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venerdì 5 agosto 2022
Pratica con le sensazioni di pancia. Dal 7 agosto su YouTube
martedì 12 aprile 2022
Pratica con le sensazioni nella testa - Esercizio di Mindfulness Psicosomatica - Dal 14 aprile su YouTube
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Questa pratica di Mindfulness Psicosomatica può essere un primo passo di avvicinamento alle manifestazioni fisiche dei nostri stati emotivi.
Queste manifestazioni molte volte restano inascoltate, laddove il corpo, con i suoi segnali, può offrirci risposte molto utili riguardo a ciò con cui stiamo facendo i conti nella nostra vita, riguardo a ciò che ci fa bene o ci fa male, riguardo a ciò di cui abbiamo bisogno per vivere e prosperare.
Il nostro corpo sensibile a volte viene abbandonato dalla luce della coscienza. Possiamo restare sordi ai suoi segnali, non sentirli o non capirli, oppure non reggerli, odiarli, come quando il corpo è portatore di problemi che ostacolano i nostri piani e vorremmo metterlo a tacere.
Quando la nostra attenzione è tutta diretta all'esterno di noi stessi, proiettata nel fare, nel far fronte alle pressioni esterne, alle sfide, agli obiettivi piccoli e grandi, pure così importanti per una vita di pienezza e realizzazione, il rischio è di perdere il contatto con la realtà del nostro essere. Facciamo, facciamo, facciamo, diciamo, diciamo, diciamo, pensiamo a cosa fare e a cosa dire, e forse teorizziamo anche qualcosa di molto giusto e importante su chi siamo e come funzioniamo, ma poi siamo estranei alla realtà del nostro corpo.
Questa lontananza della mente dal corpo viene detta a volte "funzionare molto di testa", che è un modo per indicare il prevalere della dimensione cognitiva su quella somato-sensoriale. La testa che ragiona e che ci tiene lassù con lei, ai piani alti del nostro essere, mentre tutto il resto del corpo laggiù è vissuto come meccanica e carrozzeria.
Questa pratica ci invita ad accostarci a qualcosa di diverso, a stare cioè nella testa intesa come parte del corpo, con le sue sensazioni gradevoli e sgradevoli, compresi anche i disagi, il mal di testa, la tensione negli occhi o nelle mascelle, e da qui accostarci a un processo di benessere globale che è anche un processo di saggezza globale, che avviene momento per momento aprendoci al contatto con tutte le parti del nostro essere, e da lì ad un contatto più consapevole anche con il resto della vita che c'è intorno a noi e di cui noi stessi siamo parte.
giovedì 9 aprile 2020
Consapevolezza del corpo in movimento. Esercizi del mattino - Appuntamento sabato 11 aprile ore 10:00
martedì 3 marzo 2020
Una pratica di gentilezza amorevole per i tempi di paura del contagio
Liberamente ispirata ad un'antica pratica spirituale detta Metta, questa pratica ci consente di coltivare un atteggiamento della mente che, partendo dalla consapevolezza corporea (body scan), ci porta ad aprirci a dimensioni di gentilezza amorevole. La mente viene così accompagnata ad augurare ogni possibile bene (salute, sicurezza, felicità) a noi stessi e agli altri, fino a comprendere tutta l'umanità e, volendo, anche ogni altro essere vivente.
Ritengo che oggi una pratica del genere possa esserci di grande aiuto e suggerisco di provarla, di farla e rifarla, e non dar peso al fatto che all'inizio possa sembrarci un po' macchinosa, un po' lontana dalla nostra cultura, o anche lunga, visto che dura cinquanta minuti a farla tutta (e il mio invito, oggi, è proprio di farla tutta...).
In realtà non è tanto importante quanto ci piace la pratica, ma piuttosto quali semi mettiamo e coltiviamo, nel praticarla.
Una volta appresa la struttura della pratica, ognuno di noi può utilizzare anche parole diverse, personali, per adeguarla ai propri valori, alle proprie intenzioni, a ciò che per lui davvero conta.
Che noi tutti possiamo stare al sicuro e al riparo dai pericoli.
Che noi tutti, incontrando eventualmente la malattia nostra o altrui, possiamo prendercene cura con forza d'animo, saggezza e compassione.
Che noi tutti, dall'esperienza di questo momento, possiamo trarre insegnamento e stimolo per condotte più salutari e scelte più consapevoli, per il bene nostro, di tutta l'umanità, di tutto il pianeta.
