi lascio al Calendariodei prossimi eventi a tema Mindful Compassion.
Possa esserci gentilezza e amorevolezza nelle nostre vite.
Possano i nostri cuori aprirsi all'amore e al coraggio.
Possa la calma calda della Mindful Compassion nutrirci, sostenerci e guarire le nostre vite.
Appuntamento il 31 dicembre alle 18:00 su YouTube per la première della Meditazione di Capodanno. Quest'anno si tratta di una riflessione guidata suciò che davvero conta per noi nella vita e che dà senso alle nostre giornate e ai nostri passi. Quello che i giapponesi chiamano IKIGAI
La meditazione è su YouTube al link:
https://youtu.be/JNU7HceWl7Y?si=4bKNi91nS7FOx78O
IKIGAI è una parola giapponese che può essere tradotta grosso modo come il senso della nostra vita, la nostra personale ragion d'essere, ciò che ci motiva ad alzarci la mattina contenti di andare incontro al nuovo giorno.
Ognuno di noi ha il proprio IKIGAI e lo possiamo riconoscere attraverso alcuni aspetti della nostra vita che, quando si attuano, ci dànno un senso di manifestazione della nostra natura autentica, di realizzazione del nucleo profondo del nostro essere e anche una risposta soddisfacente alla domanda: "Che ci faccio qui? Per quale ragione per me ha senso stare al mondo?"
Avere chiaro il proprio IKIGAI, onorarlo e viverlo giorno dopo giorno, come direzione di valore dei nostri passi e delle nostre scelte, ci fa sentire bene e ci aiuta a vivere la nostra esistenza come un viaggio significativo, prezioso e pieno di senso.
Una breve chiacchierata di introduzione all'argomento è su YouTube al link https://youtu.be/-72WnzHOVSY
Appuntamento il 25 dicembre alle 10:30 su YouTube per la première della Meditazione di Natale.
Quest'anno si tratta di una riflessione guidata sulla bontà profonda, un invito a vedere l'intima luce che brilla in ogni persona e in noi stessi anche quando è offuscata dalle circostanze del momento.
A volte ci viene facile, immediato, accorgerci dei difetti delle persone, mentre l'apprezzamento puro e semplice delle loro buone qualità può richiedere uno sforzo di attenzione.
Può capitare che non diciamo esplicitamente a una persona quanto apprezziamo certe sue caratteristiche, certi suoi comportamenti, certi suoi modi di pensare, di sentire, di essere. Il buono che c'è in lei, insomma.
Perché non glielo diciamo? A volte perché siamo distratti e non ci accorgiamo di queste buone qualità, altre volte perché, pur accorgendocene, le diamo un po' per scontate oppure non ci viene naturale fare apprezzamenti, ci sentiamo intimiditi, un po' a disagio all'idea di farli.
In realtà il rispecchiamento altrui (l'immagine che gli altri ci rimandano di noi stessi) ha una certa influenza sul modo in cui ci sentiamo e alla fine anche sul modo in cui ci comportiamo.
Per fare un esempio minimo (ora che si sta a tavola per le feste) se qualcuno continua a dirci che cuciniamo proprio bene, che i nostri manicaretti sono una vera squisitezza e una gioia per il palato, magari questo ci dà fiducia nelle nostre capacità culinarie, ci incoraggia a preparare nuovi cibi mettendoci impegno e amore, e questo favorisce l'ottenimento di buoni risultati. Se al contrario, nonostante il nostro impegno, le pietanze che prepariamo vengono mangiate senza commenti o solo con commenti negativi, facilmente possiamo considerarci non particolarmente dotati per la cucina e può passarci la voglia di mettere cura e fantasia nella preparazione dei pasti.
Ovviamente questo vale anche per altre aree della nostra vita ben più importanti della cucina, dove la misura del nostro valore in qualche modo transita attraverso gli occhi di chi ci guarda.
In realtà per poter dare a qualcuno un rispecchiamento positivo è necessario, a monte, che noi ci accorgiamo che in quella persona qualcosa di buono c'è.
Si potrebbe dire che "apprezzare" ha a che fare con la mindfulness, perché è consapevolezza del positivo, del buono che c'è.
Di fatto tutti vorremmo avere dentro qualcosa di buono. E molte volte non siamo tanto sicuri di avercelo, anche se gli altri ce lo dicono (figuriamoci se non ce lo dicono o dicono il contrario...).
Per cui la questione è a doppio senso. Ben venga se qualcuno ci fa notare che abbiamo dentro qualcosa di buono, perché magari cominciamo a crederci anche noi e a regolarci di conseguenza, perseverando nel bene o cominciando davvero a combinare qualcosa di buono.
Ma ben venga che anche noi stessi, guardandoci attentamente per come siamo fatti, riusciamo ad apprezzare le nostre buone qualità, la nostra bellezza segreta, la nostra bontà profonda. Molti di noi sono bravissimi a criticarsi senza nessuno sforzo, ma per arrivare a un sincero apprezzamento delle proprie qualità devono proprio impegnarsi.
Quindi la pratica di Natale quest'anno mira proprio a questo: a risvegliare la nostra attenzione e a farci vedere quanto c'è di buono in noi stessi e negli altri.
Il passo successivo è di provare ad assumere lo stesso atteggiamento anche nella vita ordinaria, provando a chiederci, ogni volta che interagiamo con qualcuno: "Che ci sarà di buono in questa persona?" e aspettando con fiducia e curiosità l'emergere di una risposta.
E questo, fidatevi, se diventa un atteggiamento che coltiviamo con costanza, può portarci davvero molto lontano.