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mercoledì 16 dicembre 2015

La rabbia è un carburante. Due citazioni sulla rabbia

"La rabbia è un carburante; non appena la sentiamo proviamo una gran voglia di reagire: colpire qualcuno, scagliare qualcosa, rompere un piatto contro il muro o dire a quei bastardi che... Ma siamo persone per bene e perciò inghiottiamo la nostra rabbia come un rospo, la neghiamo, la seppelliamo, la blocchiamo, la nascondiamo, mentiamo su di essa, la medichiamo, la camuffiamo o la ignoriamo.
Insomma facciamo di tutto tranne che ascoltarla.
E invece la rabbia è proprio fatta per essere ascoltata.
È una voce, un campanello d'allarme, un grido, una richiesta che deve essere rispettata. Perché? Perché è un'utile mappa che ci può far capire quali sono i nostri confini, quando è il momento di tagliare la corda. Ci fa vedere dove siamo stati e, quando non ci è piaciuto, ci mostra il cammino. [...]
Spesso invece di ascoltarla e utilizzare la sua carica energetica per compiere un'azione, la subiamo sprecando la sua energia per metterla in azione, sfogandola in modo passivo. 
La rabbia ci indica la direzione: è per questo che la dobbiamo usare come carburante per muoverci nella direzione che ci indica.
Con un piccolo pensiero siamo in grado, di solito, di tradurre il messaggio che la nostra rabbia ci sta mandando.[...]
Se, in preda all'ira, vi sfogate dicendo: «Non posso crederci! Ha scritto quello che avevo pensato io tre anni fa!», l'ira che provate vi sta dicendo:  «Smettila di procrastinare. Le idee da sole non bastano, mettiti al lavoro e scrivi!» Oppure, se vi infuriate: «Ma non è possibile! Sta usando la mia stessa strategia! Lo sapevo che avrei dovuto mettere quel materiale insieme e batterlo a macchina!» questo vi dice:  «È ora di prendere le tue idee sul serio per trattarle bene».
Quando siamo arrabbiati proviamo spesso molta rabbia per il solo fatto di essere arrabbiati. «Maledetta rabbia!» Eppure essa ci dice che non possiamo continuare con la vecchia vita. Ci rivela che la vecchia vita sta ormai morendo, che stiamo rinascendo e che rinascere fa male... per questo ci arrabbiamo. La rabbia è la tempesta di fuoco che segna la morte della nostra vecchia vita, è il propellente che ci spinge in quella nuova. La rabbia è uno strumento, non un padrone; è fatta per sbatterci la testa contro e convertirla in progetto. Usarla propriamente significa andare a pieno regime.
L'indolenza rassegnata, l'apatia e la disperazione sono i veri nemici, non la rabbia! La rabbia è amica, forse un'amica un po' scomoda, poco gentile, ma molto molto leale perché ci dirà sempre quando abbiamo ingannato noi stessi e quando ci hanno ingannato, ricordandoci che è il momento di agire secondo i nostri interessi.
La rabbia non è un'azione in sé e per sé, bensì un invito all'azione."
(Julia Cameron, La via dell'artista - Come ascoltare e far crescere l'artista che è in noi, Longanesi, 1998

"Ascoltare la rabbia, sentire dentro di sé il fuoco che si accende, ci permette di capire quali sono i nostri confini interni che sono stati violati, facendoci perdere l'integrità del nostro senso di identità. Ecco perché è indispensabile prestarle attenzione. 
L'emozione della rabbia si colloca in quella che Jung chiama l'Ombra, il luogo psichico in cui vengono a porsi tutte quelle forze e tendenze vitali che vengono vissute dall'Io come pericolose e spiacevoli, non adatte socialmente e che temiamo ci facciano perdere l'amore degli altri. In realtà questi contenuti psichici vanno accolti nell'esperienza effettiva della nostra vita e non repressi, se vogliamo procedere verso la costruzione del nostro equilibrio psicologico.
La nostra Ombra ci è ostile - facendoci ammalare di depressione o agire in modo esplosivo - solo quando noi la ignoriamo e la misconosciamo: va invece integrata nell'Io per permetterci di sviluppare il nostro Sé completo.
Se alcuni aspetti della nostra personalità rimangono in ombra (isolati, negati, proiettati, rifiutati), diventano voragini oscure che inglobano la paura che abbiamo di fare esperienza completa di noi stesse. Creano l'atteggiamento difensivo di un Io isolato e incapace di dare vita a una relazione soddisfacente con gli altri o con il mondo.
Quando, invece, questi aspetti, inconsciamente rifiutati, vengono portati alla coscienza, accettati, tollerati e integrati, possiamo  raggiungere il Sé (1) junghiano e automaticamente si libera la forza della compassione buddhista (2).
[...] È molto interessante vedere come nelle rappresentazioni buddhiste del regno infernale il bodhisattva (3) della compassione venga raffigurato con in mano uno specchio e con una fiamma purificatrice, a significare che le sofferenze possono essere alleviate soltanto quando si riescono a vedere nello specchio le emozioni rifiutate che, se vengono riconosciute, diventano a loro volta terapeutiche. Nel buddhismo è infatti un assunto centrale “non attaccarsi e non condannare”.
Allo stesso modo nella cultura classica occidentale, il dio del fuoco, Efesto, aveva la sua fucina dentro un vulcano. Simbolicamente egli rappresenta la possibilità che la rabbia , appunto vulcanica, possa essere contenuta e trasformata in energia creativa per forgiare armature e opere d’arte.
Ma il punto è che accogliere la nostra rabbia  non implica affatto e semplicisticamente assumere comportamenti aggressivi, se per aggressività si intende di attacco psico-fisico dell’altro.
La rabbia psicologica di cui parliamo e che dobbiamo imparare a sentire è, in realtà, l’energia assertiva, la capacità di affermare che io esisto, nel modo in cui esisto, con l’orgoglio della m ia specificità irrinunciabile.
Se essere aggressivi vuol dire «io sono contro di te», essere assertivi vuol dire, semplicemente ma a gran voce,  «io sono».”
(Monica Morganti, Il fuoco della rabbia. Percorsi terapeutici tra Oriente e Occidente, Armando Editore, 2004)