Buona pratica!
sabato 20 aprile 2019
Mindfulness: praticare con il dolore fisico. Traccia audio e auguri di serena Pasqua
Il mio dono per voi è una nuova traccia audio che spero possa rendere più sereni questi momenti anche a chi sta facendo i conti con un dolore fisico.
Oggi proviamo una pratica di mindfulness che può esserci utile quando facciamo i conti con un dolore fisico.
domenica 10 febbraio 2019
Mindfulness. Un atto d'amore e di gratitudine verso il nostro corpo in attesa di San Valentino. Première della nuova traccia audio su YouTube

Lunedì 11 febbraio alle ore 22:00 première della nuova pratica di mindfulness dal titolo "Body scan e gratitudine" su YouTube al link: https://youtu.be/HEkvsyi3edc
Ci connetteremo tutti simultaneamente al canale YouTube, per praticare insieme con la guida della nuova traccia audio. La traccia stessa resterà caricata sul canale YouTube, e potrà essere riascoltata anche successivamente collegandosi al medesimo link.
Con questa pratica di mindfulness porteremo l'attenzione non solo sulle sensazioni corporee ma anche sulle importanti funzioni che il nostro corpo assolve quotidianamente per noi, e per cui merita la nostra gratitudine.
Se sei iscritto al mio canale YouTube, puoi connetterti al link https://youtu.be/HEkvsyi3edc anche per prenotare sin d'ora un promemoria per ricordarti di connetterti tempestivamente.
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A volte l'esperienza di vivere in un corpo che funziona è una cosa che diamo un po' per scontata. La meraviglia di abitare in un corpo vivo, che "semplicemente" respira, digerisce, cammina, vede, tocca, raramente attira la nostra attenzione, come se fosse una banalità. Più spesso ci accorgiamo di cosa non funziona nel nostro corpo, o di cosa non funziona come vorremmo. Tendiamo a criticarlo, più che a lodarlo o ringraziarlo per quello che fa.
La pratica di mindfulness "Body scan e gratitudine" ci consente di coltivare la consapevolezza anche riguardo a tali funzioni, rendendoci testimoni più attenti del miracolo della vita di cui siamo parte, e di esprimere gratitudine a questo nostro corpo per tutto quanto fa per noi.
Un atto di amore e di riconoscenza degno di San Valentino!
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Ti aspetto tra noi su YouTube per praticare insieme!
Connettiti al link: https://youtu.be/HEkvsyi3edc
mercoledì 28 novembre 2018
Energetica dolce e consapevolezza del corpo in movimento. Nuova traccia audio
Di fatto possiamo portare la nostra consapevolezza in qualunque attività della nostra vita, vigili e presenti a tutto ciò che si manifesta nel corpo, nella mente, nel cuore, sia che stiamo fermi sia che ci muoviamo.
Proprio in questo spirito, vi comunico anche che il 20 dicembre 2018, dalle 18:00 alle 19:30, ci sarà un incontro gratuito di mindfulness psicosomatica presso il mio studio di Torre del Greco (aperto a tutti, su prenotazione), in occasione del quale sarà possibile sperimentare alcune pratiche di mindfulness psicosomatica e anche fruire di uno speciale sconto natalizio del 20% sul costo del corso di mindfulness psicosomatica che partirà il 10 gennaio 2019 (sconto riservato a chi si iscriverà la sera stessa ed estensibile ad una persona amica). Per informazioni e prenotazioni, potete chiamare come sempre il numero
Ecco il video da YouTube con la nuova traccia audio ed a seguire qualche chiarimento riguardo agli esercizi di energetica secondo il Protocollo di Mindfulness Psicosomatica - PMP - del Progetto Benessere Globale - Gaia.
foto by Christopher Campbell on Unsplash
sabato 11 gennaio 2014
Le cose giovani sono morbide. Le cose vecchie sono fragili. Lo stretching come pratica fisica e come metafora della flessibilità
Una delle (non poche...) esperienze che mi hanno cambiato la vita è stata la pratica regolare dello stretching, iniziata in principio per necessità, sotto la spinta del dolore fisico e grazie alla guida di istruttori esperti, e poi proseguita in autonomia per sempre.
Personalmente considero la pratica dello stretching come una delle possibili vie per adempiere simultaneamente a due delle nostre regole delle serenità: avere cura del proprio corpo ed avere cura del proprio spirito.
