domenica 27 ottobre 2013

Brave ragazze sfortunate in amore. Lezione di sopravvivenza n.1: restare (fascinosamente) se stesse

"Non permettete mai a nessuno di diventare una vostra priorità, 
mentre voi per lui non siete che un'alternativa." 
(Nina Potts-Jefferies)
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Quando i media suggeriscono alle donne di adottare un certo look, di comprare un certo capo di vestiario o di  scegliere un certo colore di smalto, insinuando che sono tutte cose che faranno impazzire i loro uomini, in realtà mandano alle donne un messaggio non solo molto diseducativo ma alla lunga anche improduttivo proprio sul fronte della seduzione.
Il messaggio infatti è "compra e indossa la tale cosa perché piacerà tanto a lui" e cioè "preoccupati della sua approvazione o disapprovazione, prima ancora di preoccuparti di cosa piace o non piace realmente a te."
Questo genere di consigli rinforza uno degli atteggiamenti tipici di certe donne sfortunate in amore: cioè  quello di far girare tutto il proprio mondo intorno ad un uomo, perdendo di vista se stesse.
Probabilmente un uomo non dirà mai apertamente a una donna: "Non mi piaci quando mi dici sempre di sì, quando mi assecondi sempre nei miei gusti e nei miei capricci, e insomma quando ti trasformi nel mio zerbino", ma intanto le  pene d'amore che la donna in questione rischia di vivere possono dipendere anche da questi suoi atteggiamenti.
Essere sempre disponibili, darsi troppo o essere esageratamente ansiose di compiacere un uomo, sono tutti atteggiamenti che un po' alla volta possono minare il rispetto che l'uomo nutre verso la donna (che a sua volta sembra lei per prima non rispettarsi); e la mancanza di rispetto porta alla decadenza del fascino di lei agli occhi di lui e così all'abbassamento degli standard della relazione.
"E' molto più facile che siano le donne a rinunciare ai propri progetti", dice Sherry Argov, autrice di  indagini e libri sui problemi di cuore delle donne. In particolare le cosiddette "brave ragazze", quando incontrano un uomo, tendono a operare tutta una serie di rinunce e a non trovare più il tempo per le solite cose che facevano quando erano sole. Magari smettono di vedere le amiche, lasciano il corso di yoga, smettono di giocare a tennis nel weekend, a scuola o al lavoro non sono concentrate perché continuano a controllare se c'è un messaggio di lui sul telefonino, e arrivano a rinunciare alla carriera per favorire quella di lui e anche a smettere di fare qualsiasi sogno che sia al di fuori della relazione (perché ormai l'unico sogno... è lui!)
Invece "gli uomini non rinunciano alle serate fuori con gli amici", dice sempre Sherry Argov."Gli uomini non rinunciano al lavoro, o al sonno, o al cibo. (La maggior parte non rinuncia nemmeno alla mamma.) E' più probabile che rispettino una donna che rimane attaccata alle cose che per lei sono importanti."
Infatti, dopo aver intervistato centinaia di uomini sull'argomento, la Argov ha scoperto che la maggioranza di loro, nel relazionarsi con il sesso femminile, dichiarava di sentire il bisogno di "uno stimolo intellettuale".
La seconda scoperta è stata che donne e uomini davano un significato molto diverso alla medesima espressione "stimolo intellettuale".
Le maggior parte delle donne infatti collegava l'espressione all'intelligenza, pensando che essere stimolanti intellettualmente significasse saper fare grandi ragionamenti e discorsi di buon livello (mentre questo - e lo sappiamo tutte! - di per sé non basta a garantire il  successo in amore).
Lo stimolo intellettuale di cui parlavano gli uomini era invece collegato a un certo mordente, gli uomini trovavano più attraenti le donne che non apparivano troppo bisognose (di approvazione, di amore, di una telefonata, di una relazione), che non davano l'impressione di darsi un gran da fare per attirare la loro attenzione, per affascinarli, per trattenerli a sé, che mantenevano il controllo su sé stesse e sulla propria vita, anche durante la relazione, senza mai cederlo completamente a loro.
Per designare questo tipo di donne, in contrapposizione alle brave ragazze, Sherry Argov usa affettuosamente l'espressione "stronze", facendo un'importante distinzione con l'uso spregiativo che in altre circostanze si fa di questa parola. La stronza di cui lei parla non è una donna irritante, non è la "stronza al volante" o la "collega stronza". E' una donna "gentile ma forte. Ha un'energia sotterranea. Non rinuncia alla propria vita, e non darà mai la caccia a un uomo. Non permetterà mai a un uomo di avere il cento per cento del controllo su di lei. E affermerà se stessa quando lui andrà sopra le righe. Sa quello che vuole ma non scenderà a compromessi per ottenerlo. E' femminile come un 'Fiore d'acciaio' delicato all'esterno ma volitivo e determinato all'interno. Usa questa femminilità a proprio vantaggio. Non che approfitti degli uomini, perché è una persona corretta, ma ha qualcosa che manca alla 'brava ragazza': il sangue freddo; non si lascia trasportare dalle fantasie romantiche. Il sangue freddo le permette di esercitare il proprio potere quando è necessario. Per di più ha la capacità di rimanere calma sotto pressione.   Mentre la 'brava ragazza' dà e dà, finché non è del tutto svuotata, la donna concreta sa quando sottrarsi."
Si tratta dunque di un tipo di donna che possiamo pure chiamare "stronza", se vogliamo, ma che in realtà troppo stronza non è, perché non è caustica, rude, corrosiva (ma nemmeno lamentosa o brontolona), come a volte sono invece certe persone del tipo tutto fumo e niente arrosto.
E' una donna davvero forte, perché è gentile. Anche se pretende, giustamente, la medesima gentilezza in cambio.
E' una donna che mette se stessa - e non il suo uomo - davanti a tutto, senza paure e senza rimorsi; che riconosce il proprio ritmo e lo asseconda; che sa chi è e cosa non è; che ricorda a sé stessa in ogni momento cosa è disposta ad accettare e cosa non intende assolutamente accettare; capace di prendere una decisione in autonomia, senza ripensamenti, e senza lasciarsi dissuadere dagli altri; padrona di sé e della propria vita; e che tutto ciò che mette di suo nella relazione e dona a un uomo, lo dà per scelta e non per paura di perderlo, perché non sarà mai disposta a perdere se stessa per la paura di perdere lui.


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