mercoledì 1 aprile 2020

Il dono. Una poesia di Czeslaw Milosz



Stamattina, al mio risveglio, il cielo era terso, l'aria pulita, intorno i giardini in fiore, nell'aria canti e voli di uccelli, all'orizzonte Ischia e Capri che emergevano dall'azzurro. Mia figlia aveva in mano un libro di poesie e mi ha chiesto se glielo avessi regalato io. "Fammi vedere", le ho detto. Ho aperto una pagina a caso, per mezzo, ed è emersa una poesia che si chiamava "Il dono".  Proprio la poesia giusta per il momento.
Non credo di averlo comprato io, il libro. Giunge anche a me come un dono a sorpresa, stamattina. Porta il grande conforto di poesie che aprono il cuore.
Gratitudine per chi lo ha fatto entrare in questa casa, chiunque sia; gratitudine per  Czeslaw Milosz che ha espresso così bene, nella poesia "Il dono",  il senso di appagamento che può venirci da un momento di semplice ordinaria bellezza, vissuto pienamente e accolto appunto come un dono.
Ritrascrivo il testo della poesia, nel caso non fosse chiaramente leggibile nell'immagine di sopra.

"Un giorno così bello.

La nebbia si è alzata presto e ho lavorato in giardino.

I colibrì si fermavano sui fiori del caprifoglio.

Non c'era cosa al mondo che volessi possedere.

Non conoscevo nessuno degno di essere invidiato.

Qualunque torto avessi subito, l'ho dimenticato.

Pensare che una volta ero lo stesso non mi imbarazzava.

Nel corpo non sentivo alcun dolore.

Quando raddrizzavo la schiena, vedevo il mare azzurro e le vele."