C'è un detto secondo cui la felicità può arrivare da una porta dimenticata aperta. Credo che il detto abbia ragione; ma a questo punto, perché fermarsi alle porte "dimenticate" aperte? Perché non dare una spintarella alla sorte e lasciare volutamente aperta qualche porta ogni tanto? Massimo Troisi, per esempio, avrebbe suggerito di lasciar perdere le caffettiere da una tazza sola, perché quelle più grandi lasciano aperta una porta alla felicità, che nel caso è la felicità di un caffè in compagnia. Il discorso si fa ancora più intuitivo passando dalle caffettiere ai letti, perché di fatto è più per buon augurio che per comodità che i single dormono da soli in letti matrimoniali.Allora, a questo punto, senza grandi pretese, e partendo dal presupposto che frequenti piccole gioie possono dare più felicità di un'unica occasionale gioia grandissima, invito i lettori a suggerire qualche azione che secondo loro equivale a una porta lasciata aperta alla felicità .
Comincio io:
- a partire dal mese di aprile, tenere fisso nella bauliera dell'automobile un costume da bagno e un asciugamano per il mare (per favorire la gioia di rubare un bagno fuori programma un giorno che il mare è irresistibile);
- tutto l'anno tenere nella bauliera dell'auto un aquilone (per favorire la gioia di diventare l'idolo dei bambini in un giorno di vento);
- tenere sempre in borsa o in tasca una cosa molto particolare, che vi rispecchi parecchio e da cui tuttavia vi stacchereste senza fatica (per favorire la gioia di lasciare il vostro segno, come Zorro, tutte le volte che la vita vi chiede di lasciare un segno del vostro passaggio attraverso una "cosa"... eh, questa è una gioia fine, ma per capirla davvero bisogna provarla...).
E adesso attendo suggerimenti. Forse ci metteranno una vita ad arrivare. E se non arriveranno oggi, e non arriveranno domani e nemmeno dopodomani... beh, dopo tutto quello che ci siamo detti, non mi dispererò: vorrà dire che considererò questa nota stessa una... porta lasciata aperta!
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