 (1) « ... intellettualmente il Sé non è altro che un concetto psicologico, una costruzione, che deve esprimere un ente per noi inconoscibile, che non possiamo afferrare come tale, perché esso supera la nostra capacità di comprensione. Esso potrebbe parimenti venir definito come “il Dio in noi”. Gli inizi di tutta la nostra vita psichica sembrano scaturire, inestricabili, da questo punto, e tutte le mete ultime e supreme sembrano convergervi ». (C.G.Jung, L’Io e l’inconscio, Torino, Boringhieri, 1967, p.162).
(2) La compassione nel buddhismo tibetano indica il desiderio che tutti gli esseri siano privi della sofferenza e delle sue cause.
(3) Bodhisattva è il termine sanscrito che indica un essere destinato all’illuminazione che è lo stato proprio di un Buddha, in cui ogni dualismo è trasceso in una totale unità: l’eliminazione di tutti gli stati negativi della mente e la realizzazione di ogni qualità positiva. 
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lunedì 8 giugno 2015

Citazioni sull'armonia (con se stessi, con gli altri, con la natura, con l'universo)


"... l'armonia con se stessi significa saper ascoltare e soddisfare in modo equilibrato i diversi (e spesso antagonistici) bisogni provenienti da tutte le dimensioni del nostro essere, difatti è proprio quando ne riconosciamo solo alcuni e trascuriamo o, peggio, neghiamo gli altri, che creiamo squilibrio, e quindi malessere, sofferenza, malattia. Per fare un esempio, crea sofferenza (sia fisica che psicologica) il privilegiare troppo la dimensione mentale a scapito di quella corporea ed emozionale, oppure l'incentrarsi troppo sui bisogni materiali trascurando quelli affettivi o spirituali. La via maestra che conduce alla qualità della vita, al benessere, alla salute, non è nella mente, ma neppure nel corpo o nello spirito o nelle emozioni, bensì in un armonico equilibrio tra queste dimensioni; ognuna di esse è solo una parte dell'essere, e se una parte - quale che sia - prende il sopravvento sul tutto non può che derivarne sofferenza."  (Enrico Cheli)
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"L'armonia è un altro volto del bene." (Gianfranco Ravasi)
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"La virtù, la sanità fisica, ogni bene e la divinità sono armonia: perciò anche l'universo è costituito secondo armonia. Anche l'amicizia è uguaglianza armonica." (Pitagora)
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"Non è armonia e concordia dove è unità, dove un essere vuol assorbir tutto l'essere; ma dove è ordine et analogia di cose diverse; dove ogni cosa serva la sua natura." (Giordano Bruno) 
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"Perché, senza che vi fosse la necessità di spiegarselo a chiare lettere e senza che ciò causasse alcun senso di autocompiacimento, egli sapeva che la sua vita già possedeva un innato equilibrio, quel tipo di armonia a inseguire la quale altri sembravano passare la maggior parte della loro esistenza. Non gli veniva in mente che quel dono potesse essere qualcosa di speciale. Si sentiva semplicemente parte di un disegno, di un'unione di elementi animati e inanimati, cui lo collegavano sia lo spirito che la carne." (Nicholas Evans) 
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“La tua salute non è altro che essere in armonia con la Natura.” (Osho)
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“Trovare una nuova armonia con la natura, rientrarvi in connessione profonda, significa crescere e curare al contempo noi stessi e il pianeta in cui viviamo”. (Stefano Fusi)

venerdì 26 settembre 2014

Amore, fedeltà, bugie e tradimenti: Ipse dixit. 1) citazioni di Umberto Galimberti


"E allora, forse un po' sbrigativamente, le devo dire che il maschio, almeno nel suo immaginario, non è monogamico. Le sue fantasie poligamiche sono forse il retaggio culturale della pratica animale dove, salvo le eccezioni di alcune specie, la monogamia non esiste."
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"La fedeltà, se la vogliamo scarnificare un po', è la virtù di chi si sente più debole nella coppia e ha l'impressione che, perso quell'uomo o quella donna con cui vive, non ha altra chance che il deserto della solitudine. E allora si abbarbica all'indifferenza dell'altro/a, quando non alla sua ostilità, profondendosi in quelle forme esasperate d'amore che sono il rovescio del suo bisogno assoluto dell'altro."
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"Se il bisogno di rassicurare la propria intrinseca insicurezza genera la fedeltà, il bisogno di non annullarsi nell'altro genera il tradimento."
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"Tutto questo per dire che l'amore non è possesso, perché il possesso non tende al bene dell'altro, né alla lealtà verso l'altro, ma solo al mantenimento della relazione, che, lungi dal garantire la felicità, che è sempre nella ricerca e nella conoscenza di sé, la sacrifica in cambio di sicurezza."
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"Tradendolo, l'altro lo consegna a se stesso e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Gesù scelse Giuda per incontrare il suo destino."
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(Umberto Galimberti, Tradire è amare, ottobre 2001, D la Repubblica delle Donne)
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domenica 14 settembre 2014

