Cambiare vita negli "anta"? Si può!
Donna Moderna dedica uno spazio a questo argomento intervistando Maria Michela Altiero
Maria Michela Altiero, psicologa, life coach e mindfulness trainer
offre consulenza dal vivo e online
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giovedì 12 settembre 2019
Ricominciare si può in ogni fase della vita. Intervista su Donna Moderna
giovedì 1 novembre 2012
Artisti nell'ombra o bloccati nel ghiaccio, dedicatevi alla vostra arte...
Foto dal film "L'uomo nell'ombra" diretto da Roman Polański
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Forse tra voi, in questo momento, c'è qualche artista nell'ombra. Qualcuno che sa di essere un artista, ma non ha prove per dimostrarlo. Avverte dentro di sé la presenza di un sogno, di una sensazione forte, di un desiderio bruciante, ma non riesce a portarlo alla luce. Magari ha paura. Paura di esporre il suo talento al sole, e vederlo dissolversi al semplice contatto con la luce. E questo può fare la differenza tra un artista dichiarato e un artista nell'ombra. Come a dire che la vera differenza tra un artista che esce allo scoperto e un artista che resta nell'ombra è il coraggio più che il talento!
A volte gli artisti nell'ombra si avvicinano in qualche modo al mondo che amano, ma invece di tuffarcisi a capofitto come vorrebbero, ne restano ai margini, in periferia. Secondo François Truffaut, per esempio, i critici, sotto sotto, sono tutti artisti falliti (e qualcosa doveva pur saperne, lui, visto che era stato un critico a sua volta!) e secondo Gustave Flaubert ogni notaio porta dentro di sé i rottami di un poeta (e di questo, forse, dovrei saperne qualcosa io).
In effetti non è da escludere che un aspirante poeta diventi notaio, un aspirante scrittore diventi un critico letterario o si dedichi alla pubblicità, o che un attore o cantante mancato diventi agente di attori e cantanti. Chi può dire cosa si nasconde dentro ognuno di noi, finché il nostro talento non è dichiarato?
Comunque, qualunque sia la sorte a cui avete votato il vostro talento, se vi sembra di averlo sprecato o semplicemente di averlo tenuto nascosto per troppo tempo, la peggior cosa che possiate fare ora (...ma che spesso si fa) è biasimarvi, giudicarvi in modo spietato, rinfacciarvi di non essere stati capaci di attuare il vostro potenziale. Probabilmente se non siete riusciti a venire allo scoperto non è il biasimo (o il timore del biasimo) ciò che vi è mancato, ma piuttosto il nutrimento e l'attenzione necessari per liberarvi dalla paura.
Compresa, al primo posto, la paura di prendervi sul serio.
Se volete riuscire a scrivere, dipingere, danzare, recitare, suonare, o fare ciò che vi pare, la prima cosa che dovete fare è: prendervi sul serio e prendere sul serio ciò che amate.
Se una vocina vi sussurra da qualche parte, nel cervello, nel cuore o anche nello stomaco: "che scemenze ti metti a fare?", mettetela a tacere, con dolcezza ma anche con decisione.
Immaginate che anche il vostro cervello, il vostro cuore o il vostro stomaco abbiano un regolatore del volume: regolate il volume di questa vocina al minimo, e trovate il modo di mettervi un'altra musica nelle orecchie. Potete ascoltare la vostra musica preferita, ma anche recitare mentalmente un mantra. Personalmente propendo per i mantra, ma molte persone (e, guarda caso, spesso quelle più convinte delle scemenze che fanno...) vanno in giro con le cuffie nelle orecchie! Nessuno vi troverebbe strani per le cuffie, insomma (magari più per il mantra...).
Concedete a voi stessi il permesso di esprimervi artisticamente, come permettereste a un bambino di giocare.
Già una volta abbiamo paragonato la nostra parte creativa ad un "artista bambino" bisognoso di cure, e ci eravamo ripromessi di portare questo bambino a passeggio una volta la settimana (a proposito, qualcuno l'ha fatto? Uhm... chissà...). Ora dobbiamo dargli il permesso di giocare. Per un artista nell'ombra giocare è un duro lavoro.
Facciamo conto che un artista nell'ombra sia come un bambino che non ha ancora imparato a camminare. All'inizio inciamperà, barcollerà, camminerà goffamente. Guai a criticarlo. Sono i primi incerti passi. Sono goffi solo perché sono i primi.
Per cui non siate mai severi con voi stessi quando le vostre prime opere non reggono il confronto con quelle dei grandi artisti. E' come paragonare un bambino che muove i primi passi ad un campione dello sport adulto. Anche i campioni sono stati all'inizio bambini, ed anche i loro primi passi sono stati incerti.
Cominciate a camminare, e poi camminate ancora e ancora. Arriverete sicuramente da qualche parte e camminerete sempre meglio...
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Ed ora una riflessione su questo stesso tema tratta dal libro "Donne che corrono con i lupi" di Clarissa Pinkola Estés.