C'è qualcosa, infatti, nella pratica dello stretching, che va al di là della mera cura del corpo in sé. C'è qualcosa anche di simbolico, di metaforico, nell'allungamento muscolare, che in qualche modo può portarci a riflettere su certe qualità dello spirito.
Praticare regolarmente lo stretching può essere anche una strada che un po' alla volta ci avvicina allo yoga, perché può portarci a percepire qualcosa di molto elevato nella risposta di benessere che il nostro corpo ci rimanda, quasi che noi, onorandolo con i nostri esercizi, gli avessimo finalmente riconosciuto una sua sacralità.
A seguire, un pensiero di Deng Ming-Dao sull'argomento, tratto dal suo libro Il Tao per un anno.
"L'allungamento - in senso letterale e metaforico - è una parte necessaria della vita.
Dal punto di vista fisico, un buon programma di stretching mette in risalto tutte le parti del corpo. Prima sciogliamo le articolazioni e i tendini, così i movimenti successivi non ci procureranno dolore. Poi allunghiamo metodicamente tutto il corpo, partendo dalle masse muscolari più estese, come le gambe e la schiena, e procedendo verso parti più piccole e sottili, come le dita. Coordiniamo gli esercizi con la respirazione ed eseguiamo movimenti lunghi e delicati, evitando colpi e forzature. Quando ci allunghiamo in una direzione, provvediamo sempre a farlo anche nella direzione opposta. Seguendo questa procedura, la nostra flessibilità non può che aumentare.
L'allungamento in senso metaforico porta all'espansione e alla flessibilità nella crescita personale. Una pianta giovane è tenera e cedevole; una pianta vecchia rigida, legnosa e soggetta a rotture. Morbidezza è dunque sinonimo di vita, e durezza di morte. Quanto più flessibili siamo, tanto migliore è la nostra salute fisica e mentale."
domenica 15 settembre 2013
Ricorda: è con questo corpo che devi volare
(Deng Ming-Dao)
Nel libro di meditazioni taoiste "Il Tao per un anno" di Deng Ming-Dao, c'è un passo dedicato alla cura del corpo, dove si sottolinea che non possiamo permetterci di trascurare il nostro corpo, nemmeno quando il nostro cammino spirituale ci porta su piani dell'esistenza molto elevati. Quando ci mettiamo alla ricerca di noi stessi e di ciò che siamo, non solo non possiamo prescindere dalla manifestazione "solida" del nostro essere, ma la nostra esistenza fisica costituisce proprio il punto di partenza del nostro cammino.
"Nella ricerca della mente e dell'anima", dice infatti Deng Ming-Dao, "è opportuno comprendere che il corpo non rappresenta il nostro autentico io, ma è altrettanto opportuno accudirlo quotidianamente. Rinnegare o mortificare la carne non ha senso, ma solo i saggi riescono a curare il proprio corpo pur continuando a guardare oltre."
Parafrasando Virginia Wolf - che sosteneva che uno non può pensare bene e amare bene se non ha mangiato bene - potremmo dire, abbondando, che se uno non digerisce bene, non dorme bene, non usa i dovuti riguardi alla sua muscolatura, alla sua colonna vertebrale, ai piedi, alle articolazioni, e a quant'altro riguarda il suo corpo, gli sarà più difficile partorire buone idee, buoni pensieri, buone parole, buoni sentimenti, buone battute di spirito, buone poesie, buone preghiere, buoni sogni, buoni progetti, e via dicendo.
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Ed ora qualche divagazione, in chiave metaforica, ispirata dalla frase "ricordati che è con questo corpo che devi volare".
Questa frase rimanda metaforicamente all'immagine di un uccello, il cui corpo fisico alato, se in buona salute, gli consente di elevarsi da terra e di avvicinarsi alle cose del cielo, superando gli impedimenti frapposti da tutte le forze contrarie che agiscono nel mondo fisico, a cominciare dalla forza di gravità. Chi in cuor suo si riconosce in questa metafora, e vuole farla propria, può magari riflettere non solo sull'importanza di un corpo in salute per poter spiccare un buon volo, ma anche sull'opportunità - vista la natura "alata" dell'animale di riferimento (e quindi forse la sua tendenza a stare più volentieri in cielo che in terra) - di rinforzare le sue fragili zampette, per tutte le volte in cui deve starci necessariamente con i piedi per terra e deve quindi muovere comunque passi importanti anche nel mondo fisico. Gli uccelli infatti non devono dimenticare che non sono angeli; possono frugare il cielo quanto vogliono, ma per sopravvivere devono comunque prima o poi tornare sulla terra, mangiare, bere, dormire e anche fare l'amore (cosa che in verità non tutti sanno come funzioni per gli uccelli, ma che di sicuro non riguarda gli angeli!).