Citazioni sull'autenticità


"Autenticità: riguarda ciò che è autentico, genuino, ossia che non è falso o falsificato e che può dimostrarsi o imporsi come vero."
(Wikipedia)
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"Vedi, che ne siamo coscienti o no, il mondo ci sprona continuamente a essere qualcun'altra anziché noi stesse. Dovremmo avere il fisico di Cindy Crawford, divertire come Martha Stewart e arredare come Alexandra Stoddart. Con questa diffusa schizofrenia sociale, non stupisce che quasi tutte le donne abbiano idee tanto confuse riguardo al problema dell'autenticità."
(Sarah Ban Breathnach)
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"Chi soffre nell'anima ha soprattutto bisogno di imparare ad essere autentico, ad accettare di essere unico, diverso dall'Altro; siamo abituati a pensare che essere unico/diverso ci allontani dagli altri e ci condanni a una profonda solitudine, ed è proprio questa convinzione che ci impedisce di essere autentici; vogliamo fortemente essere simili al mondo che ci circonda e che amiamo, ma rischiamo così di ammalarci nell'anima e nel corpo perché il Sé di ognuno è inevitabilmente dissimile! Dobbiamo inoltre accettare che le caratteristiche di questa nostra unicità sono impermanenti, nel senso che siamo persone in continua trasformazione e che è necessario essere sinceri con se stessi, dando significato a quello che proviamo in ogni momento e dando voce alle nostre emozioni più nascoste, se vogliamo vivere in armonia con il nostro Sé."
(Monica Morganti)
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"Io mi chiedo se esista e quale sia il criterio dell'autenticità di una vita... quale sia quella qualità che, persino di fronte a un nemico mortale, ci fa sentire in presenza di 'un uomo... un vero uomo'. Ritengo che nella pienezza del concetto di autenticità siano presenti due dimensioni, una soggettiva e una oggettiva. La prima riguarda il rapporto del soggetto con se stesso, e si traduce in genuinità, spontaneità, schiettezza. La seconda riguarda il rapporto del soggetto con gli altri, e si traduce in sincerità, onestà, fedeltà e giustizia.
Un uomo così dice quello che pensa, compie quello che crede, sente davvero quello che manifesta.
Ognuno contiene una sorta di polifonia: da un lato il canto fermo o basso continuo rappresentato dalla  musica che scaturisce  dal temperamento personale indipendentemente dalla volotà, e dall'altro il motivo dominante, più acuto, più elaborato, dato dalle azioni e dalle parole volontarie che si sovrappongono al basso continuo del temperamento. Quando tra i due motivi  c'è armonia, siamo in presenza di una persona soggettivamente autentica... esso però non basta perché esiste una seconda dimensione della vita autentica che concerne  la qualità oggettiva della prospettiva per la quale si vive, la qualità dell'ideale che attrae e modella l'energia vitale.
A questo secondo livello di autenticità rimanda una specie di permanente tensione di tutto noi stessi verso la Verità e la Giustizia. Si tratta di una tensione che conduce il soggetto a uscire dal sé superando i suoi interessi immediati, a cui non sacrificherà mai la sua onestà intellettuale. La fedeltà alla verità e alla giustizia è per lui l'unica stella polare. In questa uscita dal sé il soggetto però non si perde, ma si ritrova a un livello più profondo e si compie diventando un vero uomo. Il vero uomo è colui che ha trovato qualcosa di più grande di sé per cui vivere ma che, proprio per questo, acquisisce un timbro personale inconfondibile. Si consegna a qualcosa di più grande."
(Vito Mancuso)
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"Sii sempre una versione di prima categoria di te stessa, piuttosto che una versione di seconda categoria di qualcun altro."
(Judy Garland)
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domenica 29 giugno 2014