Nella foto Clarissa Pinkola Estés
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"Nella psicologia archetipa essere freddi equivale ad essere senza sentimenti. (...)
L'atteggiamento gelido estingue il fuoco creativo (...)
Il ghiaccio dev'essere rotto e l'anima tolta dal gelo.
Gli scrittori, per esempio quando si sentono aridi, sanno che per superare l'aridità devono scrivere. Ma se sono bloccati nel ghiaccio, non scrivono. Esistono pittori che muoiono dalla voglia di dipingere, ma si dicono: 'Piantala. Il tuo lavoro è fatalmente strano e brutto'. Molti artisti che non hanno ancora raggiunto il successo o sono vecchi cavalli da battaglia nello sviluppare la loro vita creativa, continuano, ogni volta che stanno per prendere la penna, il pennello, il copione, a sentire: 'Non sei nient'altro che un disastro, il tuo lavoro è marginale o affatto inaccettabile - perché tu stesso sei marginale e inaccettabile'.
E allora qual è la soluzione? (...) Andate avanti, datevi da fare. Prendete la penna e mettevi a scrivere, e smettetela di piagnucolare. Prendete il pennello, e mettetevi a dipingere. Ballerine, infilate un'ampia camicia, legatevi nastri nei capelli, attorno al petto o alle caviglie, e dite al corpo di fare qualcosa: danzate. Attrici, scrittrici, poetesse, musiciste: smettete di chiacchierare. Non pronunciante neanche una parola, a meno che non siate cantanti. Chiudetevi in una stanza o in una radura sotto il cielo. E dedicatevi alla vostra arte. In linea di massima, ciò che si muove non congela. Muovetevi dunque, non smettete di muovervi." (Clarissa Pinkola Estés)
venerdì 19 ottobre 2012
Le nostre segrete aspirazioni, le nostre naturali attitudini...
"La vita che vogliamo non è semplicemente quella che abbiamo scelto e costruito...
E' quella che ora dobbiamo scegliere e costruire." (Wendell Berry)
"Mi piacerebbe imparare, o ricordare, come si vive" (Annie Dillard)
E' facile dire a qualcuno "Sii te stesso", il difficile è ricordarsi chi si è veramente.
Quali sono le segrete aspirazioni del tuo cuore, le attitudini della tua vera natura?
Rifletti oggi sul bagaglio di inclinazioni con cui (se non addirittura "per cui") sei venuto al mondo.
Per che cosa nutri da sempre una naturale attrazione, propensione, passione?
Quali sono le parti di te che sono rimaste inespresse, messe a tacere, o che nel tempo hai trascurato, abbandonato, per dedicarti a cose più serie, più importanti, più urgenti?
Forse ora è giunto il momento di tirarle finalmente fuori.
Canta, se sei nato per cantare; recita, se sei nato per recitare; cucina, se sei nato per cucinare; studia, se sei nato per studiare; fotografa, se sei nato per fotografare; zappa, se sei nato per zappare.
Cerca un corso nella tua città, oppure un corso on line, o un qualunque manuale di istruzioni (anche per negati). Trova persone che coltivano la tua stessa passione, condividila con loro, informati su come procedono, cosa fanno, dove si incontrano, dove si procurano materiali, strumenti, occasioni.
Riappròpriati delle tue capacità, coltivale, lascia che si esprimano.
Concediti questo lusso. Consideralo un buon investimento.
Perché proprio ora? per farne che? ormai è troppo tardi...
Soliti discorsi. In realtà è sempre il momento buono per disseppellire un tesoro nascosto!
Una volta tirato fuori, qualcosa di buono comunque ne verrà.
Dovunque c'è amore, c'è qualcosa di buono.
E fare ciò che amiamo fare, ciò per cui siamo portati, ciò in cui esprimiamo la nostra vera natura, ci fa sempre bene.
Se non nuoce a nessuno, per quale motivo non prendere in mano gli "attrezzi del proprio vero mestiere"?
E' vero, magari non siamo più ragazzi, non abbiamo più le energie di un tempo, né le occasioni, né la stessa quantità di futuro.
E allora?
Non è mai troppo tardi per esprimere le proprie potenzialità, tradurle in opera e gioirne.
Che poi quest'opera trovi un riconoscimento da parte del mondo non è dato saperlo, ma certamente non potrà trovarlo se non viene alla luce.
Non preoccuparti che senso abbia cominciare oggi una cosa che avresti dovuto iniziare venti anni fa. Potresti vivere altri vent'anni e dirti che era una cosa da fare oggi.
Ricordati, come sostiene un vecchio detto, che ogni viaggio comincia dal primo passo, ovunque si sia diretti. La cosa più difficile è la decisione di incamminarsi, di muoversi, di mettersi in gioco.
Una volta iniziato il viaggio, i passi si moltiplicano rapidamente uno dietro l'altro, la strada si apre quasi da sé davanti a noi, troviamo compagni, nuove ispirazioni e nuove motivazioni.
Il cammino di chi procede verso la propria autorealizzazione è benedetto.