Magari, chissà, può valutare se l'immagine di un cavallo gli sia più consona come metafora: un essere buono a trottare, a trainare una carrozza o un aratro, a portarsi in groppa qualcun altro, buono anche a correre libero negli spazi ampi o a starsene docile e paziente dentro un maneggio. Ma a volare no. Come si fa a dire a un cavallo "è con questo corpo che devi volare"? Sì, forse non è una frase felice da dire a un cavallo. Specie se è proprio convinto di essere un cavallo!
Mi viene in mente a tal proposito un aneddoto riguardante una persona che, nei sogni, vedeva spesso se stessa appunto nelle sembianze di un cavallo. Una volta mi disse di aver scoperto recentemente parti di sé molto spirituali, con cui era entrata in contatto profondo, pur senza rinnegare la sua natura basilarmente terrena ("equina"), che la teneva quotidianamente a stretto contatto con gli aspetti più concreti dell'esistenza.
"Sai", mi disse un giorno con un lampo di luce negli occhi, "è successa una cosa interessante. Ho pensato a tutte le storie in cui qualcuno non sa chi realmente sia e convive con dei limiti che non sono realmente suoi, ma sono dovuti alle false credenze che ha circa se stesso. Che so, tipo il brutto anatroccolo, che non sapeva di essere un cigno e si era rassegnato a vivere da brutto anatroccolo; oppure anche l'aquila di Anthony De Mello che credeva di essere un pollo; e tutti i vari principini e principesse abbandonati da piccoli, nelle fiabe, e che scoprono all'improvviso chi sono, dopo una vita intera di stenti e miserie. Allora ho pensato: e se anche il mio cavallo fosse vittima di una falsa credenza circa se stesso? Lui pensa che non gli sia concesso volare perché i cavalli non hanno le ali. Ma un attimo: lui è il mio cavallo simbolico, e non un cavallo vero in carne ed ossa! Sul piano di realtà i cavalli non hanno le ali, ma sul piano simbolico certo che le possono avere! Nella mitologia, per esempio, ogni tanto ce le hanno. Allora ho pensato a Pegaso, a un cavallo alato, che ha sia zampe forti, sia grandi ali, e che può correre sulla terra, quando c'è da stare in terra, come può volare in cielo, quando c'è da stare in cielo. E' questa la mia vera natura e la mia vera metafora!
Che ti devo dire? Sono dovuto arrivare alla mezza età per scoprire che sì, sempre un cavallo sono, e non c'è niente da fare, ma - se permetti - sono un... cavallo alato!"
domenica 30 giugno 2013
Prozac o Adidas? Combattere la depressione con l'esercizio fisico
tanto per cominciare, favorisce il rilascio nell'organismo di sostanze che inducono una sensazione di benessere (endorfine);- al tempo stesso contribuisce a distogliere l’attenzione dai pensieri negativi tipici dell’umore depresso (tipo: "sono una frana, sono sfortunato, non ci riuscirò mai; non ho abbastanza coraggio, energia, forza, volontà, ambizione; nessuno mi ama; non merito di essere amato; ecc.") e dà l'opportunità di spostare il focus dell’attenzione a pensieri centrati su schemi motori e su momenti creativi e positivi;
- può inoltre favorire l’incontro con altre persone (soprattutto se praticato in compagnia, ma anche - quando si pratica da soli - se fatto in luoghi dove un incontro è possibile), il che può ridurre l’isolamento sociale che aggrava lo stato depressivo;
- dà la possibilità, se praticato all'aperto, di un benefico e positivo contatto con la natura (aria aperta, verde, luce);
- può essere praticato sotto forma di attività ludiche e divertenti, e quindi creare occasioni di piacere e buonumore;
- ed infine può migliorare anche il modo di percepire sé stessi dal punto di vista estetico/fisico, con ricadute positive sull’autostima.

Ha raggiunto la notorietà per aver proposto alcuni metodi per la prevenzione ed il supporto alla guarigione del cancro, nonché per la cura delle malattie psichiatriche, tutti basati su tecniche terapeutiche di medicina alternativa, anche in affiancamento alle cure tradizionali.