Citazioni: frasi di Wayne W. Dyer


"Solo gl’insicuri vogliono la sicurezza."
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"Aver bisogno di essere approvati è come dire:
'Val più il tuo concetto su di me dell’opinione che ho di me stesso'."
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"Quanto vali non può essere verificato dagli altri.
Vali perché tu lo dici. Se tieni conto dell’altrui stima
per sapere quanto vali, quella è, appunto, una stima altrui."
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"Amare se stessi vuol dire accettarsi in quanto persona degna di rispetto,
perché così si è deciso. Accettarsi vuol dire altresì non lamentarsi.
Le persone che funzionano a pieno ritmo non si lamentano mai,
e in particolare non si dolgono che gli scogli siano duri,
che il cielo si annuvoli, che il ghiaccio sia troppo freddo.
Accettare significa non trovare da dire; la felicità significa non lamentarsi
di quello per cui non c’è niente da fare.
Le lamentele sono il rifugio di coloro che non hanno fiducia in se stessi."
***
"Pensate al vostro corpo come a un tempio sacro
e veneratelo come forma di amore.
Siate consapevoli e grati per ogni organo, ogni goccia di sangue,
ogni appendice e ogni cellula che lo compone.
Iniziate in questo istante offrendo una preghiera
silenziosa di gratitudine per il vostro fegato, il vostro cuore, e il vostro cervello.
Dite solo: Grazie, o Dio, per questo dono glorioso.
Sono consapevole della sua importanza
e con il tuo aiuto inizierò oggi il processo per arrivare ad amarlo incondizionatamente.
L’amore diverrà alla fine il valore aggiunto che riporterà la vostra vita in equilibrio.
Uno dei poeti americani che preferisco, Henry W. Longfellow, ci dice:
“Colui che rispetta se stesso è al sicuro dagli altri;
ha indosso una corazza che nessuno potrà trapassare”
Quando rispettiamo e amiamo davvero noi stessi,
è come se avessimo addosso un’armatura di maglia flessibile
fatta di anelli di acciaio che ci protegge dall’altro schiavo
delle dipendenze che è parte della nostra vita."
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“Il Cambiamento non significa che perdiamo la strada;
significa invece che imbocchiamo una strada nuova.
Prendiamo l’impegno a vivere una vita ispirata allo scopo,
anziché alle pretese infinite e alle false promesse
che sono il segno distintivo dell’ego.”
***
"L’amore è la capacità e volontà di permettere
alle persone a cui si vuole bene di essere ciò che vogliono essere,
senza insistenza o pretesa alcuna che esse diano soddisfazione."
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"Un rapporto fondato nell’amore
è quello in cui l’uno permette all’altro di essere ciò che vuole,
senza attendersi né pretendere nulla."
***
"Matrimonio è la solidarietà di due persone
che a tal punto si amano,
che mai e poi mai l’una vorrebbe che l’altra fosse
ciò che spontaneamente non sceglierebbe di essere."
***
"Dobbiamo ai figli l’occasione di essere tutto ciò che possono diventare,
di avere coscienza del loro valore, di saper correre dei rischi,
di fare affidamento su se stessi,
di attingere alla loro creatività innata e
di sentire lo scopo della loro presenza al mondo."
***
"Nella vostra vita vedete essenzialmente ciò in cui credete.
Se, per esempio, credete fermamente nella scarsità,
ci pensate regolarmente e ne fate il fulcro delle vostre conversazioni,
sono certo che ne vedrete moltissima.
D’altro canto, se credete nella felicità e nell’abbondanza,
se non pensate che a questo, ne parlate con tutti e agite di conseguenza,
è assolutamente certo che vedrete ciò in cui credete."
***
"Quello che vedi è la prova di quello che credi.
Credici e lo vedrai."
***
"Le persone piene d’amore vivono in un mondo pieno d’amore.
Le persone ostili vivono in un mondo ostile.
Ma il mondo e’ sempre lo stesso."
***
"Non vi è nulla di più incontrollabile di una persona felice
che vive nell’entusiasmo! Non vi è nulla di più facile da controllare
di una persona infelice che vive nella paura!"
***
"Tutto ciò che esiste, una volta era solo immaginato.
E tutto ciò che esisterà dovrà prima essere immaginato:
usa l’immaginazione per configurare la vita che vuoi."
***
"L’Ego è la parte di noi che inizia a dirci: 'Tu sei quello che hai'.
Inizia con i nostri giocattoli, poi col nostro conto in banca
e con tutte le cose che possediamo.
Prima che ce ne accorgiamo, monetizziamo la nostra vita
e la valutiamo in base ai beni che possediamo.
E cominciamo a pensare: 'Più possiedo, più valgo come persona'.
E così passiamo una vita ad immergere questi bambini
in una cultura che dà importanza al 'di più'.
Diventa come un mantra dell’ego: 'Devi avere di più!'.
Ma più abbiamo, più ci accorgiamo di come le altre persone cerchino di togliercelo.
E ci preoccupiamo di come proteggerlo e di come ottenere ancora di più.
Ma il problema è: se siamo ciò che abbiamo,
chi diventiamo quando ciò che abbiamo sparisce?"
***
"L’abbondanza non è qualcosa da acquisire,
è qualcosa con cui sintonizzarsi."
***
"Una mente in pace,
una mente centrata e non focalizzata sul danneggiare gli altri,
è più forte di qualsiasi forza fisica dell’universo."
***
"Come le persone ti trattano è il loro karma, come reagisci è il tuo."


mercoledì 23 aprile 2014

La solitudine delle giovani mamme - Pensieri di Alba Marcoli e John Bowlby


"...credo che oggi ci sia una grandissima solitudine nella coppia mamma-bambino: questo sicuramente non fa bene né alla mamma né al bambino. 
[...] quando una giovane donna ha un bambino vive una regressione naturale che la porta quasi ad essere bambina e questo le permette di entrare meglio in sintonia con i bisogni di un bambino piccolo. Questo è l'aspetto positivo. Il rovescio della medaglia è che la mamma diventa fragile come una bambina ed è per questo che ha bisogno di un grosso sostegno. Un sostegno che deve essere dato alla coppia mamma-bambino.

La solitudine delle giovani mamme è dunque tra i determinanti di uno stato di malessere nel rapporto madre-figlio: dalla depressione post-partum ai disagi infantili …
Questo del sostegno alla solitudine è un terreno d'oro di intervento oggi perché la nostra società sta un po' perdendo questa caratteristica. Oggi si parla tanto di preparazione al parto, di corsi, di visite ginecologiche di controllo, con una medicalizzazione a volte spinta all'eccesso e a mio parere non si spendono abbastanza parole, invece, su questo semplice aspetto del vivere quotidiano, che è così importante. [...] Vorrei perciò spezzare una lancia a favore delle giovani madri e della loro solitudine in questo contesto storico.

