lunedì 7 ottobre 2013

Un po' buoni e un po' cattivi. Un po' tirchi e un po' generosi. Per fortuna beneducati (ma, sotto sotto, un po' selvaggi) - Abbracciare le proprie contraddizioni e cercare i propri ossimori eccellenti

Perché alcune persone ci piacciono tanto mentre altre ci risultano detestabili, senza che ci abbiano mai fatto niente?
E' possibile che vediamo riflesse in loro alcune caratteristiche che ci appartengono?
Può darsi che detestiamo qualcuno perché ci ricorda certi aspetti di noi che rifiutiamo e al contrario siamo attratti da qualcun altro perché manifesta, magari in maniera più accentuata di noi, certe nostre qualità che vorremmo sviluppare e far fiorire?
Non sempre la risposta a domande del genere è di tutta evidenza. Volendo, però, possiamo provare a darcela con una specie di gioco.
***
Pensiamo a due persone, una che ci piace tantissimo e che troviamo molto gradevole, e una che proprio detestiamo, ci irrita e troviamo sgradevole. Prendiamo carta e penna, dividiamo il foglio in due colonne, e a sinistra elenchiamo dieci caratteristiche positive della persona che ci piace, seguite da tre sue caratteristiche negative, mentre a destra scriviamo l'elenco di dieci caratteristiche negative della persona che detestiamo, seguite - e sarà uno  sforzo trovarle! - da tre sue caratteristiche positive.
Ora dovremmo avere sotto gli occhi un totale di 26 caratteristiche personali, per metà positive e per metà negative.
Ci riconosciamo in alcune di esse? Notiamo una qualche somiglianza, nel bene o nel male, con le due persone che avevamo in mente?
Qualcuno suggerisce di sottolineare le caratteristiche che più ci riguardano e, tra le restanti, di mettere un asterisco accanto a quelle che pensiamo che non ci riguardino assolutamente (nemmeno lontanamente!).
Questo asterisco serve a ricordarci la possibilità che anch'esse in realtà ci riguardino, e anche molto da vicino, solo che non riusciamo ad ammetterlo nemmeno con noi stessi (cosa che può capitare anche con le qualità positive, figuriamoci con quelle negative!).
Si tratta di un gioco, non di un test.
I risultati che otteniamo non sono una sentenza, sono semplici spunti di riflessione.
Non servono a metterci altri pensieri in testa, ma semmai ad ampliare la nostra visione su noi stessi e sulle nostre relazioni.
Personalmente, ogni volta che ho ritrovato un po' di me stessa nelle caratteristiche negative di un'altra persona, dopo mi sono sentita più a mio agio nel relazionarmi con lei, più tollerante verso le sue manchevolezze, più disponibile al perdono, quasi che, perdonando lei, assolvessi un po' anche me stessa.
In effetti riconoscere ed accettare gli aspetti di noi che non ci piacciono è un passo necessario per poterci vivere come esseri autentici e completi, consapevoli del fatto che nessuno di noi possiede solo tratti positivi e che tutti devono convivere anche con le proprie manchevolezze.
A volte alcune nostre caratteristiche possono essere tra loro talmente confliggenti da sembrarci inconciliabili, e da farci chiedere: ma allora io sono forte o sono debole? sono una persona educata o sono un selvaggio? sono coraggioso o sono vigliacco? sono un tipo affidabile o un grande scombinato? e così via.
Questo perché non è facile abbracciare simultaneamente il proprio potenziale di luce e di oscurità, accettando il paradosso della convivenza in sé stessi di qualità opposte.
Le persone più illuminate ci riescono brillantemente. Le altre fanno quello che possono.
E c'è chi, per esempio, tra una cosa e l'altra, si mette
ALLA RICERCA DEI PROPRI OSSIMORI ECCELLENTI
***
***
Creare ossimori di  Chip Thompson 
"Definiamo 'ossimoro' la combinazione di parole o frasi apparentemente in contraddizione tra loro, che descrivono una verità paradossale. [...]
Gli ossimori possono essere molto utili a descrivere le nostre caratteristiche paradossali, perché definiscono in modo realistico e diretto le tensioni che stiamo cercando di conciliare, in quanto parte della nostra personalità e dei nostri tratti individuali.
Ecco di seguiito un esercizio molto istruttivo proposto da Charles Handy, autore del libro The Age of Paradox [L'era del paradosso].
Handy ti incoraggia a scoprire quale sia il tuo "paradosso eccellente".
Stila un elenco delle tue sei caratteristiche migliori, seguito da uno dei tuoi sei difetti più grandi [...]
Infine abbina ciascuna qualità positiva con un difetto e vedi di creare il tuo paradosso eccellente.
A titolo di esempio, ecco qui le mie caratteristiche personali:
Abbinare "cordiale" con "solitario" mi ha aiutato a capire che quando ho appena terminato un  intervento in pubblico, ho bisogno di tempo per ricaricarmi, prima di riuscire a partecipare a una festa.
L'accostamento di "atletico" a "troppo sicuro di sé" esprime il mio amore per il paracadutismo acrobatico e mi ricorda gli infortuni che ho riportato nei weekend a causa della mia passione per lo sport.
Ma è stato mettere insieme "curioso" e "critico" ad aprirmi un mondo intero.
Eccolo, il mio ossimoro eccellente: "Sii prima di tutto curioso, poi critico".
Se parto critico, la mia creatività viene bruciata (per riafforare solo quando faccio la doccia)."
(citazione tratta dal libro Eureka)
***
"Il paradosso è che quando mi accetto come sono, allora posso cambiare."
 (Carl Rogers)
***
Ed ora  una breve riflessione sulla convivenza degli opposti del fuoco.
"Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte".
(dal Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi) 
***
Illumina la notte ed è bello, giocondo, robusto e forte, dice San Francesco del fuoco, saltando a pié pari qualunque riferimento ai suoi noti aspetti anche infernali e distruttivi, quasi che non potessero trovare spazio in un inno di lode al Signore.
Eppure è possibile pensare al fuoco come elemento ponte tra Terra e Cielo, visto che si alimenta di materia terrena e al tempo stesso ha un moto ascendente verso il Cielo. 
Il fuoco ha una natura che contiene in sé molte qualità opposte, per cui è un buon simbolo per noi, che oggi riflettiamo sui nostri "ossimori".
Il fuoco, dopo tutto, (e non dimentichiamolo) non è né buono né cattivo.
 E' semplicemente quello che è. Con tutte le seguenti caratteristiche contraddittorie:


Certo la lista non si esaurisce qui. Ma lascio il resto alla vostra fantasia.
E per concludere, vi lascio anche una buona intenzione per questa giornata:
mettete nella lista della spesa una candela e richiamate alla mente simultaneamente tutte le opposte condizioni in cui potrebbe tornarvi utile...