Scoprì di avere un cancro al cervello nel 1992, all'età di 32 anni e, benché gli avessero dato pochi mesi di vita, riuscì a vivere in buone condizioni fino a 50 anni tra cure tradizionali e alternative.
E' stato strenuo sostenitore della prevenzione dei tumori e delle malattie in genere tramite il potenziamento delle difese immunitarie (cosa che si può ottenere, secondo Servan-Schreiber, tramite l'attività fisica costante, l'alimentazione povera di "carboitrati bianchi", come gli zuccheri e la farina, e senza eccessivo apporto di proteine, basando invece la dieta su verdura e frutta, i carboidrati "naturali") e suggeriva la meditazione come metodo per diminuire lo stress.
Pur essendo uno studioso e un sostenitore delle medicine naturali per la prevenzione, ha sempre chiarito che, una volta che un tumore si sia palesato, vada combattuto con cure tradizionali, in quanto affidarsi soltanto a cure non convenzionali potrebbe essere deleterio e controproducente.
Nelle pagine del suo ultimo libro, "Ho vissuto più di un addio" (2011), David Servan-Schreiber si pone domande cruciali sul significato profondo della vita e della morte. Ormai pronto spiritualmente a partire per l'ultimo viaggio, accompagnato da un sentimento di pace e connessione, coglie l'occasione dell'ultimo libro per salutare degnamente tutti coloro che l'hanno amato.
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domenica 26 maggio 2013
Per la terza regola della serenità (Avere cura del proprio corpo): Il Piacere, secondo Gibran Kahlil Gibran
E lui rispose dicendo:
Il piacere è un canto di libertà,
Ma non è libertà.
E' la fioritura dei vostri desideri,
Ma non il loro frutto.
E' un abisso che esorta alla scesa,
Ma non è profondo né alto.
E' un uccello in gabbia che si alza in volo,
Ma non è lo spazio conquistato.
Sì, francamente, il piacere è un canto di libertà.
E io vorrei che lo intonaste in tutta pienezza, ma temo che a cantarlo perdereste il cuore.
Alcuni giovani tra voi ricercano il piacere come se fosse tutto, e vengono giudicati e biasimati.
Non vorrei né giudicarli né biasimarli. Vorrei che cercassero.
E troveranno non solo il piacere,
Poiché il piacere ha sette fratelli, e il minore è più bello dello stesso piacere.
Non avete udito di quell'uomo che, scavando la terra in cerca di radici, scoprì un tesoro?
E alcuni anziani tra voi ricordano con rimpianto i piaceri, come errori compiuti nell'ebbrezza.
Ma il rimpianto è l'oscurità della mente, e non il suo castigo.
Essi dovrebbero ricordare i loro piaceri riconoscenti come per il raccolto di un'estate.
Ma se il rimpianto li conforta, si confortino pure.
E tra voi vi sono quelli non così giovani per cercare, né così vecchi per ricordare.
E nella paura di cercare e ricordare, essi fuggono ogni piacer temendo di umiliare e offendere l'anima.
Ma proprio in questo è il loro piacere.
E in tal modo scoprono tesori, sebbene scavino radici con mano tremante.
Ma ditemi, chi può offendere lo spirito?
L'usignolo offende il silenzio della notte, o la lucciola le stelle?
E la vostra fiamma o il vostro fumo mortificano il vento?
Pensate forse di poter turbare lo spirito come con un bastone uno stagno tranquillo?
Spesso, negandovi al piacere, non fate altro che respingere il desiderio nei recessi del vostro essere.
Chissà che non vi attenda domani ciò che oggi avete negato.
Anche il vostro corpo conosce la sua ricchezza e il suo legittimo bisogno, e non permette inganno.
Il corpo è l'arpa della vostra anima,
E sta a voi trarne musica armoniosa o confusi suoni.
E ora domandatevi in cuore: "Come potremo distinguere il buono dal cattivo nel piacere?".
Andate nei vostri campi e giardini, e imparerete che il piacere dell'ape è raccogliere il nettare del fiore,
E che il piacere del fiore è conceder all'ape il suo nettare.
Poiché il fiore per l'ape è una fonte di vita,
E l'ape per il fiore è una messaggera d'amore.
E per l'ape e per il fiore donarsi e ricevere piacere è a un tempo necessità ed estasi.
Popolo di Orfalese, nel piacere siate come le api e come i fiori.