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giovedì 23 ottobre 2014

Ti auguro tempo. Una poesia di Elli Michler


Non ti auguro un dono qualsiasi.
Ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo per divertirti e per ridere.
Ti auguro tempo per il tuo fare e per il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo per non affrettarti e correre, ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo non soltanto per trascorrerlo.
Ti auguro tempo perché te ne resti, tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

Elli Michler, da “Dir zugedacht” (Dedicato a te)

***





lunedì 22 aprile 2013

C'è un tempo per essere Yin e un tempo per essere Yang

"V'è una marea nelle questioni umane,
 valendosi della quale si giunge alla fortuna;
 invece trascurandola, tutto il viaggio della vita
trascorre tra scogli e sventure."
(William Shakespeare, Giulio Cesare)
***
C'è un famoso passo dell'Ecclesiaste che recita: "Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo" e procede elencando varie cose che vanno fatte al momento giusto, a cominciare dal nascere e dal morire.
Oggi vi propongo un elenco analogo, ma molto più analitico e organizzato, riportato da David Richo, nell'ambito di un più ampio discorso sulla tempestività. Noterete che si tratta di coppie di atteggiamenti o comportamenti opposti, ciascuno dei quali non può dirsi giusto o sbagliato in sé e per sé, ma acquista qualità e senso diversi secondo che venga posto in essere al momento giusto o al momento sbagliato. Del resto, anche aprire e chiudere una porta sono due azioni opposte, ma non si può certo dire in assoluto quale delle due sia giusta e quale sbagliata: dipende dal momento.
Noterete che, nell'elenco che segue, la colonna di sinistra contiene comportamenti o atteggiamenti di tipo attivo, mentre la colonna di destra contiene comportamenti o atteggiamenti di tipo passivo/ricettivo. Qualcuno potrebbe essere tentato di considerare una colonna preferibile in assoluto rispetto all'altra, ma  in realtà non bisogna dimenticare che Yin e Yang (il principio femminile, ricettivo, e quello maschile, attivo) sono entrambi aspetti imprescindibili della natura e dell'esperienza umana. 
Un viaggio esistenziale completo richiede la visita di entrambe le sponde del fiume della vita: l'unica cosa importante è la scelta del momento giusto per andare di qua o di là.
***  
(sponda attiva) (Yang)
(sponda ricettiva) (Yin)
ESISTE UN TEMPO 
PER:
E UN TEMPO
 PER:
conquistare o resistere
cedere
combattere
ritirarsi
accettare un carico maggiore
disfarsi di un carico prezioso
tenere stretta una mano
lasciare la presa
colpire
incitare
agire
essere
cogliere l’occasione
fermarsi
agire in base alla logica
agire in base alla fede
mirare alla conquista
comprendere più a fondo
attendere il successo
uscire elegantemente di scena
essere coinvolti
essere soli
controllare
lasciare che sia
estirpare con forza le erbacce
cogliere delicatamente i fichi
dire la propria
stare in silenzio
pianificare
essere spontanei
impastare il pane
lasciare che lieviti
colpire la palla
smorzare il colpo
sapere
non sapere
creare
imitare
infrangere le regole
rispettare le regole
trascendere i limiti
rispettare i limiti
dimostrare mascolinità/energia Yang
dimostrare femminilità/energia Yin
sfruttare il tempo
oziare
ricostruire, resuscitare
lasciar crollare, disintegrare
sentirsi completi
sentirsi frammentati
essere malinconici (Saturno)
essere raggianti (Mercurio)
operare una scelta
lasciare al caso
ottenere tramite lo sforzo
ricevere la grazia
***
Un'idea per utilizzare questo elenco può essere passare in rassegna gli eventi, le scelte e le azioni che hanno caratterizzato la nostra vita negli ultimi tempi (ultimi sei mesi, ultimo anno) e osservare quale delle due colonne contiene atteggiamenti e comportamenti a cui abbiamo fatto ricorso più spesso.
Se ci sembra che la nostra situazione attuale sia per noi insoddisfacente, possiamo valutare se per caso  ci siamo soffermati troppo su una sponda rispetto all'altra e considerare se non sia il momento di riequilibrare le cose. Forse stiamo resistendo, mentre ormai è il momento di cedere, ce ne stiamo fermi mentre è arrivato il momento di cogliere le occasioni, stiamo continuando a combattere una vecchia lotta, mentre è ora di ritirarsi e così via.
Riconoscere il momento giusto per ogni cosa forse è una questione di capacità, forse è una questione di fortuna, o forse è un misto delle due cose:  quel portentoso connubio che qualcuno chiama  "rivelazione". E a questo punto, proprio a proposito di quest'ultima, concludo per buon augurio e incoraggiamento, con un  pensiero di Bernadette Roberts, secondo cui "la rivelazione conosce il suo tempo e si manifesterà quando non può essere scambiata per nessun'altra cosa".
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sabato 20 aprile 2013