(Alba Marcoli, intervista su Va' pensiero, 31.05.2006)

***
"Voglio anche sottolineare che, nonostante pareri contrari, occuparsi di neonati e di bambini non è un lavoro per una persona singola. Se il lavoro deve essere fatto bene e se si vuole che la persona che primariamente si occupa del bambino non sia troppo esausta, chi fornisce le cure deve ricevere a sua volta molta assistenza. Varie persone potranno fornire questo aiuto: in genere è l’altro genitore; in molte società, compresa la nostra, l’aiuto proviene da una nonna. Altri che possono essere coinvolti nell’assistenza sono le ragazze adolescenti e le giovani donne. Nella maggior parte delle società di tutto il mondo questi fatti sono dati per scontati e la società si è organizzata di conseguenza. Paradossalmente ci sono volute le società più ricche del mondo per ignorare questi fatti fondamentali.

Le forze dell’uomo e della donna impegnate nella produzione dei beni materiali contano come attivo in tutti i nostri indici economici. Le forze dell’uomo e della donna dedicate alla produzione, nella propria casa, di bambini, sani, felici e fiduciosi in se stessi non contano affatto. Abbiamo creato un mondo a rovescio. Ma non voglio addentrarmi in complesse argomentazioni politiche ed economiche, ma voglio sottolineare il pericolo di adottare delle norme sbagliate. Perché proprio come una società in cui esiste una cronica insufficienza di cibo può assumere come sua norma un livello di nutrizione deplorevolmente inadeguato, così è possibile che una società nella quale i genitori dei bambini piccoli vengano abbandonati a se stessi, in una cronica insufficienza d’aiuto, consideri questo stato di cose come normale."

(John Bowlby, Una base sicura, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1989)
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venerdì 18 aprile 2014

Addio a Gabriel García Márquez - citazioni da "Cent'anni di solitudine"


Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.
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Lo zingaro veniva deciso a restare nel villaggio. Era stato nella morte, effettivamente, ma era tornato perché non aveva potuto sopportare la solitudine.
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Nella scuola semidistrutta dove aveva provato per la prima volta la sicurezza del potere, a pochi metri dalla stanza dove aveva conosciuto l'incertezza dell'amore, Arcadio trovò il ridicolo formalismo della morte.
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Fece costruire a sua moglie una stanza da letto senza finestre in modo che i pirati dei suoi incubi non avessero da dove entrare.
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In quella Macondo dimenticata perfino dagli uccelli, dove la polvere e il caldo si erano fatti cosí tenaci che si faceva fatica a respirare, reclusi dalla solitudine e dall'amore e dalla solitudine dell'amore in una casa dove era quasi impossibile dormire per il baccano delle formiche rosse, Aureliano e Amaranta Ursula erano gli unici esseri felici, e i più felici sulla terra.
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Lei lo lasciò finire, grattandogli la testa con i polpastrelli delle dita, e senza che lui le avesse rivelato che stava piangendo d'amore, lei riconobbe immediatamente il pianto più antico della storia dell'uomo.
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Aveva dovuto promuovere trentadue guerre, e aveva dovuto violare tutti i suoi patti con la morte e rivoltarsi come un maiale nel letamaio della gloria, per scoprire con quasi quarant'anni di ritardo i privilegi della semplicità.
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Non può piovere per tutta la vita
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Vai al post Un racconto come una goccia di cristallo per leggere anche un racconto di Gabriel García Márquez






mercoledì 16 aprile 2014

Il successo autentico - Un pensiero di Sarah Ban Breathnach

"Il successo autentico è avere il tempo di coltivare le attività personali che troviamo piacevoli, il tempo di compiere per la tua famiglia i gesti d'amore che desideri tanto compiere, il tempo di curare la tua casa, il tuo giardino, nutrire la tua anima. Il successo autentico è non dover mai dire a te stessa e ai tuoi cari: 'magari l'anno prossimo'. Il successo autentico è sapere che se quest'oggi dovesse essere il tuo ultimo giorno sulla terra, potresti andartene senza rimorsi.
Il successo autentico è sentirti serena e concentrata quando lavori, non dispersiva.
E' sapere di aver fatto il meglio che potevi, quali che fossero le circostanze da affrontare; è sapere in fondo al cuore che il meglio che puoi fare è tutto  quello che puoi fare, e che il meglio che puoi fare è sempre abbastanza.
Il successo autentico è accettare i propri limiti, rappacificarsi col passato e divertirsi con le proprie passioni, così che il proprio futuro possa dispiegarsi secondo un Progetto Divino.
E' scoprire e portare alla luce le proprie doti e offrirle al mondo, per contribuire a risanare il suo cuore lacerato. 
E' cambiare qualcosa nella vita degli altri ed essere convinte che chi può farlo anche per una sola persona al giorno, con un sorriso, due risate insieme, una carezza, una parola buona, o un po' d'aiuto, quella è benedetta tra le donne.
Il successo autentico non è solo denaro in banca, ma un cuore contento e pace della mente.
E' guadagnare il denaro che credi di meritare per il lavoro che fai e sapere che lo vali.
Il successo autentico è pagare le bollette senza difficoltà, soddisfare i propri bisogni e quelli di chi si ama, concedersi qualche lusso e avere abbastanza da risparmiare e donare.
Il successo autentico non è accumulare, bensì lasciare andare, perché quello che si ha è ciò di cui si ha veramente bisogno.
Il successo autentico è stare bene con se stesse, apprezzare quanto si è fatto, festeggiare i propri successi e onorare la strada che si è fatta.
Il successo autentico è capire che essere è importante quanto fare.
E' inseguire incessantemente un sogno.
E' capire che il tempo, per quanto lungo, che un sogno impiega a realizzarsi nel mondo concreto non è mai sprecato.
E' stimare il lavoro, quello interiore e quello esteriore, tanto il tuo quanto quello degli altri.
E' elevare il lavoro a mestiere ed il mestiere ad arte, dedicando Amore ad ogni tuo compito.
[...]
Il successo autentico è essere tanto grata per le molte benedizioni che ricevi tu e i tuoi cari da poter dividere con altri la tua parte.
Il successo autentico è vivere tutti i giorni con cuore traboccante."
(Sarah Ban Breathnach, L'incanto della vita semplice)


