Uno dei motivi per cui a una certa età non scriviamo più lettere a Babbo Natale è sicuramente il fatto che non crediamo più alla sua esistenza.
Niente da ridire sul fatto in sé (sarebbe più preoccupante il contrario), ma riflettere su cosa abbiamo perso, dismettendo una tale pratica, può essere già di per sé un buon regalo di Natale che facciamo a noi stessi.
Per esempio si può cominciare col dire che era una gran comodità affidare i propri desideri, una volta l'anno, ad un essere magico, potente e (soprattutto) puntuale, deputato a realizzarli, come Babbo Natale.
Con lui, però - non dimentichiamocelo - alcuni di noi hanno avuto anche qualche problema. A qualcuno di noi, da piccolo, è stato magari passato il messaggio che doveva fare il bravo tutto l'anno, per ottenere che Babbo Natale realizzasse i suoi desideri. Come a dire che i regali dovevamo meritarceli, che la realizzazione dei nostri desideri era un fatto di merito personale, che persino un essere magico come Babbo Natale non poteva realizzare un nostro desiderio, se noi non lo meritavamo.
Cosa può esserci rimasto appiccicato addosso, anche ora che siamo grandi, di questa immagine dell'infanzia?
Ci è mai capitato di considerare "impossibile" un desiderio, che in sé oggettivamente non era impossibile da realizzare (tutt'al più difficile), perché sotto sotto ci sembrava di non esserne all'altezza, di non meritare tanto?
E cosa ne abbiamo fatto di quel desiderio? Abbiamo lavorato su noi stessi per "meritare" che si realizzasse, per creare le condizioni che ne favorissero la realizzazione, o ci abbiamo rinunciato e amen?
Ora, secondo me, rinunciare tout-court ai nostri desideri, a volte può essere un modo per darsi pace (la tale cosa per me è impossibile e me faccio una ragione: campo per qualcos'altro), ma a volte può essere un'azione dall'impatto devastante sul nostro piacere di vivere, sulla nostra autostima, sulla nostra serenità, e sulla nostra tensione verso il futuro.
Auto-legittimarci a desiderare ciò che realmente desideriamo (per esempio un'affermazione in campo lavorativo, sentimentale, economico, sociale, abitativo, eccetera eccetera), è il primo passo che dobbiamo compiere da noi, dentro di noi, per prendere in mano le redini della nostra vita e cercare di condurla dove vogliamo. Altrimenti altre forze, esterne e indipendenti dalla nostra volontà, decideranno per noi, e noi ci sentiremo sempre più impotenti e in balia degli eventi.
Per cui troviamo il modo di rispolverare l'abitudine infantile di scrivere una volta l'anno un elenco dei nostri desideri, senza inibizioni, per chiarirli a noi stessi, per guardarli in faccia senza vergogna.
Mettiamo a tacere, se ci appartiene, la segreta vocina che dentro di noi continua a boicottarci con affermazioni del tipo: "Ma chi credi di essere?", "Non ti accorgi che sei ridicolo a fare progetti del genere?", "Sei il solito sognatore!", "Dove ti avvii, alla tua età?".
Finché daremo ascolto a vocine del genere, non ci sarà nessun Babbo Natale, né Befana, né altro Deus ex machina capace di aiutarci, né a Natale né mai.
Persino quella sfigatissima Cenerentola, vestita di stracci e coperta di cenere, dovette trovare il coraggio di desiderare un ballo a palazzo (ed autolegittimarsi a desiderarlo!), perché apparisse una fata a darle una mano (pur con i suoi limiti anch'essa, certo, perché la storia di un incantesimo che scade a mezzanotte pure è un limite, non si può negare, ma è tuttavia pur sempre un bel passo avanti, qualcosa di "concreto" su cui lavorare).
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Bene, ora un po' di... autopubblicità natalizia.
Da che dico ad amici e conoscenti che, come psicologa, mi occupo specificamente di life coaching a livello professionale, molte persone mi dicono di avere difficoltà a capire cosa sia esattamente un life coach .
Il life coach è un allenatore per persone che vogliono prendere in mano un aspetto della propria vita di cui sono insoddisfatte (aspetto magari difficile da cambiare, ma non oggettivamente impossibile da cambiare) e vogliono impegnarsi per cambiarlo.
Insieme al life coach, allora, possono fare il punto sulla situazione di partenza, formulare una visione della situazione desiderata, valutare le risorse personali e ambientali in campo, considerare gli ostacoli che si frappongono al conseguimento della situazione desiderata, formulare strategie di avvicinamento allo stato desiderato, definire obiettivi graduali, e così via.
Tornando alle metafore di Babbo Natale e della fata di Cenerentola, potremmo dire che il life coach non è sicuramente Babbo Natale, perché non ti regala magicamente la realizzazione dei tuoi sogni (sia che te la meriti, sia che non te la meriti); in compenso ti legittima e ti sostiene, mentre guardi in faccia i tuoi desideri, e poi ti aiuta a valutare cosa puoi fare tu stesso per realizzarli.
Il life coach ha qualcosa in comune allora con la fata di Cenerentola?
Un po' sì e un po' no.
No, perché è un normale essere umano e quindi non ha il potere di trasformare le zucche in carrozze, né i topini in cavalli e valletti.
Sì, perché può aiutarti a sviluppare una maggiore consapevolezza delle tue risorse e dei tuoi limiti, e dirti: "Guarda bene, c'è qualche carrozza nel tuo orto? Vuoi vedere che stai trattando come una zucca quella che in realtà è una carrozza?", oppure: "Sei sicuro di non poterti procurare cavalli e valletti? Guarda più attentamente i tuoi... topini!". E infine ti dice pure qualcosa tipo: "Hai considerato il fattore tempo? C'è qualcosa che scade a mezzanotte? Sarà il caso di lasciare una scarpina di cristallo distrattamente da qualche parte...?".
Tant'è. E beninteso non è tutto.
Ma più di tanto non può durare una pubblicità natalizia!
A gennaio 2013, a Portici, organizzerò un piccolo evento gratuito per presentare in un clima amichevole e informale le caratteristiche salienti del mio lavoro di life coach.
Con l'occasione faremo insieme qualche piccolo assaggio del metodo.
Siete tutti invitati, ma dovete prenotare.
Potete farlo con un commento sotto questo post, oppure potete telefonare al numero
o anche potete spedire una email all'indirizzo: psicologa.altiero@gmail.
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Auguro di cuore a voi tutti un Natale pieno di serenità e di gioia.
Spero vi concediate tempo e riposo a sufficienza, per lasciare emergere in superficie i vostri desideri più autentici e profondi che fossero ancora in attesa del permesso di... esistere.
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