Foto dal film "L'uomo nell'ombra" diretto da Roman Polański
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Forse tra voi, in questo momento, c'è qualche artista nell'ombra. Qualcuno che sa di essere un artista, ma non ha prove per dimostrarlo. Avverte dentro di sé la presenza di un sogno, di una sensazione forte, di un desiderio bruciante, ma non riesce a portarlo alla luce. Magari ha paura. Paura di esporre il suo talento al sole, e vederlo dissolversi al semplice contatto con la luce. E questo può fare la differenza tra un artista dichiarato e un artista nell'ombra. Come a dire che la vera differenza tra un artista che esce allo scoperto e un artista che resta nell'ombra è il coraggio più che il talento!
A volte gli artisti nell'ombra si avvicinano in qualche modo al mondo che amano, ma invece di tuffarcisi a capofitto come vorrebbero, ne restano ai margini, in periferia. Secondo François Truffaut, per esempio, i critici, sotto sotto, sono tutti artisti falliti (e qualcosa doveva pur saperne, lui, visto che era stato un critico a sua volta!) e secondo Gustave Flaubert ogni notaio porta dentro di sé i rottami di un poeta (e di questo, forse, dovrei saperne qualcosa io).
In effetti non è da escludere che un aspirante poeta diventi notaio, un aspirante scrittore diventi un critico letterario o si dedichi alla pubblicità, o che un attore o cantante mancato diventi agente di attori e cantanti. Chi può dire cosa si nasconde dentro ognuno di noi, finché il nostro talento non è dichiarato?
Comunque, qualunque sia la sorte a cui avete votato il vostro talento, se vi sembra di averlo sprecato o semplicemente di averlo tenuto nascosto per troppo tempo, la peggior cosa che possiate fare ora (...ma che spesso si fa) è biasimarvi, giudicarvi in modo spietato, rinfacciarvi di non essere stati capaci di attuare il vostro potenziale. Probabilmente se non siete riusciti a venire allo scoperto non è il biasimo (o il timore del biasimo) ciò che vi è mancato, ma piuttosto il nutrimento e l'attenzione necessari per liberarvi dalla paura.
Compresa, al primo posto, la paura di prendervi sul serio.
Se volete riuscire a scrivere, dipingere, danzare, recitare, suonare, o fare ciò che vi pare, la prima cosa che dovete fare è: prendervi sul serio e prendere sul serio ciò che amate.
Se una vocina vi sussurra da qualche parte, nel cervello, nel cuore o anche nello stomaco: "che scemenze ti metti a fare?", mettetela a tacere, con dolcezza ma anche con decisione.
Immaginate che anche il vostro cervello, il vostro cuore o il vostro stomaco abbiano un regolatore del volume: regolate il volume di questa vocina al minimo, e trovate il modo di mettervi un'altra musica nelle orecchie. Potete ascoltare la vostra musica preferita, ma anche recitare mentalmente un mantra. Personalmente propendo per i mantra, ma molte persone (e, guarda caso, spesso quelle più convinte delle scemenze che fanno...) vanno in giro con le cuffie nelle orecchie! Nessuno vi troverebbe strani per le cuffie, insomma (magari più per il mantra...).
Concedete a voi stessi il permesso di esprimervi artisticamente, come permettereste a un bambino di giocare.
Già una volta abbiamo paragonato la nostra parte creativa ad un "artista bambino" bisognoso di cure, e ci eravamo ripromessi di portare questo bambino a passeggio una volta la settimana (a proposito, qualcuno l'ha fatto? Uhm... chissà...). Ora dobbiamo dargli il permesso di giocare. Per un artista nell'ombra giocare è un duro lavoro.
Facciamo conto che un artista nell'ombra sia come un bambino che non ha ancora imparato a camminare. All'inizio inciamperà, barcollerà, camminerà goffamente. Guai a criticarlo. Sono i primi incerti passi. Sono goffi solo perché sono i primi.
Per cui non siate mai severi con voi stessi quando le vostre prime opere non reggono il confronto con quelle dei grandi artisti. E' come paragonare un bambino che muove i primi passi ad un campione dello sport adulto. Anche i campioni sono stati all'inizio bambini, ed anche i loro primi passi sono stati incerti.
Cominciate a camminare, e poi camminate ancora e ancora. Arriverete sicuramente da qualche parte e camminerete sempre meglio...
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Ed ora una riflessione su questo stesso tema tratta dal libro "Donne che corrono con i lupi" di Clarissa Pinkola Estés.
Nella foto Clarissa Pinkola Estés
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"Nella psicologia archetipa essere freddi equivale ad essere senza sentimenti. (...)
L'atteggiamento gelido estingue il fuoco creativo (...)
Il ghiaccio dev'essere rotto e l'anima tolta dal gelo.
Gli scrittori, per esempio quando si sentono aridi, sanno che per superare l'aridità devono scrivere. Ma se sono bloccati nel ghiaccio, non scrivono. Esistono pittori che muoiono dalla voglia di dipingere, ma si dicono: 'Piantala. Il tuo lavoro è fatalmente strano e brutto'. Molti artisti che non hanno ancora raggiunto il successo o sono vecchi cavalli da battaglia nello sviluppare la loro vita creativa, continuano, ogni volta che stanno per prendere la penna, il pennello, il copione, a sentire: 'Non sei nient'altro che un disastro, il tuo lavoro è marginale o affatto inaccettabile - perché tu stesso sei marginale e inaccettabile'.
E allora qual è la soluzione? (...) Andate avanti, datevi da fare. Prendete la penna e mettevi a scrivere, e smettetela di piagnucolare. Prendete il pennello, e mettetevi a dipingere. Ballerine, infilate un'ampia camicia, legatevi nastri nei capelli, attorno al petto o alle caviglie, e dite al corpo di fare qualcosa: danzate. Attrici, scrittrici, poetesse, musiciste: smettete di chiacchierare. Non pronunciante neanche una parola, a meno che non siate cantanti. Chiudetevi in una stanza o in una radura sotto il cielo. E dedicatevi alla vostra arte. In linea di massima, ciò che si muove non congela. Muovetevi dunque, non smettete di muovervi." (Clarissa Pinkola Estés)