venerdì 27 settembre 2013

Citazioni sul destino

"Il più bel teatro da guardare è il proprio destino."
(Alda Merini)
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"Che cosa so del destino dell'uomo? Potrei dirvi di più a proposito dei ravanelli."
(Samuel Beckett)
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"Lo vede il destino? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere." (Alessandro Baricco)
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"Per l'uomo, il destino è come il vento per un veliero.
Chi sta alla barra non può decidere da dove debba soffiare il vento, né con quale forza, ma può orientare la propria vela. E ciò fa talvolta una bella differenza.
Lo stesso vento che farà perire un marinaio inesperto, o imprudente, incapace di agire per il meglio, ricondurrà in porto un altro."
(Amin Maalouf)
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" «Quando l'allievo è pronto, il maestro compare», dicono gli indiani a proposito di un guru, ma lo stesso è vero di un amore, di un posto, di un avvenimento che solo in certe condizioni diventa importante. Inutile cercare le ragioni, andare a caccia di fatti e spiegazioni. Noi stessi siamo la riprova che c'è una realtà al di là di quella dei sensi, che c'è una verità al di là di quella dei fatti e se ci ostiniamo a non crederci, perdiamo l'altra parte della vita e con quella la gioia, appunto, del mistero."
(Tiziano Terzani,)
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"È come se il destino ti desse una sola possibilità e concentrasse tutto dentro quel momento preciso, e lo facesse diventare così breve che la maggior parte di persone non se ne rende conto, o non è abbastanza pronta da reagire in tempo”.
“E tu?” ha detto lei “te ne rendi conto di solito?”.
“Non c’è un di solito” ho detto “succede una sola volta, se succede”.
(Andrea De Carlo)
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"Non la seguii, Georg. Anche quella sarebbe stata un’infrazione alle regole. Ero sconvolto, ero esausto, ero sazio. Avevo vissuto un’esperienza deliziosa e misteriosa della quale mi sarei potuto nutrire per mesi e mesi. Pensai che sicuramente l’avrei incontrata di nuovo. C’erano delle forze potenti, ma anche impenetrabili, a capo degli eventi."
(Jostein Gaarder)
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"Si voltò e lentamente tornò sui suoi passi. Non c’era più vento, non c’era più notte, non c’era più mare, per lei. Andava e sapeva dove andare. Questo era tutto. Sensazione meravigliosa. Di quando il destino finalmente si schiude e diventa sentiero distinto, e orma inequivocabile, e direzione certa. Il tempo interminabile dell’avvicinamento. Quell’accostarsi. Si vorrebbe non finisse mai. Il gesto di consegnarsi al destino. Quella è un’emozione. Senza più dilemmi, senza più menzogne. Sapere dove. E raggiungerlo. Qualunque sia, il destino. Camminava – ed era la cosa più bella che avesse mai fatto."
(Alessandro Baricco)

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"A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma
nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto fra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buona notte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: “A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave”. Ci rimasi secco. Fran."
(Alessandro Baricco, Novecento)

domenica 8 settembre 2013

Oggi regalo della domenica: un pieno di aforismi di Romain Gary!

Non sono scoraggiato. Ma l'eccessivo amore che nutro nei confronti della vita rende il nostro rapporto molto difficile, così come è difficile amare una donna che non si può aiutare, né cambiare, né lasciare. (da Cane bianco)
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È difficile, quando si sente il coltello alla gola, cantare intonato (da La promessa dell'alba)
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La provocazione è la forma di legittima difesa che preferisco. (da Cane bianco)
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Ci si incontra, non ci si incontra. Siamo fatti così. In genere, l'uomo e la donna che sono predestinati non si incontrano. Quello che si chiama fato, appunto. (da Cocco mio)
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Molte persone si sentono male nella loro pelle perché non è la loro. (da Cocco mio)
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So anche che esistono amori reciproci, ma non aspiro al lusso. Qualcuno da amare è un genere di prima necessità. (da Cocco mio)
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Non ho l'abitudine d'esser felice e non sapevo nulla degli effetti psichici che una condizione di felicità improvvisa può provocare su soggetti non assuefatti. (da Cocco mio)
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La mia ignoranza è finita verso i tre o i quattro anni e certe volte ne sento la mancanza. (da La vita davanti a sé)
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La gente tiene alla vita più che a tutto il resto, è anche buffo se si pensa a tutte le belle cose che ci sono al mondo. (da La vita davanti a sé)
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A volte, la cosa peggiore che può capitare alle domande è la risposta. (da L'angoscia del re Salomone)
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Perdere una persona amata è una solitudine terribile, ma non aver mai perduto nessuno è una solitudine ancora più terribile. (da L'angoscia di re Salomone)
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Nella mia vita ho conosciuto tante di quelle donne da poter dire di essere sempre stato solo. Troppo è uguale a nessuno. (da Chiaro di donna)
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I trattati di pace con sé stessi sono spesso i più difficili da concludere. (da Biglietrto scaduto)
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Non sono credente, ma anche quando non si crede ci sono dei limiti. (da L'angoscia di re Salomone)
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In ogni uomo si nasconde un essere umano che presto o tardi finirà per venir fuori. (da L'angoscia di re Salomone)
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martedì 11 giugno 2013

