martedì 15 ottobre 2013

Valorizzare la crisi dell'età di mezzo per far fare un salto di qualità alla nostra vita

Intorno ai quaranta/cinquant'anni, possono succedere cose strane.
I figli, diventati grandi, potrebbero darci l'impressione di non volerci più tra i piedi.
Alcuni sport, che prima praticavamo volentieri, potrebbero sembrarci ora troppo faticosi o anche rischiosi.
Alcuni dei nostri vecchi hobby potrebbero non entusiasmarci più.
Il lavoro potrebbe essere diventato per noi una routine prevedibile e priva di stimoli, o al contrario un meccanismo impazzito che segue processi per noi troppo rapidi, o ancora sembrarci privo di prospettive future.
Gli amici con cui prima ci vedevamo per ridere insieme, potrebbero cominciare a risultarci noiosi, perché non fanno che lamentarsi per gli acciacchi fisici, la crisi economica, il fisco.
I sorrisi e le arrabbiature di una vita potrebbero aver lasciato rughe ormai evidenti sulla pelle del nostro viso.
Il nostro corpo potrebbe aver subito l'attacco di qualche malattia.
Alcune persone care potrebbero averci salutato per sempre.
Il bilancio della nostra esistenza potrebbe darci l'impressione di aver fatto un mucchio di sciocchezze, e a volte addirittura di aver sbagliato tutto.
Insomma, intorno ai quaranta/cinquant'anni,  possono succedere cose davvero strane, e queste cose possono metterci davvero in crisi.
Eppure questa crisi della mezza età, di cui tanto si parla, può essere vissuta anche come una grande occasione, se siamo capaci di leggere e interpretare il malessere che ci pervade, e trasformarlo nello strumento di costruzione di una vita migliore.
"E' in questo periodo", sostiene Luca Stanchieri, nel suo libro Come combattere l'ansia , "che alcune delle nostre potenzialità non espresse chiedono il conto. Vengono al pettine i nodi causati dalle scelte fatte in passato, influenzate dai contesti genitoriali o affettivi, sociali o economici.
Ma al contempo abbiamo a disposizione una grande esperienza di vita, relazionale e affettiva, da valorizzare.
[...] E' in questo periodo che il manager stanco molla tutto e cambia vita; che la casalinga si iscrive all'università e comincia la libera professione; che gli hobby diventano una cosa seria; che le relazioni di coppia fanno un salto di qualità; o che si trovano nuovi grandi amori. [...] L'età di mezzo, che arriva spesso prima che la coscienza sia pronta a coglierla, genera una grande ansia; la paura di invecchiare e di morire risuona evidente. Ma proprio questa consapevolezza offre a ognuno di noi un'opportunità straordinaria, la scoperta e la valorizzazione del vero sé.
Per la prima volta abbiamo un passato dove possiamo vedere capacità, potenzialità, abilità, gusti, attitudini, interessi che sono stati espressi anche se non compiutamente . Ci troviamo di fronte uno scenario futuro tutto da vivere. Abbiamo la forza e la maturità per cambiare il nostro presente.
Per la prima volta possiamo dire di essere finalmente autonomi.
Si tratta di decidere allora chi vogliamo essere."

Ed ora una storiella che gira nel mondo dei coach, come metafora di quelli che continuano a investire sul proprio futuro anche quando ormai... hanno una certa età.
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Un anziano signore, in un'aula universitaria, viene scambiato dagli studenti per un professore.
"No", dice, "non sono un professore: sono uno studente anch'io, come voi. Questo corso di laurea è sempre stato il mio sogno."
"Uno studente?!", dicono in coro i ragazzi increduli, "Ma, scusi l'indiscrezione, lei quanti anni ha?"
"Settantacinque", risponde l'uomo.
"Ma che senso ha alla sua età mettersi a frequentare l'università? Se pure tutto andasse bene, il giorno della laurea lei avrebbe ottant'anni!"
E l'uomo rispose: "Quel giorno, se Dio vorrà, avrò ottant'anni sia che abbia inseguito i miei sogni sia che vi abbia rinunciato."
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