A volte, questa benedizione la percepiamo solo noi e ci accorgiamo di non poter condividere il nostro entusiasmo con amici e parenti.
Anzi, a volte è addirittura sconsigliabile informarli del nostro progetto, perché magari ci scoraggiano prima ancora che noi iniziamo. Ci dicono cose tipo: "Sei un illuso. Non approderai a niente. Non hai più l'età. Non hai le capacità".
Tappatevi le orecchie, appena qualcuno comincia a farvi discorsi del genere.
Chiedetevi: "Quali sogni meravigliosi ha realizzato questa persona nella sua vita?". Se la risposta è "Nessuno" (e di solito lo è, quando uno parla così), allora non è un consigliere attendibile. Se potete permettervelo, smettete di ascoltare e cambiate argomento. Se non potete permettervelo (perché magari si tratta del principale finanziatore del vostro sogno...), beh, allora almeno non dategli retta. E' in ballo la vostra autorealizzazione, non la sua. E solo voi avete il diritto di giudicare per quale motivo siete venuti su questa terra e se vale la pena andare... dove vi porta il cuore.
****Per concludere, ecco due citazioni, una di Sarah Ban Breathnach, l'altra di Hermann Hesse, che dicono in modo piuttosto suggestivo qualcosa che forse... ci può riguardare.
"Ecco cosa credo che accada. Appena prima di arrivare su questa terra per cominciare la vita, ci viene data una fotografia del nostro futuro - il Progetto Divino - perché ci entusiasmiamo alla grande avventura che ci aspetta. Quando la macchina fotografica celeste espelle la fotografia, siamo tanto impazienti di cominciare l'avventura che afferriamo il negativo anziché la fotografia. Così ora abbiamo il disegno di una vita favolosa, ma la prospettiva è capovolta. Il bianco sembra nero, il nero appare bianco. Abbiamo l'immagine intera, ma è al contrario. Così piangiamo quando dovemmo ridere, siamo invidiose quando dovremmo sentirci ispirate, viviamo la privazione invece dell'abbondanza, prendiamo la via più difficile invece di quella facile, ci tiriamo indietro invece di avanzare. E, cosa peggiore di tutte, chiudiamo il nostro cuore per evitare le ferite, quando aprirlo è il solo modo per conoscere la gioia... Oggi prendi il negativo del tuo Progetto Divino e lascia che l'Amore lo sviluppi, così potrai cominciare a vivere la vita per la quale sei stata creata." (Sarah Ban Breathnach)
***
"La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di arrivare a se stesso. Finisca poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. Affar suo è trovare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto e senza fratture dentro di sé. Tutto il resto significa soffermarsi a metà, è un tentativo di fuga, è il ritorno all’ideale della massa, è adattamento e paura del proprio cuore." (Hermann Hesse, Demian)
venerdì 28 settembre 2012
Credere nei propri desideri e nelle proprie aspirazioni - primo assaggio
Credere nei propri desideri e nelle proprie aspirazioni ("regola della serenità" numero 8) significa prima di tutto sentirsi legittimati ad essere se stessi ed aspirare alla propria autorealizzazione (a diventare, cioè, proprio ciò per cui ci si sente tagliati). Molto spesso purtroppo, soprattutto da giovani, possiamo subire vari condizionamenti a riguardo, da parte dell'ambiente che ci circonda, e finire col fare scelte di vita, di studio e lavorative basate più su criteri di desiderabilità sociale, che sui nostri stessi desideri più autentici. Una volta o l'altra, parleremo più in dettaglio dell'importanza di riprendere in mano le proprie vocazioni, quando si dovesse giungere ad una fase della vita in cui si affacciano i primi rimpianti (e non necessariamente i primi) per le antiche aspirazioni sacrificate. Ci sono magari sogni abbandonati, che possono trasformarsi da rimpianti in progetti, e darci così una sferzata di vita, di entusiasmo e di energia, proprio quando ne abbiamo più bisogno.
Ne riparleremo: questo è solo un primo assaggio. Mi è venuto in mente stasera, riguardando questo video in cui Benigni dice che poco ci è mancato che diventasse... Don Roberto!
Vera o falsa che sia la storia, Benigni è un buon testimonial, quando si parla di autorealizzazione. Perché lui riesce ad essere se stesso, Benigni, così com'è. Vìola molti modelli di desiderabilità sociale e tuttavia è socialmente desiderabilissimo. Perché?Perché è convinto. E allora convince. E vince pure l'Oscar!
Buona visione!
http://youtu.be/cop5RbZteL4
Ne riparleremo: questo è solo un primo assaggio. Mi è venuto in mente stasera, riguardando questo video in cui Benigni dice che poco ci è mancato che diventasse... Don Roberto!
Vera o falsa che sia la storia, Benigni è un buon testimonial, quando si parla di autorealizzazione. Perché lui riesce ad essere se stesso, Benigni, così com'è. Vìola molti modelli di desiderabilità sociale e tuttavia è socialmente desiderabilissimo. Perché?Perché è convinto. E allora convince. E vince pure l'Oscar!
Buona visione!
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