Aforismi sull'amore

Nel mondo c'è più fame d'amore che di pane.
(Madre Teresa di Calcutta)
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Non assomigli più a nessuna da quando ti amo.
(Pablo Neruda)
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L'amore è un concetto estensibile che va dal cielo all'inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l'infinito.
(Carl Gustav Jung)
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Segno certo d'amore è desiderare di conoscere, rivivere l'infanzia dell'altro.
(Cesare Pavese)
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Amare vuol dire cercare consciamente quel che ci è mancato e ritrovare spesso inconsciamente quel che abbiamo già conosciuto.
(Olivier)
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Ride delle cicatrici d'amore, chi non ha mai provato una ferita.
(William Shakespeare)
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Si ama solo cio' che non si possiede del tutto.
(Marcel Proust)
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Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.
(Robin Norwood)
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L'amore non è un problema, come non lo è un veicolo: problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada.
(Franz Kafka)
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E' vero che non conosciamo ciò che abbiamo, prima di perderlo ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
(Paulo Coelho)
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L'amore che tranquillizza il cuore in pace piena, regalami.
(Rabindranath Tagore)
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mercoledì 29 maggio 2013

3 citazioni letterarie sulle coincidenze


"Quella volta mi sono detto che le coincidenze, forse, sono dei fenomeni molto comuni. Si verificano in ogni momento intorno a noi, nella nostra vita quotidiana. Ma della metà non ci accorgiamo neanche, le lasciamo passare così. Come dei fuochi artificiali che vengono fatti scoppiare in pieno giorno. Fanno un po’ di rumore, ma nel cielo non si vede nulla. Però se desideriamo fortemente qualcosa, le coincidenze affiorano nel nostro campo visivo portando il loro messaggio."(Haruki Murakami, I salici ciechi e la donna addormentata)

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"La nostra vita quotidiana è bombardata da coincidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze.[...]. L’uomo, spinto dal senso della bellezza, trasforma un avvenimento casuale in un motivo che va poi a iscriversi nella composizione della sua vita."
(Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere)

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" - Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto.
- Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta.
- Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore.
- Sì, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo.
- Proprio così. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me.
- Avevo notato anch’io questa bizzarria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch’io faccio lo stesso.
- È davvero incredibile: in più, ogni volta ho l’impressione che il mio cuore batta più in fretta.
- È davvero singolare, signore, è così anche per me, e inoltre mi tremano le mani.
- È una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole…
- Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore più vivido?
- Lei ha esattamente descritto il mio stato d’animo. E in questo stato d’animo, io mi metto a fantasticare…
- Un’altra coincidenza! 

(...)
- Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola.
- Certo, non possono essercene altre.
- La ragione è - disse l’uomo sospirando, - che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave.
- Proprio così - sospirò la signorina, - bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvenimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita.
- In tutti i casi ciò che è accaduto è davvero singolare.
- Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo.
- Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo.
- Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere.
- La saluto, gentile signorina.
- La saluto, cortese signore."

(Stefano Benni, Coincidenze)

sabato 2 marzo 2013

Cinque frasi celebri di Georg Christoph Lichtenberg

portrait of Georg Christoph Lichtenberg

Fare esattamente il contrario è anche imitare: vale a dire che si imita il contrario.
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Non posso certo dire se sarà meglio, quando sarà diverso; ma posso dire: è necessario che cambi, se deve migliorare.
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Per osservare le più semplici, ma vere relazioni fra le cose sono necessarie conoscenze molto profonde. E non è strano che solo uomini straordinari tacciano quelle scoperte, che poi appaiono così facili e semplici.
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Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
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Regola aurea: non si devono giudicare gli uomini dalle loro opinioni, ma da ciò che queste opinioni fanno di loro
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giovedì 28 febbraio 2013