Sguardo ultracinquantenne

Una delle cose che possono venirci in mente verso i cinquant'anni (e più) è che stiamo "scendendo una china", che cioè siamo nella fase calante del nostro ciclo di vita: il culmine della bellezza e dell'efficienza appartiene al passato, ed il massimo che possiamo fare d'ora in avanti è... conservarci bene.
Ok, conserviamoci bene, se ci va e se ci riusciamo. Dopo tutto anche questa è una declinazione delle  nostre regole della serenità (curare il proprio corpo, il proprio spirito, il proprio ambiente di vita, le proprie relazioni, i propri interessi, eccetera). 
Ma non è questo il punto.
Il punto è superare l'idea che il massimo che possiamo fare è "conservarci".
Un po' perché ogni sforzo in tal senso dovrà sempre fare i conti con qualche insuccesso (siamo  deperibili  per natura, per quanto buone siano le modalità di conservazione che mettiamo in atto) e un po' perché l'impegno conservativo rischia di distogliere la nostra attenzione dai doni che possono venirci dalla maturità.
Esempio: il nostro sguardo sulla vita e sul mondo.
Può mai essere lo stesso di quando avevamo vent'anni?
E sarebbe di qualche utilità se fosse così?
Chi oggi ha uno sguardo sulle cose deluso e sfiduciato forse potrebbe effettivamente rimpiangere le illusioni e le speranze della giovinezza. Ma il rimpianto è un sentire sterile se non diventa molla per passare ad altro: cioè a uno sguardo maturo ma anche positivo.
Forse non è un caso che la natura con l'avanzare degli anni ci renda presbiti.
Forse è la lungimiranza che reclama il suo posto nella nostra vita.
Sembra quasi che l'età matura ci porti la presbiopia, per invitarci a guardare le cose distanziandocene a sufficienza. Perché?
Forse perché così possiamo comprenderle meglio.
Dopo tutto abbiamo vissuto abbastanza a lungo da aver sperimentato, tra alti e bassi, molte condizioni dell'esistenza, da aver conosciuto sulla nostra pelle il vero significato di parole come "decennio" e "ventennio",  da aver fatto i conti con la complessità delle situazioni, con ciò che evolve su tempi lunghi, e quindi forse è ora di trasformare tutto questo bagaglio in saggezza e rendere in tal modo prezioso, proprio perché dotato di autonomo senso, anche il capitolo 2 della nostra vita.
Tutto questo non significa che potremo finalmente sentirci arrivati.
Infatti continueremo comunque e sempre ad imbatterci nel nuovo e nell'imprevedibile (il futuro è anche questo!), ma la consapevolezza adulta  può portarci, come direbbe Murakami Haruki, ad accettare più serenamente la realtà così com'è e nel frattempo...continuare a vivere.
***
Ed ora qualche riga dal libro "L'arte di correre" di Murakami Haruki 

"Adesso sono nella seconda metà della cinquantina. Siamo entrati nel XXI secolo, e io ho superato i cinquant'anni, cosa che quando ero giovane, senza scherzi, non riuscivo nemmeno a concepire. E' ovvio che razionalmente davo per scontato che il XXI secolo sarebbe giunto (a meno di qualche evento straordinario) e che a quell'epoca avrei avuto cinquanta e passa anni, ma per il giovane che ero a quel tempo immaginare l'aspetto che avrei avuto a cinquant'anni era impossibile, era come figurarmi concretamente il mondo dopo la morte. [...]
Ed ecco che ora mi trovo a vivere in un mondo che non potevo neppure immaginare. Quando ci penso mi sembra davvero strano. Se sia felice o meno di essere in questa situazione non lo so, ma ho l'impressione che farmene un problema non sarebbe una buona cosa. Per me - e probabilmente non soltanto per me - invecchiare è un'esperienza nuova, e anche il sentimento che provo è una novità. Se l'avessi già sperimentato, almeno una volta, adesso ci vedrei un po' più chiaro, ma poiché non è così, non è facile, credetemi. Di conseguenza non posso far altro che rimandare a più tardi le analisi circostanziate, accettare così com'è la realtà e nel frattempo continuare a vivere. Esattamente lo stesso atteggiamento che ho nei confronti del cielo, delle nuvole, dei fiumi. Inoltre ho l'impressione che esista in tutto ciò, senza possibilità di dubbio, una certa comicità, e che da un certo punto di vista questa comicità abbia il suo valore."

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foto del lago di Garda tratta dal sito: https://www.traum-ferienwohnungen.de/50309/