Citazioni sul cambiamento

"Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma, dopo ogni passo che percorriamo, ci rendiamo conto di come fosse pericoloso rimanere fermi." (Roberto Benigni)
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"Quando diciamo cose tipo 'Le persone non cambiano', facciamo impazzire gli scienziati. Perché il cambiamento è letteralmente l'unica costante di tutta la scienza. L'energia, la materia, cambiano continuamente, si trasformano, si fondono, crescono, muoiono. È il fatto che le persone cerchino di non cambiare che è innaturale, il modo in cui ci aggrappiamo alle cose come erano invece di lasciarle essere ciò che sono, il modo in cui ci aggrappiamo ai vecchi ricordi invece di farcene dei nuovi, il modo in cui insistiamo nel credere, malgrado tutte le indicazioni scientifiche, che nella vita tutto sia per sempre. Il cambiamento è costante. Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi. Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita. Se apriamo le dita, se allentiamo la presa e lasciamo che ci trasporti, possiamo sentirlo come adrenalina pura, come se in ogni momento potessimo avere un'altra occasione di vita, come se in ogni momento potessimo nascere ancora una volta."
(Grey's Anatomy, settima stagione)
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"Il coraggio di immaginare alternative è la nostra più grande risorsa, capace di aggiungere colore e suspense a tutta la nostra vita"
(Daniel J. Boorstin)
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"Non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire per paura di scoprire libertà che non vuoi avere... "(Franco Battiato)
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"In una realtà più elevata le cose vanno diversamente, ma quaggiù vivere significa cambiare, ed essere perfetti significa aver spesso cambiato."
 (John Henry Nawman) 
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"Essere quello che siamo e divenire quello che possiamo divenire è l'obiettivo della vita."
(Baruch Spinoza)

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"Lascia tutto e seguiti." (Franco Battiato)
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sabato 23 febbraio 2013

Citazioni sulla determinazione

"Ma mentre cerco di capire come funziona la vita – e perché alcune persone sappiano affrontare le avversità meglio di altre – penso a qualcosa che ha a che fare con il dire di sì alla vita, anche quando ci delude, e con l'amore per noi stessi, in qualunque modo si riesca a trovarlo. Non con l'egoismo, che è l'opposto della vita e dell'amore vero, ma con una ferrea determinazione, come i salmoni che risalgono la corrente del fiume, per quanto agitate siano le acque, perché quello è il tuo fiume..." (Jeanette Winterson)
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"Insistere è testardaggine. Perseverare è determinazione." (Jacinto Benavente)

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"Quando la determinazione cambia, tutto inizia a muoversi nella direzione che desiderate. Nell’istante in cui decidete di vincere, ogni nervo e fibra del vostro essere si orienteranno verso quella realizzazione. D’altra parte se pensate 'Non funzionerà mai', proprio in quel momento ogni cellula del vostro essere si indebolirà, smettendo di lottare, e tutto volgerà verso il fallimento." (Daisaku Ikeda)
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"Gli ostacoli non mi fermano. Ogni ostacolo si sottomette alla rigida determinazione. Chi guarda fisso verso le stelle non cambia idea." (Leonardo Da Vinci)

giovedì 14 febbraio 2013

Citazioni e ispirazioni in tema di narrazione di sé e identità

"Parlare di noi a noi stessi è come inventare un racconto su chi e che cosa noi siamo, su cosa è accaduto e sul perché
 facciamo quel che stiamo facendo. " 
(Jerome Bruner) 
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“La vita è un gomitolo che qualcuno ha aggrovigliato. Essa ha un senso se è srotolata e disposta in linea retta, o ben arrotolata. Ma, così com’è, è un problema senza nucleo, un avvolgersi senza un dove intorno a cui avvolgersi.”
 (Fernando Pessoa)
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"Non ero un solo uomo, ma la sfilata, un’ora dopo l’altra, d’un composito esercito in cui c’erano, a seconda dei momenti, degli appassionati, degli indifferenti, dei gelosi – nessuno dei quali era geloso della stessa donna… In una folla, quei singoli elementi possono essere sostituiti uno alla volta, senza che nessuno se ne accorga, con altri che altri ancora eliminano o rafforzano, sicché alla fine si è compiuto un cambiamento che sarebbe inconcepibile se non si fosse che uno." (Marcel Proust)
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"- Chi sei? –
A questa domanda, il ciuchino aprì gli occhi moribondi e rispose balbettando nel medesimo dialetto:
- Sono Lu….ci….gno….lo… -
E dopo richiuse gli occhi e spirò.
- Oh! povero Lucignolo! – disse Pinocchio a mezza voce: e, presa una manciata di paglia, si rasciugò una lacrima che gli colava giù per il viso.
- Ti commovi tanto per un asino che non ti costa nulla? – disse l’ortolano. – Che cosa dovrei far io che lo comprai a quattrini contanti?
- Vi dirò… era un mio amico!...
- Tuo amico?
- Un mio compagno di scuola!...
- Come?!–urlò Giangio dando in una gran risata.– Come?! avevi dei somari per compagni di scuola?!.. Figuriamoci i belli studi che devi aver fatto!... –
Il burattino, sentendosi mortificato da quelle parole, non rispose: ma prese il suo bicchiere di latte quasi caldo, e se ne tornò alla capanna." (Carlo Collodi, Le Avventure di Pinocchio)
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"La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo. " (Fernando Pessoa)

lunedì 7 gennaio 2013

Tre aforismi sull'attesa

"Se non ci metterà troppo, 
l’aspetterò tutta la vita."
(Oscar Wilde, L’importanza di chiamarsi Ernesto)



"Tutto ciò che vale 
merita di essere atteso."
 (Anonimo)
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"Non sono orfana di qualcosa che è andato via,
ma di qualcosa che deve ancora arrivare." 
(Roberto Vecchioni) 
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E per chi non fosse sazio,
 ecco a seguire un mio video interamente dedicato all'attesa, al suo peso e al suo valore.